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Lo Hobbit - La desolazione di Smaug

/ 20137.1621 voti

Bello, ma….. / 8 Febbraio 2015 in Lo Hobbit - La desolazione di Smaug

Senz’altro emozionante, bello da vedere, visivamente un gioiellino per gli occhi. Ma mi viene spontaneo paragonarlo alla “Trilogia Dell’Anello” e perde un pò. La storia sembra dilungarsi, l’azione arriva dall’incontro con Smaug e il finale a mezz’aria qui è proprio un colpo basso! Carino, ma pensavo meglio.

27 Gennaio 2015 in Lo Hobbit - La desolazione di Smaug

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Da 4000 m alle verdi pianure in 4 sec netti, e tutto di corsa. Inseguiti da orchi grigi e vari e perennemente incazzati (dev’essere cattiva digestione), pure sti vecchi nani viaggiano come delle spie, o portano gli anni molto male. Jackson rispetto a Tolkien ha qui ormai mollato del tutto gli ormeggi, per cui aggiunge toglie rimodella e corre accanto ai suoi nani. La forma fisica è quella. A me delle discrepanze dal testo originale fregasega, non essendo fanatico, e i presupposti al Signore degli anelli me li fumo perché tanto non me lo ricordo quasi. Scordando tutto si vive in un mondo di continue sorprese. La storia è sempre lì, Watson ma coi piedi grossi e un anello dell’invisibilità nel motore, Gandalf e 12 nani sulla cassa del morto viaggiano verso la montagna, tutto ha i nomi di quella gag di AldoGiovannieGiacomo di anni fa, ostacoli e ostacoli e ancora ostacoli si frappongono tra loro e l’obiettivo. Nel frattempo si passa dagli Elfi, si trova Legolas che qui è un po’ servo della gleba a freccia alta, parte una improbabile storia interracial tra un nano e una elfa semignocca che pone le premesse per un porno scadente. Ma si passa avanti, inseguimenti, ragni, cascate, gli orchi sono sempre più tamarri e chiedono del bicarbonato, cose così. Dopo un passaggio alla città di Pontelagolungo (un po’ la Venezia sfigata del posto), la compagnia quasi tutta arriva a, e dentro, Erebor, la montagna che blabla. Tra l’altro, se dovunque vai ti mettono in galere due domande dovresti fartele. Anyway, nella pancia della montagna viene mandato Bilbo a rubare l’Arkengemma, che non ricordo perché ma è una cosa utile. O figa. Or both. Gli interni della montagna hanno sterminate distese di denaro (sarebbe curioso sapere chi conia moneta, lì) difeso dal drago del titolo, che ci dorme letteralmente sotto. Peggio di Paperone. Questo drago è un capolavoro di effetti speciali, non è per niente simpa, parla un sacco anziché uccidere e non ha il minimo senso strategico: pertanto viene ciuccellato per un’ora a ripetizione da Bilbo. Alla fine, offeso, se ne va a distruggere Pontelagolungo e le sue prostitute nelle vetrine. Eh?
Bon, finisce il film.
Grosso senso di wtf, non è successo quasi niente e bisogna aspettare il prossimo (si poteva riassumere: i nani arrivano a Erebor); ma sai, non è tanto la destinazione quanto il percorso che si compie per arrivarci a valere la pena. O no?

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effetti speciali e buon ritmo / 17 Novembre 2014 in Lo Hobbit - La desolazione di Smaug

niente di più di quello che mi aspettavo

7,5 / 16 Settembre 2014 in Lo Hobbit - La desolazione di Smaug

Bella la parte col drago

Come sodomizzare un gran libro e vivere felici (e ricchi) / 3 Maggio 2014 in Lo Hobbit - La desolazione di Smaug

