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Midnight in Paris

/ 20117.41109 voti

Woody Allen sulla Senna / 10 Settembre 2015 in Midnight in Paris

Grande film del maestro dell’umorismo che fotografa Parigi come mai,negli ultimi anni,nessuno aveva fatto.Colonna Sonora Alleniana,Interpretazioni molto buone,tra cui Adrien Brody nei panni di Dalì,Sceneggiatura da Oscar.
AFFASCINANTE.

E comunque Van Gogh non c’entrava nulla / 30 Agosto 2015 in Midnight in Paris

Anch’io, come molti che hanno scritto qui, amo il periodo storico che Woody Allen ha deciso di rappresentare: un periodo di fioritura dell’arte, d’oro, irripetibile.
Tuttavia, nonostante le alte aspettative, ho trovato il film mediocre.
Non dico nulla sulla regia, ovviamente inappuntabile, ma sui contenuti: è a dir poco imbarazzante la banalizzazione di certi personaggi, certi concetti; si nota subito che c’è una certa distanza culturale a dispetto degli sforzi, come quella derivante dal rapporto di un americano con la storia europea. Ovviamente, volendo puntare sulla comicità (o per meglio dire, pseudo-sagacità), il regista ha dovuto caricare Dalì, Bunuel, Man Ray, e in certi casi è riuscito nell’intento. Questi momenti, però, non compensano l’inconsistenza della trama, non solo in sé noiosa e banale, ma anche ideologicamente scontata.
Il messaggio della nostalgia del passato non solo è trito e ritrito, ma analizzato così superficialmente che non lascia indugiare, non colpisce, non crea spunti per la riflessione…
Pretenzioso come pochi.

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Grande Woody! 7,5 / 5 Maggio 2015 in Midnight in Paris

Allen di solito si complica le cose da solo… ma stavolta ha reso l’idea a pieno e ha sfornato una commedia a tratti romantica ma molto delicata.
Premesso che non ho “ancora” visto parigi, già l’inizio di questa pellicola me la porta nel cuore nel suo splendore, con la giusta musica in sottofondo e ti fa amare quella città, al punto da capire appieno le sensazioni di un Owen Wilson invaghito (e finalmente in un ruolo decente!).
Storia intrigante e una linearità poetica, grandi personaggi e ottimi dialoghi. E alla fine del film anche a voi sembrerà di aver visitato Parigi degli anni ’20… Bello… 7,5

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15 Febbraio 2015 in Midnight in Paris

Il miglior Woody Allen degli ultimi anni.
Se qualcuno non ha mai provato quella sensazione definita “sindrome da epoca d’oro”, difficilmente potrà vedere in questo film qualcosa di diverso da una bizzarria intellettuale.
La storia dello scrittore americano Gil, in visita a Parigi con la promessa sposa Inez, che si troverà ribaltato nella Parigi dei roaring twenties, conoscendo personalità del calibro di Hemingway, Scott Fitzgerald, Picasso, Dalì, ecc., è l’ennesimo parto della mente del regista newyorkese, una delle idee più riuscite degli ultimi anni.
Chi non ha mai pensato a quella sensazione del “come sarebbe stato bello vivere in quella determinata epoca”, sintomo di una insoddisfazione del presente che è naturale nell’uomo (o per lo meno nell’uomo che ha consapevolezza di sé)?
Woody in questo film parla essenzialmente di ciò, senza lesinare un tocco di autoironia per questi eterni sognatori (quelli degli anni Venti rimpiangono la Belle Epoque, i cui protagonisti, a loro volta, ritengono insuperabili le epoche precedenti).
Sapersi riconciliare col presente e con quello che ha da offrire è l’insegnamento finale di un Gil che lascia la sua promessa sposa per incontrare quella che finalmente sembra la sua anima gemella, in un presente tutto da vivere e da scoprire.
Grandissimo Woody, gran film, degno di figurare tra i top della sua cinematografia, accanto a mostri sacri come Manhattan, cui assomiglia molto, almeno nello spirito, a oltre trent’anni di distanza.
Unico neo, se vogliamo trovarne uno, è quel senso di cartolina, di depliant turistico che ha la pellicola in apertura, per poi essere fortunatamente quasi subito accantonato.
Ottime le prove degli attori: Owen Wilson ha l’esprit du role del sognatore incallito, mentre tra i caratteri immaginati da Gil nei suoi viaggi nel passato brillano l’Hemingway di Corey Stoll e l’esilarante Dalì di Adrien Brody.

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29 Dicembre 2014 in Midnight in Paris

io pure adoro quel periodo storico, sarei voluta entrare nel film

17 Settembre 2014 in Midnight in Paris

Non avevo mai visto niente di vudiallen e credo che questo film si discosti un po’ dai suoi soliti film, da quello che ho sentito.
Leggero e, ovviamente, molto scontato, ambientato nella città più puzzolente (dopo Venezia) e boriosa al mondo.
La storia mi è piaciuta, sebbene non impazzisca per gli anni 20, il charleston e tutte quelle cose che sono tornate di moda col grande Gatsby.

