Recensione su Midnight in Paris

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15 Febbraio 2015

Il miglior Woody Allen degli ultimi anni.
Se qualcuno non ha mai provato quella sensazione definita “sindrome da epoca d’oro”, difficilmente potrà vedere in questo film qualcosa di diverso da una bizzarria intellettuale.
La storia dello scrittore americano Gil, in visita a Parigi con la promessa sposa Inez, che si troverà ribaltato nella Parigi dei roaring twenties, conoscendo personalità del calibro di Hemingway, Scott Fitzgerald, Picasso, Dalì, ecc., è l’ennesimo parto della mente del regista newyorkese, una delle idee più riuscite degli ultimi anni.
Chi non ha mai pensato a quella sensazione del “come sarebbe stato bello vivere in quella determinata epoca”, sintomo di una insoddisfazione del presente che è naturale nell’uomo (o per lo meno nell’uomo che ha consapevolezza di sé)?
Woody in questo film parla essenzialmente di ciò, senza lesinare un tocco di autoironia per questi eterni sognatori (quelli degli anni Venti rimpiangono la Belle Epoque, i cui protagonisti, a loro volta, ritengono insuperabili le epoche precedenti).
Sapersi riconciliare col presente e con quello che ha da offrire è l’insegnamento finale di un Gil che lascia la sua promessa sposa per incontrare quella che finalmente sembra la sua anima gemella, in un presente tutto da vivere e da scoprire.
Grandissimo Woody, gran film, degno di figurare tra i top della sua cinematografia, accanto a mostri sacri come Manhattan, cui assomiglia molto, almeno nello spirito, a oltre trent’anni di distanza.
Unico neo, se vogliamo trovarne uno, è quel senso di cartolina, di depliant turistico che ha la pellicola in apertura, per poi essere fortunatamente quasi subito accantonato.
Ottime le prove degli attori: Owen Wilson ha l’esprit du role del sognatore incallito, mentre tra i caratteri immaginati da Gil nei suoi viaggi nel passato brillano l’Hemingway di Corey Stoll e l’esilarante Dalì di Adrien Brody.

3 commenti

  1. giannipatrasso / 4 Novembre 2016

    Assolutamente d’accordo. Il film “Jazz” per eccellenza.

  2. hartman / 4 Novembre 2016

    eh sì @jerrytarantino, Woody Allen e musica jazz vanno di pari passo…
    anche Il grande Gatsby di Clayton (quello con Robert Redford) lo annovererei tra i “film jazz” per eccellenza…

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