Schifo.
Partivo con presupposti tutt’altro che esaltanti, ma difficilmente mi sarei aspettato un film di così infimo livello. Tutto quello che c’era di buono nel Signore degli anelli (e in parte in Un viaggio inaspettato) è stato buttato alle ortiche, col risultato finale di un film di quasi tre ore pieno di scenette comiche (?), assurde e in molti casi anche irritanti. D’altro canto, cosa pretendi quando hai l’insana idea di trarre tre film da un libro lungo nemmeno 400 pagine? Eh, ma ci sono gli effetti speciali, che meraviglia!!
Breve riassunto delle cose che ho trovato brutte brutte brutte:
– Beorn. Nel libro è uno dei personaggi migliori, nel film è ridotto a un’apparizione di 5 minuti in cui si vede un omone che ha api giganti e il latte più buono di tutta la Carroccia.
– Tenera, noiosa ed irritante love story tra un nano e un’elfa (con Legolas che, giustamente, se la prende a male). Ps: qualcuno deve spiegarmi perché il 99,9% dei nani è formato da esseri bassi e brutti mentre Thorin e nipoti sono dei gran figoni, quanto di più lontano si possa immaginare da un nano tolkeniano.
– Legolas che alterna arco e coltello senza un motivo logico (scocca la freccia contro avversari a venti centimetri da lui, che borioso)
– Radagast;
– La corsa dei barili, totalmente delirante, è un mero pretesto per far vedere quanto sono bravi ad usare gli effetti speciali;
– I goblin ninja;
– La battaglia epilettica tra Gandalf e Sauron (e il solito vecchio cliché “io cattivo ho in pugno il buono ma non lo ammazzo per motivo ignoti”);
– Bard che viene fermato da uno sgambetto. Da parte del reggente, per giunta. Neanche nei migliori film slapstick ;
– Smaug. Ok, grafica splendida, doppiato magnificamente da Cumberbatch, drago possente ma così stupido da farsi allegramente abbindolare dai sapienti trucchi nanici (“ehiiii” “siamo quaggiuuuù”..se lo fai con gli Uruk-hai è un conto, se lo fai con un drago intelligentissimo è un altro). Vengono inoltre sfidate tutte le leggi della fisica seppellendo nel salone Smaug con l’oro fuso di una statua (che statua immensa dev’essere!) e tra l’altro, Bilbo come diamine ha fatto in pochi istanti ad inerpicarsi al sicuro dietro una colonna con le sue gambette da hobbit? Mistero.
– Radagast;
– Il finale, che potenza di cliffhanger!!!!

Ecco cosa succede ad avere zero idee per la sceneggiatura di un film: tanti effetti speciali, ma film d’una pochezza unica che stravolge un ottimo libro come Lo Hobbit. Per chi lo trova un capolavoro contenti voi, per me (e per tutti i miei amici, nessuno escluso) è solo un pessimo lavoro.

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TAURIEL!!! Voglio essere il tuo nano… :) / 2 Maggio 2014 in Lo Hobbit - La desolazione di Smaug

Secondo capitolo.
Ho ancora il mente il libro e, come nel primo capitolo, riconosco la grande opera di riproduzione. Effettivamente molto realistico e fatto bene.
La scena dei ragni è incredibile!!!
Poi Smaug è molto bello…
Ripeto: se piace il genere è da vedere altrimenti il sonno vien da solo.
Confermo il 7 del primo in attesa del gran finale…
Ad maiora!
N.B.: curioso il Re degli Elfi… Sembra Scialpi… 😉
E Tauriel… Mamma mia che bella che sei… Scusate questa digressione ma quando ci vuole…

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26 Gennaio 2014 in Lo Hobbit - La desolazione di Smaug

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Capisco voler lasciare la battaglia finale con il drago alla terza parte della trilogia in ogni caso è troppo troppo lungo. O onor del vero meno noioso del primo però.