Ps. In questo film Owen Wilson ha il naso ancora più storto.

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3 Agosto 2014 in Midnight in Paris

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

L’ho trovato un fim molto piacevole, sotto alcuni aspetti divertente e con un tocco di dolce malinconia che certo non guasta.
La trama non è forse delle più originali: un aspirante scrittore sognatore e innamorato del passato, degli “roaring twenties” in vacanza a Parigi con la fidanzata con cui sembra non avere nulla in comune scopre dopo la mezzanotte di essere finito (per incanto? Sogno? Allucinazione?) proprio nella vitale Parigi degli anni venti, dove incontra tutti i personaggi più significativi dell’epoca. Affascinanti sono quindi i ritratti di questi illustri personaggi: gli spumeggianti e al contempo depressi coniugi Fitzgerald, il solitario e disincantato Hemingway, l’irascibile Picasso, il visionario (qualcuno ha visto un rinoceronte?) Dalì, e poi Buñuel, un solo nominato Modigliani e via discorrendo.
L’incontro con un’affascinante allieva di Coco Chanel innamorata sella bell’epoque farà riflettere il giovane scrittore sull’utilità di vivere con la mente sempre rivolta al passato, fino a giungere ad un lieto fine forse fin troppo scontato e non necessario, quasi un contentino per chi in un film cerca sempre un sospiro soddisfatto sul finale, ma tutto sommato uno “scivolone” perdonabile.
Sarà che nei ruggenti anni venti spesso farei volentieri un salto anche io, sarà che, per quanto non particolarmente originale, l’idea di partecipare ad una festa assieme a Zelda e Francis Scott Fitzgerald mi fa comunque brillare gli occhi, ma mi sono gouta questo film con un sorriso.

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8 Gennaio 2014 in Midnight in Paris

Parigi.La città, forse più romantica. Parigi, la città che ci fa sognare. Chi non ha mai desiderato visitarla? Ebbene in questa pellicola, il genio Woody Allen ci trascina all’interno dell’atmosfera di Parigi, bella, lussuosa, elegante al contempo raffinata. La bellezza di questa città viene esaltata dalla fotografia color pastello(meravigliosa e indescrivibile) di D. Khondji, attraverso la quale si ha davvero la sensazione di trovarsi per le vie e i parchi di Parigi, che fa da sfordo ad una storia alquanto brillante e creativa. Ciò che contribuisce a rendere ancora più magico e frizzante il clima di questa pellicola sono senza dubbio le musiche di S. Wrembel: delle melodie dolci che ti trasmettono tranquillità e pace e al contempo sono capaci di farti venire il buon umore.
Attraverso quest’opera, che ha aperto l’ultimo festival di Cannes, Woody Allen presenta come protagonista un uomo nostalgico del passato che cerca di fuggire da questo presente banale e per nulla appagante, convinto che avrebbe vissuto molto meglio nella Parigi degli anni ’20. Da questa storia Woody Allen ha probabilmente cercato di far rivivere una cultura che oggi ormai tende ad essere ignorata. Trovandosi in viaggio a Parigi il protagonista, Gil, comincia a vagare solitario per la città, annusandone il profumo di magia e riscoprendo i suoi miti letterari. Quando una notte Gil si ritrova catapultato nella Parigi degli anni ’20, alla quale vi accede solo di mezzanotte, si ritrova a frequentare alcuni tra i più grandi artisti dell’epoca quali Ernest Hemingway, Pablo Picasso, Scott e Zelda Fitzgerald; personaggi ironici che rendono il tutto molto più godibile. Di giorno Gil torna al essere il mediocre e impacciato Gil del XXI secolo, costretto a vivere questa vacanza con la fidanzata ed i suoceri, ma di notte trova tutto ciò che ha sempre desiderato (?). Ma quel che Gil sta facendo è fuggire da se stesso per ricercare nel passato quel senso di sicurezza che manca nella sua vita. Con umorismo, maestria e abilità stilistica Allen si cimenta in un film diverso dagli ultimi da lui diretti, ricco di brio, humour; un invito a vivere il presente in maniera consapevole, seppur ricco di difetti. Certo che bisogna valorizzare il passato traendo anche utili insegnamenti ma non sarebbe producente abbandonarsi completamente ad esso. In questo senso Allen esalta la bellezza della vita e dei rischi perché solo così riusciremo a ottenere ciò che desideriamo, in quanto veniamo posti di fronte a delle scelte. Proprio ciò che accade a Gil una volta conosciuta la bella e sensuale Adriana. Gil comprende che il suo senso di smarrimento è dettato, non dall’epoca storica in cui si trova a vivere bensì dalle scelte sbagliate. Bè che dire un film davvero magnifico che mi ha portato a riflettere e a non lasciarmi coinvolgere da sentimenti nostalgici verso un’epoca che sarebbe stata comunque insoddisfacente, se non vissuta con cognizione.
Che dire… una pellicola che racchiude al contempo cultura, freschezza, nostalgia il tutto incorniciato da un’ottima recitazione di Owen Wilson che con il suo sguardo vitreo e le varie balbuzie ha reso il tutto più simpatico e leggero, nonostante il reale messaggio lanciatoci dall’autore che leggero non è.

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10 Dicembre 2013 in Midnight in Paris

Mediocre

30 Giugno 2013 in Midnight in Paris

Cerco di vedere Midnight in Paris ma il bla bla bla iniziale tipico dei film di Allen mi sta stremando, Owen Wilson sembra il pupazzo del ventriloquo oppure se volete essere moderni, un avatar del regista.
Forza e coraggio, ho visto solo dieci minuti.

( Pausa per riprendere le forze )

E dopo i primi lentissimi dieci primi minuti, Midnight in Paris si rivela uno dei migliori Allen degli ultimi anni.
Un racconto semplice ma magico allo stesso tempo e finalmente un regista che non perpetua il suo stereotipo di nevrotico americano ma al contrario riesce a portare sullo schermo una riflessione forse banale ma ricca di spunti sulla quale riflettere.
A nessuno piace il proprio presente, gli anni nella quale si vive sono una prigione monotona e tutti nessuno escluso tendiamo a idealizzare un altra epoca (a nostra scelta) che ci sembra meravigliosa.

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Nulla di nuovo sotto la Torre Eiffel / 17 Maggio 2013 in Midnight in Paris

Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni: per i primi dieci minuti abbiamo temuto che il vecchio Woody replicasse la pessima performance dello scorso anno. Non siamo a quei livelli, ma dobbiamo comunque essere sinceri. Midnight in Paris è un film tutt’altro che entusiasmante.

Prima di tutto perché Allen, all’ombra della Torre Eiffel, non allestisce nulla di nuovo. Ancora una volta abbiamo uno scrittore, Gil (Owen Wilson), in crisi creativa. E ancora una volta lo troviamo legato sentimentalmente a una bionda (Rachel McAdams) che sembra perfetta ma non lo è. E i suoceri scettici, e un fascinoso quanto insopportabile intellettuale, e una morale a dir poco scontata (gli esseri umani non fanno altro che rimpiangere il passato).

Bisogna attendere che Gil incontri i grandi (?) artisti della sua epoca d’oro per ridere un po’. Ma la verve manca e, per quanto Wilson si sforzi, solo Allen riuscirebbe a mettere in scena e interpretare se stesso, i propri tic, le proprie nevrosi. Così come solo un certo tipo di pubblico può spingersi a definire come “fantasioso” l’espediente di un fiabesco viaggio nel tempo.

Il fatto che Woody giri un film all’anno può farci capire, ma non giustifica, tutti questi difetti. Il grande regista, qui, non spicca per tematiche e dialoghi che l’hanno reso grande, quanto piuttosto per la capacità di far rivivere le atmosfere più romantiche di Parigi (o, almeno, la percezione che può averne un affascinato turista). In questo riesce egregiamente. Per il resto, nulla di che.

Del vero, del vecchio Woody Allen, quello più amato, quello che continua ad appassionare generazioni vecchie e nuove, non ci rimangono che gli sprazzi.

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Film inutile / 16 Marzo 2013 in Midnight in Paris

E dopo averlo averlo visto dici: e beh?

31 Gennaio 2013 in Midnight in Paris

Meraviglia di film, Allen in gran forma.
Ho adorato la rappresentazione degli artisti degli anni 20 ( per non parlare della breve parentesi post-impressionista, oddio che bellezza! ), per me si sarebbe potuto continuare a questo modo, introducendo artisti e personalità del passato, per altre due ore, perchè è stata una gioia per gli occhi. Marion Cotillard bravissima; Adrien Brody immenso in quei pochi minuti dove restituisce un Dalì perfetto. Ost molto carina, rimane impressa e una Parigi che è un personaggio a sè stante, affascinante.
Complimenti Woody!

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28 Gennaio 2013 in Midnight in Paris

Non è un film che ti tiene incollata allo schermo ma, nonostante tutto, è un bel film.
La trama è molto carina e sviluppata bene, a parte i soliti cliché di Allen che tutto sommato non danno così fastidio.
Tom Hiddleston, oh Tom Hiddleston. Meglio che non mi pronunci, sono totalmente di parte quando si tratta di lui. Comunque, nella parte di Fitzgerald ci sta un amore.
Oltre a lui c’è anche Rachel McAdams, attrice che incanta con la sua bellezza, se pur non sia un grande portento nella recitazione. Ma può solo migliorare, ho fiducia in lei.
Mi è piaciuto molto, alla fine, è leggero e godibile. L’ho rivisto già due o tre volte.