Lo Hobbrobrit – La desolazione… e basta / 29 Dicembre 2013 in Lo Hobbit - La desolazione di Smaug

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Come succede alla fine di una grande storia d’amore, ho deciso di prendermi un paio di giorni di riflessione per esprimermi lucidamente su questo ennesimo film di Peter Jackson sui libri di Tolkien. Parlo con il mio cuore di nerd in mano, un cuore che ha battuto forte ad ogni scena della trilogia de ” Il Signore degli Anelli”, ma che ha smesso di palpitare già dal primo capitolo del “Lo Hobbit”.
Non sono uno di quei puristi scassapalle che criticano anche una virgola fuori posto di un film tratto da un romanzo, non voglio che un regista e uno sceneggiatore ripropongano al cinema ogni singola riga di un libro, anzi la loro libertà di espressione potrebbe aggiungere un tocco personale alla storia e renderla addirittura più appassionante. Un mix vincente che ho trovato in alcuni film, pochi a dir la verità, ma “Lo Hobbit – la desolazione di Smaug” di sicuro non è tra questi. I film sulla saga de “Il Signore degli Anelli”, con tutti i loro difetti, i loro limiti, le loro inesattezze, sono riusciti, almeno secondo me, a far rivivere le atmosfere e le sensazioni trasmesse dal libro di Tolkien (ancora ho i brividi pensando alla carica della cavalleria di Rohan nella battaglia di Minas Tirith o all’eco delle inquietanti voci degli orchetti nelle miniere di Moria). “Lo Hobbit”, invece, non mi ha dato alcuna emozione. L’unica parte che ho apprezzato è l’incontro tra Bilbo e Smaug, fatto veramente bene e capace di dare un sussulto allo spettatore, tuttavia non è sufficiente per salvare il film.
Con 10000 effetti speciali creati con la computer grafica e con la maestosa scenografia, sinceramente, non so cosa farmene se non c’è qualcosa in grado di coinvolgermi. Per non parlare di scelte discutibili come l’introduzione di personaggi inventati come Legolas e Tauriel o la decisione di fare il drago con due sole zampe tipo un pollo… ripeto, mettere cose diverse rispetto al romanzo originale non è un male (a onor del vero Smaug è spettacolare, nonostante sia una semplice viverna), il problema è che se decidi di farlo… FALLO COME SI DEVE, PORCA MISERIA!!!! Personaggi inutili, scene inutili, dialoghi inutili che rallentano il ritmo del film, specialmente quelli che riguardano l’indecente love-story tra Tauriel e Kili, cioè tra l’elfa dai capelli rossi con la tempesta ormonale e il nano figo e belloccio della compagnia di Thorin… secoli di racconti fantasy, di scontri epici tra elfi e nani buttati nel cesso per tirare fuori una mini-storia d’amore modello Twilight ?! No Jackson, non ci siamo proprio. Capisco la libertà dell’artista, capisco l’esigenza di richiamare un pubblico più giovane e variegato per fare cassa, capisco anche l’inesorabile avanzare dell’età, però a tutto c’è un limite!

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Lo Hobbit. Capitolo 2° / 28 Dicembre 2013 in Lo Hobbit - La desolazione di Smaug

Al primo film avevo dato un otto. Al secondo, ho deciso di dare un bel nove.
Nonostante le aggiunte di Jackson e le differenze rispetto al romanzo di Tolkien, il film è appassionante, adrenalinico, più veloce rispetto al capitolo precedente, ma sempre attento ai particolari; le scenografie sono meravigliose, incredibilmente suggestive. Smaug, il drago, è favoloso e anche il suo doppiaggio è perfettamente riuscito. Avevo i brividi, mentre Bilbo dialogava con “il re sotto la montagna”. E avevo i brividi ogniqualvolta veniva fatto cenno a Sauron e all’Anello. Per quanto mi riguarda, sono riferimenti sempre molto graditi. Molto affascinanti Richard Armitage (Scudodiquercia) e Lee Pace (Thranduil). L’unico appunto: avrei approfondito maggiormente la parte incentrata su Beorn.
Ottimo lavoro, comunque.