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18 Gennaio 2013 in Midnight in Paris

non è sicuramente uno dei miglior film di Woody, ma è una commedia carinissima e adatta a chi piace sognare e viaggiare con la mente nelle epoche in cui la creatività scaturiva da idee veramente originali.
consiglio di vederlo! e poi Parigi è sempre Parigi!

13 Gennaio 2013 in Midnight in Paris

Commedia magica e divertente, dalla trama estremamente originale, arricchita da importanti riflessioni sulla nostalgia di una cultura passata e una Parigi che attraverso la lente di Allen regala atmosfere ancor più incantevoli. Bravissimo tutto il cast nelle interpretazioni, unico neo il finale frettoloso.

17 Dicembre 2012 in Midnight in Paris

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Sono andato a vederlo con l’indaffaratissima Miss Sorriso, in quanto poteva essere un buon film per non farla addormentare. Volevo dirle “guarda, mi spiace ma io al cinema non limono, devo guardare il film”, ma poi non ci sono riuscito 🙁 Comunque, non si è addormentata, il film dicevano tutti che fosse il migliore Allen degli ultimi anni mentre io, mah, non so, prenderei le parole del mi’ babbo nel definirlo “un filmetto, però splendido”. Ma proprio niente di più. Dunque c’è Owen Wilson (ok dai, non lo odio più) che fa la solita imitazione di Woody Allen, ed è uno scrittore di sceneggiature idiote a Hollywood, ma vorrebbe scrivere sul serio, in vacanza a Parigi con la futura fighissima e stupidissima moglie e i suoceri. Peccato che già dall’inizio lui e lei non c’entrino un cazzo, ma proprio zero, non esiste motivo per cui dovrebbero sposarsi due personaggi così, ma pazienza, serve all’economia della sceneggiatura. Insomma che lui è innamorato di Parigi, e se la gira di notte e ogni notte a mezzanotte un’auto passa e lo porta negli anni 20-30. E quindi comincia a incontrare Scott Fitzgerald, e poi Hemingway, Picasso, Man Ray, Bunuel e così via. E lui, e lui, balbetta, è è, è stupito, proprio come lo sarebbe Woody. E il mattino dopo torna alla sua realtà (passa anche Carla Bruni nel ruolo di inutile guida francese, tanto per non farci mancare nulla). E basta, era talmente inutile che nemmeno ricordo come finisce. La morale era che nessuno è contento del proprio tempo ma deve adeguarsi a vivere in quello che ha. Ah no, finisce che lui molla la gnocchissima moglie (ma noooo) per ovvi motivi di incompatibilità e se ne va sotto la pioggia insieme a una parigina a cui pure due colpi li si darebbe tutti. Perché Parigi è bella con la pioggia, ecc. Solita storia, secondo me se facesse un film ogni tre anni anziché in serie ogni anno ne guadagnerebbero assai in qualità, anche se sulla superficie la maggior parte delle battute restano stupende. Non vuole e pazienza, io i suoi filmetti splendidi continuo a vedermeli, amen.

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Poesia allo stato puro / 30 Settembre 2012 in Midnight in Paris

Amo questo film!! è poetico, è significativo, ma ha la leggerezza e la simpatia pure!! Un film bellissimo!!

Parigi val bene una messa (in scena) / 7 Settembre 2012 in Midnight in Paris

Soffre un po’ di ipercitazionismo, è un Owen Wilson sempre a bocca aperta e, cosa non bellissima da vedersi, un Owen Wilson che mima ostentatamente il prototipo alleniano, gesticolante e balbuziente. Parigi è sempre Parigi, magica e bellissima, ma da sola non può (non dovrebbe) reggere da sola l’impianto di un film; insomma, carino, ma il grande Woody Allen ha smesso di fare grande cinema dopo Match Point.

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14 Agosto 2012 in Midnight in Paris

Finalmente un bel film che mi è piaciuto e ho assaporato dopo tanti film scelti da altri in casa! Mi è piaciuta tanto Parigi, la “morale”, i personaggi storici, mi sono proprio immedesimata. Owen Wilson nella parte di Woody Allen un po’ meno…e anche i doppiaggi…

Non è Allen dei tempi migliori ma il film è carino / 1 Agosto 2012 in Midnight in Paris

Buona la sceneggiatura ed i messaggi velati hce lancia … un film che si bene

Woody sognatore malinconico: quanto ci sei mancato. / 16 Giugno 2012 in Midnight in Paris

Parigi è il più delizioso dei mostri: là bella donna; più in là, vecchia e povera; qui nuova come la moneta di un nuovo regno; in quell’angolo, elegante come una signora alla moda[…]Bello spettacolo! Ma, oh, Parigi, chi non ha ammirato i tuoi cupi paesaggi, i tuoi squarci di luce, i tuoi vicoli ciechi profondi e silenziosi; chi non ha udito il tuo mormorio, tra mezzanotte e le due del mattino, non conosce ancora nulla della tua vera poesia, né dei tuoi strani contrasti […] Per alcuni, Parigi è triste o gaia, laida o bella, viva o morta; per essi Parigi è una creatura; ciascun uomo, ogni settore di casa è un lobo del tessuto cellulare di questa gran cortigiana di cui conoscono perfettamente la testa, il cuore e il carattere capriccioso. Honorè De Balzac.