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Il voto sarebbe un 7.5 / 26 Dicembre 2013 in Lo Hobbit - La desolazione di Smaug

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Secondo capitolo delle avventure di Bilbo Baggins con Peter Jackson che si prende un pò di libertà rispetto al romanzo. Piccola premessa sul come è “nata” la compagnia dei nani + Bilbo. Poi si ritorna al presente coll’incontro con il mutapelle Beorn che pur restio ad aiutare i nani, indica loro la via per fuggire agli orchi. Devono attraverso il Bosco Atro (Gandalf si separa però da loro) dove dopo un girovagare un pò in tondo ci sarà una prima bella scena d’azione con il combattimento con i ragni. Si fa poi la conoscenza, non troppo amichevole per Bilbo e soci, degli Elfi Silvani tra cui ritroviamo Llegolas (che però nel romanzo non compare) e la bella Tauriel (la splendida, anche con le orecchie a punta, Evangeline Lilly la Kate di Lost; anche lei non compariva nel romanzo). Forse Jackson rende un pò troppo “perfetti” nei combattimenti i due Elfi Silvani; un pò bastardo invece il re (rispettato il personaggio) Thranduil. Grazie all’aiuto di Bilbo che era sfuggito alla cattura, i nani riusciranno tra mille peripezie a sfuggire agli elfi e proseguire la loro marcia verso la montagna solitaria. Altro incontro con il traghettatore Bard (nome familiare, x me 🙂 interpretato da Luke Evans già visto in The raven e soprattutto in Fast and Furious 6), personaggio infido, vedovo con tre figli che li porta a Pontelagolungo. Spettacolare questo villaggio sul lago. Il film ha la sua parte migliore con l’incontro tra Bilbo e il drago Smaug (spettacolare, ben doppiato in italiano anche se sarei curioso di sentire la voce originale di Benedict Cumberbatch (il cattivo dell’ultimo Star Trek). Intanto Gandalf ha i suoi problemi a Dol Guldur.
Spettacolare e interessante anche questo secondo capitolo con ottime scene d’azione e splendidi paesaggi. L’hobbit l’ho letto da adolescente e quindi i ricordi sono un pò sfuggenti; però molte aggiunte da parte di Jackson, soprattutto per unirlo al Signore degli anelli. In attesa del terzo capitolo.

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24 Dicembre 2013 in Lo Hobbit - La desolazione di Smaug

Le vicende di un Hobbit, narrate da Tolkien tempo fa, vengono riassorbite e modificate da Peter Jackson, per la creazione di un fantasy le cui radici paiono trascurate, quindi appassite. Se l’immensa onestà intellettuale di Jackson si palesò nella trilogia del “Signore degli anelli”, dimostrando profonda umiltà nell’approccio al racconto epico e riproponendolo attraverso l’immenso lavoro che tutti conosciamo, ne “Lo Hobbit” il regista contraddice se stesso, improvvisandosi quello che non fu, cioè modellatore di idee, sviluppatore del pensiero tolkeniano. Da qui la decisione di prendere il volumetto discreto, narrante una storia altrettanto discreta, e vestirlo da kolossal, inventando collegamenti con la più nobile storia e traviandone completamente le ragioni. Il secondo dei film fino ad ora usciti portava con se le responsabilità che il primo capitolo non si era accollato, tra le quali una concreta caratterizzazione dei personaggi e una narrazione da consolidare. Un primo tempo voglioso, dai ritmi sostenuti e dalle trovate di sceneggiatura articolate e piacevoli (la vicenda di Beorn, dapprima temibile creatura, poi ospite impensato, con i nani che trovano rifugio nel paradosso della sua dimora, da lui stesso e dagli orchi) e dai toni quasi aulici, lasciava intravedere le potenzialità di un racconto stimolante.
Nel secondo tempo il messaggio diventa chiaro, e i timori realtà: Jackson si sostituisce a Tolkien, inventando presuntuosamente dinamiche impossibili da immaginare un secondo prima: la narrazione rimane compatta e scandita, ma il contenuto si fa posticcio e televisivo: personaggi inventati assumono ruoli di rilievo, ed ecco che Tauriel, azzeccata nella dolce fisionomia di Evangeline Lily e nelle spettacolari scene di azione elfiche delle quali non riusciremo mai a saziarci, inizia a caricarsi di troppi minuti, di presunti flirt interrazziali (scelta quantomai sacrilega) e diventa simbolo di una deriva che trova le sue cause in una sceneggiatura presuntuosa, invadente e veramente poco onesta: il film diventa operazione commerciale senza scrupoli. Così si sbiadiscono ruoli e concetti, svilendo il luogo di appartenenza delle diverse razze, la cui misticità e misteriosità si mostrava nella capacità di proporre il personaggio, e nei limiti definiti di tradizioni osannate, in contrasto a peculiarità del tutto inventate che si appiattiscono in tratti comuni, facendo risultare ogni razza molto più simile agli umani.
Se ci distacchiamo dalla presenza dello scrittore (operazione quantomeno discutibile) si intuiscono comunque l’immensa capacità registica palesata nelle sequenze d’azione dove la padronanza dell’inquadratura non è solo consapevole, ma completamente amalgamata al divertimento dell’immagine, nei mirabolanti salti e capriole, parte integrante di coreografie esaltanti e virtuose. Le scenografie da antologia dettano spazi alla bella fotografia, impreziositi dalla sempre azzeccata colonna sonora. Smaugh è la potente conferma di un attore (Benedict Cumberbatch) e della capacità sia tecnica che immaginifica dei professionisti degli effetti speciali.

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23 Dicembre 2013 in Lo Hobbit - La desolazione di Smaug

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Sono andato al cinema senza aspettarmi troppo da questo film, e infatti così è stato….
So perfettamente, avendo letto il libro, che Lo Hobbit ha più un carattere fiabesco/avventuroso e niente o poco di epico. Ecco però io tutta quest’avventurra non è che l’abbia percepita tantissimo, anzi, si vede come PJ tenti di rendere epica una storia che non è stata scritta per avere quest’ atmosfera, rallentandone il ritmo purtroppo.
Con questo non voglio dire che il film sia brutto, però diciamo che non è uno di quei film che ti resta in testa per giorni e giorni…
Si salvano, ovviamente, gli effetti speciali, le scene con Smaug sono molto ben fatte, nulla da dire su questo ci mancherebbe, mi è piaciuto anche Gandalf in versione Dragon-Ball che combatte contro il negromante, non so perchè ma ho pensato subito a DB in quella scena :D, e basta….tutto qui.
Insomma, il film carino e godibile, anche se la prima parte è un pò lenta…..poi vabè l’elfa combattente ci può stare, per carità non sono un purista del libro, però che mi si metta a flertare col nano e mi fa ingelosire il Legolas no, e dai xD

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una brutta scommessa / 22 Dicembre 2013 in Lo Hobbit - La desolazione di Smaug