E’ la Ville Lumiere il centro nevralgico di Midnight in Paris, con il protagonista(un Owen Wilson sorprendente) che ne esamina i borghi, ne spia le viuzze, si inserisce nei suoi ricordi, tra le sue vecchie fotografie e le sue antiche melodie che si sentono più che mai reali. Woody Allen viene da un mezzo passo falso come Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni, ma sembra completamente guarito e pare che abbia dimenticato la sua triplice parentesi londinese, per tornare a fare ancora una volta il suo cinema sognante nella sua forma migliore. L’apertura è una mini guida turistica per le strade di Parigi, con particolare attenzione ai cambiamenti climatici nella città, guidati dalle splendide melodie Sidney Bechet. Come in Manhattan, anche Parigi ha il suo prologo tra le luci e le ombre dello splendido agglomerato cittadino, ed è probabilmente l’unica città, tra quelle visitate da Allen in questi anni, a meritarla veramente. Al centro della storia sta l’idea del protagonista, Gil, sceneggiatore di successo che vorrebbe scrivere un romanzo ma non trova la giusta ispirazione, di voler cambiare epoca, per trasferirsi dal noioso tran-tran quotidiano nella Parigi anni venti. E chi viene in mente quando si pensa alla Parigi di quegli anni? Picasso, Fitzgerald, Dalì, Bunuel, Hemingway, Man Ray. E allora ecco che il sogno si trasforma in realtà. Dalla mezzanotte, come in ogni favola che si rispetti, Parigi cambia forma, trasformandosi in un carosello culturale, pieno di luci, di suoni, di bellezze femminili, trasportando il buon Gil in una dimensione onirica e fantastica, proprio la sua epoca preferita, la Parigi anni venti. Come in ogni film di Allen che si rispetti, il regista ha bisogno di una musa e in questo caso la trova in Adriana(Marion Cotillard, perfetta, che diventerà anche la musa del protagonista), amante di Picasso e di Hemingway che infine troverà la sua epoca perfetta lontano da Gil. La parabola dell’americano in Francia ha sempre affascinato in ogni modo scrittori, musicisti e cineasti dall’alba dei tempi e stavolta Allen riesce a tingerla della sua classica ironia e del suo ottimo sarcasmo, diventando un grande poeta. La morale finale potrebbe sembrare spicciola e un po’ telefonata, ma è senza dubbio quella giusta per concludere un gran bel sogno come questo. Midnight in Paris è il miglior Allen degli anni zero, perché, come già successo con Accordi e disaccordi e Radio Days, quando il cineasta newyorkese fa un film su una delle sue passioni, ne esce sempre qualcosa di grandioso. La scelta del cast, che negli ultimi Allen era diventato molto grande senza riuscire a valorizzare gli attori che proprio di una valorizzazione avevano bisogno, stavolta è ottima: Dall’americanissima Rachel McAdams, ai suoi due divertenti genitori, al bravo Michael Sheen, espertissimo della Ville Lumiere, da Adrien Brody che fa Dalì alla Katy Bates che fa Gertrude Stein e così via. Una lettera d’amore ad una grandissima città, nella sua bellezza assoluta che riesce a catturare l’occhio degli spettatori con grande stile e grande forza. Non un capolavoro, ma qualcosa che va molto vicino a questo. Se siete dei sognatori malinconici, pronti in ogni modo a sostenere che vorrebbero essere nati in altre epoche o anche se solo avete bisogno di ispirazione o volete anche divertirvi un po’, Midnight in Paris è il film per voi. Diffidate dalle imitazioni, è questo il vero Woody.

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quando woody non recita / 15 Giugno 2012 in Midnight in Paris

un film davvero piacevole e sognante. l’unica critica è per l’interpretazione di Owen Wilson che imita in tutto per tutto la recitazione di Woody Allen: il tipico suo personaggio in cerca di qualcosa, il suo modo di parlare “a fiume”, la difficoltà nel comunicare con gli altri. il regista avrà anche deciso di non fare anche l’attore, ma ha trovato piena reincarnazione in Wilson. un pò più di libertà e l’ allontanamento del personaggio dai suoi stereotipi avrebbe aggiunto originalità ad una già bella sceneggiatura.

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31 Maggio 2012 in Midnight in Paris

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Un gioiellino delizioso. Regia di classe, sceneggiatura accattivante, fotografia meravigliosa. Bravi Owen Wilson e Rachel McAdams.