Tanto lavoro dietro la macchina da presa non produce necessariamente un buon film. Inizio le critiche da un confronto con il libro, per poi dedicare qualche riga al film vero e proprio. Lo spirito fiabesco del libro di Tolkien era già stato accantonato nel primo episodio, a favore di un tono epico che evidentemente risulta più congeniale al regista, e la stessa cifra stilistica prosegue naturalmente in queste seconde tre ore. Chi ha letto il libro sa bene che l’autore vira verso l’epico (stile LOTR) solo negli ultimi capitoli, e dunque si sarebbe potuto lavorare in tal senso anche cinematograficamente. Non è per una pura e semplice questione di principio che si fa notare la scarsa aderenza (ogni regista è libero di fare quello che gli pare) tra l’opera originale e il suo adattamento, dal momento che ad essere giudicato è proprio il risultato finale, cioè il film, che in questo caso non convince. Si percepisce una certa incongruenza tra lo stile appunto, e i contenuti delle scene stesse (gli uomini neri, gli indovinelli con Gollum nel primo, l’incontro con gli elfi e con Smaug nel secondo). Ed è naturale che sia così, dato che quei contenuti risultano pensati esattamente per una storia dal sapore fiabesco. Non si tratta di fare i precisini o “i criticoni rancorosi” (sic) come ha scritto qualcuno prima di me, ma solo di capire che nel maneggiare un’opera compiuta, solida, con l’intento di riadattarla, non sempre si riesce a produrre qualcosa di coerente. Il motivo di questa scomposizione sembra inoltre quello di offrire un prodotto più “appetibile”, dove non manca la solita avventura movimentata, con una punta di romanticismo (ridotto alla classica e banale “storiella d’amore”) e con scene implausibili e irreali. Perché si, anche in un fantasy si percepisce il fastidio di un personaggio come Legolas che fa il supereroe e vince contro tutto e tutti, e saltella sulle teste dei nani come un acrobata da circo. Per non parlare della ridicola battaglia con il drago. La contemporanea ricerca di pathos e di emozioni da Lunapark non è rara nel cinema attuale, e che piaccia o meno ha il demerito di appiattire l’originalità dell’opera accomunandola ad altri prodotti affini diffusamente presenti nell’industria cinematografica.
Ci sono poi critiche che non hanno a che fare con il libro di Tolkien, e che valgono da sole a giustificare la mia insufficienza al film. In breve: una sceneggiatura scialba e a tratti noiosa, in particolare impoverita da dialoghi banali, e la mancanza di una giusta linearità tra le scene (si percepisce uno “scarto” eccessivo in più di un’occasione, tra una sequenza e l’altra, ed è soprattutto Beorn a farne le spese) rendono il film piatto e poco appassionante, non riuscito nemmeno in quello che dovrebbe essere il punto forte di Peter Jackson. Ottime invece le fotografie e in generale la scelta delle ambientazioni. Che dire? C’è mestiere, d’accordo, e a molti a quanto pare questo film è piaciuto, ma mi sento ugualmente in dovere di sconsigliarlo, perché credo che la delusione nel vedere un lavoro così malriuscito sia più alta del piacere che se ne può ricavare, nell’eventualità che siate tra quelli che questo film lo apprezzerebbero. Una brutta scommessa insomma che sta a voi decidere se giocare o meno.

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6,5 ma a Natale siamo tutti più buoni / 22 Dicembre 2013 in Lo Hobbit - La desolazione di Smaug

Seguito de “Lo Hobbit – Un viaggio inaspettato”, con lo stesso cast tecnico e artistico. La storia ormai è nota: far sì che i nani tornino nella propria terra natia abbandonata a causa di un drago, e per farci una trilogia di film da quasi tre ore ciascuno la si prende allo stesso modo in cui Amleto prende la vendetta, ossia alla lontana.
Molto alla lontana.
Troppo alla lontana.

Il problema nel giudicare questa pellicola è che oggettivamente è realizzata molto bene, confermando l’elevata qualità della serie. Ciò non era scontato, perché visti gli enormi incassi delle quattro pellicole tolkeniane precedenti avrebbero anche potuto girare un film mediocre o peggio, confidando nel fatto che moltissimi sarebbero andati comunque a vederlo.
Quello che hanno fatto con Harry Potter e Twilight, praticamente.

Non si può sorvolare però sul fatto che la divisone in più parti dello scarno romanzo “Lo Hobbit” sia stata frutto di una precisa e remunerativa scelta commerciale, la quale incontra difficoltà proprio nella brevità del romanzo da cui la pellicola è tratta. Per riuscire a farne una serie di film così lunghi si è annacquato il brodo talmente tanto da non sentire quasi più il profumo della carne e degli aromi usati per insaporirlo. Per tutta la pellicola si ha un continuo aprire parentesi, nella quasi totalità non chiuse, e ciò alla lunga infastidisce.

Si pecca inoltre nell’esagerato numero di personaggi secondari, che se ne “Il Signore degli Anelli” ci poteva stare, essendo un romanzo dai toni epici e dall’ampio respiro, qui zavorra eccessivamente il ritmo narrativo, con bruschi tagli da una scena all’altra e la perenne sensazione che questo film sia solo un riempitivo per arrivare alla terza pellicola.