Poco Allen dell’età dell’oro, ma in compenso tanto amore. / 14 Febbraio 2012 in Midnight in Paris

Anche se adorabile, ho delle critiche e vorrei partire da quelle per poi crogiolarmi nel lati positivi.

I personaggi sono totalmente stereotipati e un gran poco interessanti (sarà per gli attori? scelta voluta? chissà). La resa “storica” è superficiale, la scelta di Parigi così ovvia (anche se impossibile disprezzarla).
Non è un bel film di per sè, ma è bella l’idea. Il concetto di sindrome dell’età dell’oro, la nostalgia come negazione del presente, una fuga come un’altra. I riferimenti, le citazioni, il protagonista che suggerisce al tuo regista quasi preferito l’idea per uno dei tuoi film preferiti.
Fa sorridere, non potrebbe fare altrimenti. E soprattutto, giunge il desiderio di leggere tutti i classici che per un motivo o un altro hai tralasciato.

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ritorno ai vecchio stile / 1 Febbraio 2012 in Midnight in Paris

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Ho trovato questo film un ritorno alle origini, il vecchio Woody per intenderci, mai banale sempre ironico, ogni scena fa sorridere e fa riflettere, ritorna in auge l’umorismo intellettuale che lo ha sempre contraddistinto in passato.
Credo che il film più affine a questo sia Provaci ancora sam, in esso W. ricerca in Bogart un qualcuno che approvi le sue scelte e il suo modus vivendi, qui invece il protagonista (Owen W. è quasi un clone di Woody Allen) si ritrova in un mondo parallelo letterario dove può essere se stesso e prendere consapevolezza di poter vivere nel mondo reale senza fuggire……. Veramente un ottimo film……..

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30 Gennaio 2012 in Midnight in Paris

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

proprio magico… si ritrova la freschezza dei suoi primi film e torna a raccontare la commedia della vita come solo lui sa fare: con i suoi personaggi ..e Owen Wilson senza dubbio il miglior alter ego di Allen che io ricordi.Molti i momenti che strappano il sorriso (su tutte la visita al museo davanti alla tela di Picasso) come non accadeva dai tempi “La Dea dell’amore”, “Pallottole su Broadway” e” La maledizione dello scorpione di Giada”. Nonostante ciò, “Midnight in Paris” non è all’altezza di “La Rosa purpurea del Cairo”, con cui ha ovviamente più di un’affinità: ma è comunque decisamente e semplicemente bello, grazie anche ad una chiusura romantica più “fiabesca” del resto del film
In entrambi i film, infatti, l’arte – cinematografica in un caso, letteraria nell’altro – ha un potere catartico. Il racconto, qualunque forma esso assuma, immergendoci in una vita “altra”, in un immaginario che, pur entro certo limiti, possiamo plasmare a nostro piacimento ed adattare al nostro vissuto, ci fa sognare e allo stesso tempo ci apre gli occhi, ci aiuta a confrontarci con noi stessi e con la nostra vita e, in alcuni casi, come accade a Gil nel finale, ci illumina e ci guida nella direzione giusta.

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il mito dell’età d’oro / 16 Gennaio 2012 in Midnight in Paris

sono cresciuta sentendo i miei genitori rimpiangere i “bei tempi” quindi mi sono trovata perfettamente a mio agio vedendo questo film che con la leggera e un po’ frivola ironia di Allen strizza l’occhio all’Europa concludendo che Parigi è bella ma è meglio viverci adesso con antibiotici e buone assicurazioni.

12 Gennaio 2012 in Midnight in Paris

Un film banale e banalmente consolatorio sulla contemporaneità (beato lui che ci riesce…)
Clichè culturali malamente celati in caricature
Parigi come la puoi vedere in tre ore con un gruppo di giapponesi (tour eiffel, pigalle, non martre e museo rodin)
a napoli si dice cchiù black d’a midnight nun pò vvenì…mi auguro che il prossimo sia migliore

a woody non posso dare meno di sei ma…. / 10 Gennaio 2012 in Midnight in Paris

delusione. Carino, divertente, con quei quadri d’epoca che sono anche brillanti (la Stein e I surrealisti maiuscoli, il rinoceronte è davvero perfetto), però…debole, poco ispirato se si esce fuori dall’idea di un sogno che trasmette alla fine al protagonista la consapevolezza di essere non coerente con il suo periodo storico, sì, ma. E allora a parte la melanconica nostalgia di un’epoca perduta e neppure vissuta cosa ci dice questo film sul presente e la vita vissuta, non sognata? Che il matrimonio è una trappola, che i soldi dividono il mondo, che se hai un bel sedere e sei capricciosa conquisti gli uomini ok, ma sono macchiette. Allen usa stilemi molto conosciuti (lo scirttoruncolo che guadagna a hollywood, la fidanzata bella, viziata e fedigrafa, l’erudizione fine a se stessa), fotografa parigi, ma non punge. Direi che è un intrattenimento piacevole, ma inutile, non aggiunge molto al discorso alleniano, non scoppietta dal punto di vista dei dialoghi, non osa dal punto di vista delle immagini. Vago insomma, sì nostalgico, ma non c’è pathos. L’unica idea, ma non portata a termine, è che in fondo siamo condannati alla solitudine: se il protagonista e Adrianne si piacciono, sono in sintonia, sono le anime separate dal tempo in verità poi sono due persone che non comunicheranno mai chiusi dentro al loro sogno che è sì simile, ma totalmente diverso. La consapevolezza di Gil è fugace, è una resa, ma non c’è struggimento e alla fine neppure il tempo per sentirsi persi o ritrovati. Allen fintamente ottimista, ma che non ha voglia di scavare molto oltre la barriera onirica.

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10 Gennaio 2012 in Midnight in Paris

Come ho detto uscendo dalla sala: “Midnight in Paris è il sogno che inseguo da tutta una vita”…
Bravissimo Wilson, bellissima Parigi, geniale Allen.

10 Gennaio 2012 in Midnight in Paris

Potrà anche essere vero che l’Allen attuale non è più quello di una volta , come sostengono molti suoi accesi sostenitori , ma quest’ultimo lavoro mi è sembrato il più azzeccato fra i suoi più recenti anche al di là del grandissimo contributo fornito alla riuscita del film dall’incredibile fascino di una città unica al mondo (le sequenze iniziali sono di straordinaria bellezza) e dall’incanto di una splendida colonna sonora dove fa spicco la chitarra di Stephane Wrembel (a me prima totalmente sconosciuto) che col suo stile “manouche” ricorda quella del mitico Djiango Reinhardt .
Una bella favola che suggerirei di non perdere.

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con la testa fra le nuvole / 29 Dicembre 2011 in Midnight in Paris

è davvero un film che riesce a farti sognare anche quando sei uscito dalla sala.

Che fine ha fatto Woody Allen… / 28 Dicembre 2011 in Midnight in Paris

Totalmente un film che una volta finito non ti lascia assolutamente niente. Non è divertente (mai…) non è romantico (meglio…) e non saprei dove e come inserirlo come genere. Pare che chi ha visto Parigi vedere qiesto film l’emoziona per il fatto che lo rivede anche in epoche diverse ma francamente non lo trovo per niente bello. E poi il protagonista recita come se fosse il balbuziente Woody Allen nei suoi vecchi, storici film. Totalmente fuori ruolo.
Non lo consiglierei a nessuno…
Inutile…

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17 Dicembre 2011 in Midnight in Paris

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

il film è moscio,insipido, noioso e risulta stucchevole svariate volte,essendo una commedia dovrebbe far ridere,ma non ci riesce mai,non basta una sempre splendente e ammiccante Marion Coltillard a salvare la baracca,al disastro cinematografico contribuisce Owen Wilson totalmente incapace di installare emozioni positive nello spetattore che subisce il colpo di grazia vedendo le sequenze con miss sarkozi impegnata nel ruolo di guida turistica e l’happy end manda definitivamente a terra le palle del pubblico pagante.

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Bentornato, Woody! / 16 Dicembre 2011 in Midnight in Paris

Un film che profuma di libro e che sembra essere incrostato di pittura, che ti permette di fluttuare in un mondo tutto tuo, gustando la fantasia di poterti assaporare un bicchiere di vino con chi, dal passato, ispira quotidianamente il tuo presente attraverso le sue opere.
Il film si carica di un po’ troppi stereotipi tipici di uno sguardo extraeuropeo, che, però, alla fine non stonano eccessivamente, poichè contribuiscono a raccontarti una fiaba che a volte ti pare così possibile, nelle tue fantasie, da sembrarti reale. Un esempio: prima ancora che venisse rivelata l’identità di Hemingway, il film mi aveva già trasportato in “The Sun Also Rises”, poi sempre più lontano, attraverso una continua associazione di idee e sensazioni. Uno dei rarissimi casi in cui cinema e letteratura si fondono in un connubio perfetto (cosa molto diversa dalla fastidiosa banalità di commenti tipo “Il libro è molto più bello”. Qui si incontrano e si sposano con armonia due arti totalmente diverse tra loro che troppo spesso si tendono a paragonare annullandone le rispettive peculiarità).
Irresistibile, infine, il cinico umorismo di Inez, che costituisce, forse, quel necessario e improvviso trasalire che ti riporta alla realtà delle cose.
Una piacevole sorpresa dopo tante recenti delusioni firmate Allen.