“La desolazione di Smaug” non è affatto un brutto film, quindi. Peccato sia utile come una cintura senza buchi.

Dopo questa doverosa introduzione, che dire?

Se nella trilogia de “Il Signore degli Anelli” lo scopo della truppa era quello di distruggere un monile, la connotazione negativa della ricchezza è anche qui presente: il rettile sputafuoco infatti è sempre stato allegoricamente la rappresentazione dell’avarizia e della bramosia di ricchezze.
La Federorafi non sarà contenta.

Dal precedente capitolo rimangono i personaggi principali. Bilbo è sempre interpretato da Martin Freeman, bene nella parte e con un personaggio estremamente più interessante rispetto al nipote Frodo, irritante nel suo continuo sfiorare la morte. Ottimi anche Ian McKellen come serafico Gandalf e Richard Armitage nei panni di Thorin. Il terzetto si conferma convincente quanto nell’episodio precedente, e la loro personalità acquisisce nuove sfaccettature. Thumb up.

Per quanto riguarda le new entries abbiamo Bard, interpretato dal Luke Evans, ex villain in “Fast & Furious 6”, Lee Pace nei panni del re dell’etereo re elfico Thranduil e la coppia formata dal redivivo Legolas di Orlando Bloom e dalla Tauriel dell’ex “perduta” Evangeline Lilly, il cui personaggio è stato creato ex novo per rimpolpare il cast femminile della pellicola, dato che nei romanzi di Tolkien le donne sono frequenti quanto i barbieri aperti di lunedì.
Per ora è proprio quest’ultimo personaggio a essere totalmente campato per aria, ma per dare un giudizio definitivo è necessario attendere l’ultima parte della storia.
Cioè tra un anno, mannaggia all’avidità.

Il drago Smaug è interpretato attraverso la tecnica del motion capture da Benedict Cumberbatch, che dopo aver sbancato la televisione con il suo Sherlock Holmes sta progressivamente conquistando il grande schermo (era anche l’antagonista in “Into Darkness – Star Trek”). Doppiato dallo stesso Cumberbatch nella versione originale, in italiano la creatura ha la voce di Luca Ward, scelta azzeccata e l’ennesima dimostrazione, se ce ne fosse bisogno, di essere uno dei migliori doppiatori nella storia di questa professione.

Il drago è forse l’unica ragion d’essere del film, essendo stato realizzato veramente molto bene sia dal punto di vista estetico sia per quanto riguarda l’uso che ne viene fatto. Alcune scene sono da mozzare il fiato per quanto sia maestoso fisicamente questo rettile, e l’attesa di vederlo in azione è stata quindi ripagata.

Dal punto di vista tecnico niente di ulteriore da dire. Le musiche di Howard Shore eccezionali, così come la fotografia di Andrew Lesnie; è un vero peccato che il grande pubblico badi così poco a questi elementi, che uniti ai costumi e alle scenografie (ottimi entrambi) formano il background artistico che porta ad avere prodotti dalla elevata qualità visiva.

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20 Dicembre 2013 in Lo Hobbit - La desolazione di Smaug

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Ormai è tardi per schierarsi con o contro Peter Jackson, l’impresa di far contenti tutti praticamente impossibile, quindi ben vengano certi compromessi di trama e certi mutamenti (solo due fatico ancora a mandare giù e li dirò dopo). “La Desolazione Di Smaug” è il film più spettacolare, per forza di cose il “più avanti” dei cinque sulla Terra Di Mezzo fin qui girati, un film che gira a pieno regime concedendosi solo una piccola pausa dovuta nella città di Esgaroth. Il più difficile perché quel titolo ti mette di fronte la presenza del Drago Smaug (quanto aspettavo la scena con Bilbo) e bisogna farne un bel po di strada prima di arrivarci (e proprio per quello io mi guarderei film di cinque ore, ci deve essere sempre ben piantata l’idea del viaggio, immaginate come sarebbe triste saltare da qui e li in un secondo, toh siamo già dalla porta segreta della montagna). Nemmeno la presenza di Tauriel e Legolas mi hanno infastidito più di tanto, sono comunque Elfi presenti a Bosco Atro, qualcuno oltre Thranduil doveva pur esserci e pazienza se non sono presenti nel libro, Legolas seppur diverso fa sempre il suo sporco dovere e la brava Evangeline Lilly tiene botta dopo tutta l’azione messa in atto su Lost.