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14 Dicembre 2011 in Midnight in Paris

All’inizio mi sembrava il solito film cartolina, con un protagonista isterico e sfiduciato tipico di Allen ma poi mi sono ricreduto. Stavo per bocciare il film quando penso di averne colto il lato emozionante. Si perchè la fotografia morbida e calda esalta gli scorci di una città che Allen è maestro nel mettere in luce ma, più ancora, si apprezza una sceneggiatura costruita intorno alle personali rivisitazioni di Allen dei grandi artisti, scrittori e compositori della Parigi degli anni ’20. Me lo immagino mentre legge “Il grande Gatsby” pensando a come doveva essere Scott Fitzgerald e, in questo film dedicato a Parigi, Allen (che si sente sicuramente scrittore) ha messo insieme tutti gli intellettuali che ha incontrato e di cui ha fatto esperienza. Dopotutto mai cornice si è rivelata migliore. E ha fatto tutto questo inserendo anche una riflessione sulla nostalgia dei tempi andati e sulla costante insoddisfazione di chi nonguarda alle piccole cose.
Insomma, non siamo di fronte al capolavoro, questo no di certo e, una volta di più ho visto un film di Woody Allen diverso da quel lontano “match point” che sa di anomalia nella sua carriera, ma da dopo quel film fino a questo di oggi, “Midnight in Paris” è forse quello che ho apprezzato di più.

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11 Dicembre 2011 in Midnight in Paris

Ho trovato questo film gradevolissimo: è una commedia leggera leggera, confortante, perfino rasserenante.
Delle nevrosi alleniane c’è solo qualche accenno e le sue critiche sociali sono più blande del solito (non sembra avere un obiettivo preciso, nei suoi pacati strali, stavolta, se non quelli nei confronti delle fidanzate petulanti e degli intellettualoidi pedanti), ma non per questo la pellicola risulta insipida.

Il gusto per l’assurdo ed una fantasia giocosa, quasi infantile (quali e quanti nomi “famosi” posso inserire nel racconto? E con quali dinamiche? Chi vorrei incontrare, se anch’io…?) tengono desta l’attenzione dello spettatore.

Il finale, benché non proprio originale e, anzi, un po’ raffazzonato, ha il sapore della favola e, a conti fatti, è la logica conclusione di un racconto articolato su toni fiabeschi.

Wilson è davvero buffo, con la boccuccia perennemente stupita, e sembra trovarsi a suo agio nello stralunato ruolo affidatogli; la Cotillard è, dal canto suo, incantevole e tutto il dialogo iniziale in cui si racconta a Gil, pur soavemente vacuo, è fascinoso ed ispiratore; Adrien Brody… oh, Brody è Dalì fatto e finito, per un attimo riesce perfino a sgranare gli occhi alla sua maniera, scelta davvero azzeccata.

Nota: ribadisco: perché non impedire, una volta per tutte, a Giannini Jr. di doppiare qualsivoglia cosa?

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9 Dicembre 2011 in Midnight in Paris

Il film è carino, come ambientazione splendido (folle voglia di Paris, folle voglia di anni ’20, folle voglia di Fitzgerald), ma francamente mi aspettavo di meglio. Sì, certo, incontrare fior fiore di artisti e intellettuali tra una conga ed un jazz è meraviglioso per qualcuno che ama rifugiarsi nelle epoche che furono. Ma proprio per questo avrei preferito che si puntasse sul sogno, più che sulla realtà; perché mai Woody Allen dovrebbe trasmetterci la morale banalotta del vivere il presente (“ma no”, dirà qualcuno “il passato è fatto di tanti presenti: il vero messaggio è che non esiste un’epoca migliore dell’altra”… e vabbè, è banale comunque!)? Lo facesse con stile, poi… E invece non è neanche brillante; per non parlare del finale estremamente stonato.
Le sei stelle sono un premio per avermi fatto vedere Parigi per la prima volta ed avermi fatto conoscere qualche scrittore e pittore “dei tempi buoni”, ma non penso mi rimarrà altro. Ah, sì, anche perché è la prima recensione che scrivo.
Peccato.

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Poco ‘Woody’ / 6 Dicembre 2011 in Midnight in Paris

Un film decisamente particolare, in cui peró ho notato davvero poco lo ‘zampino’ del regista, Woody Allen. Pochissima ironia, pochissime scene divertenti o aspetti portati all’estremo, caratteristica di solito onnipresente nelle sue pellicole (qui la troviamo solo nella rapprestentazione dei genitori ultrasnob della fidanzata). Questa non è una critica peró, il film è stato concepito infatti con uno scopo differente. Quello che mi è rimasto sono due insegnamenti, uno più personale che suona circa cosi nella mia mente: ‘Smettiamola di pensare al passato perchè è finito ed è nel presente che noi possiamo essere felici.’ L’altro, è un po’ più, passatemi il termine, universale: è necessario sfatare il mito che vede presente come una degenerazione negativa di ció che è stato. Ogni epoca ha artisti meravigliosi, invenzioni straordinarie e eventi irripetibili e per questo bisogna apprezzarla.

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