E quando si arriva al maestoso Drago ogni cosa passa in secondo piano, ancora adesso a distanza di giorni dalla visione non riesco ad uscire dalla caverne, da quei dialoghi e da quanto bene è stato fatto, doveva essere spettacolo e lo è stato sino alla fine.
Visione in 3d spettacolare, non sono un grande esperto a riguardo ma mi ha fatto entrare dentro (senza intervalli), cosa che VOGLIO fare ogni volta che butto nella Terra Di Mezzo.
Il voto rimane comunque alto, aldilà delle cose non vanno perché il fascino che mi procura il tutto arriva sempre ad un livello superiore, è stato così per la prima Trilogia e lo sarà ora per questa che sono ben più allenato.

Parte con spoiler:
Sono riuscito a mandare giù tutto ma non l’intreccio Tauriel-Nano che poteva benissimo essere lasciato da parte utilizzando lo stesso i personaggi senza troppe variazioni. Pazienza anche per la divisione dei Nani, averne quattro di meno ad Erebor era più facile vista la decisione di farli entrare per il gioco del “gatto e topo”. Non mi è andata proprio giù il motivo scatenante dell’ira di Smaug verso Esgaroth, potevano benissimo far uscire i nani all’esterno e rendere le cose simili al libro, ma pazienza. Il finale mozza-tutto lo sto rivalutando sempre più, più ci penso e più sono daccordo con la scelta adoperata.
Ottime le scene di Ragni e botti, pazienza per Beorn (ma ci sarà tempo per recuperare nella parte estesa del prodotto) mentre tutta la parte di Dol Guldur e le celle dei nove sono da mettere nelle cose più belle viste sin ora (almeno per me).

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La sufficienza solo per Smaug / 19 Dicembre 2013 in Lo Hobbit - La desolazione di Smaug

Troppo, troppo, troppo LUNGO. Più della metà del film perso in …nulla! Che si poteva ben tagliare o riassumere…Si salva solo il drago, probabilmente uno dei migliori mai stati creati in digitale.
Io son rimasta sveglia tutto il tempo e fino alla fine…Le altre persone nel cinema vi assicuro che erano belle che addormentate. Peccato.

E il viaggio continua… / 19 Dicembre 2013 in Lo Hobbit - La desolazione di Smaug

Riprende così l’avventura, con nuovi luoghi da esplorare, nuovi alleati da incontrare e nuovi nemici da affrontare. Il ritorno a Erebor si fa sempre più tortuoso per Bilbo e gli altri…
Sono rimasto piacevolmente soddisfatto da questa pellicola. Tralasciando le sempre bellissime ambientazioni dell’universo tolkeniano riportate attraverso gli occhi di Peter Jackson e che potrebbero valere da sole il prezzo del biglietto, il film procede ad un ritmo quasi sempre veloce, non andando mai a scemare di interesse. Una storia che entra sempre di più nel vivo e che dà l’impressione di non aver ancora raggiunto il suo apice. Una regia ottima e delle musiche sempre azzeccate abbelliscono ulteriormente una pellicola riuscita sotto quasi tutti i punti di vista. Perfetti anche gli interpreti, con un Martin Freeman sempre più calato nel ruolo di Bilbo e che impersona degnamente la maturazione e la crescita che lo spettatore raggiunge man mano che il viaggio prosegue, ma anche la propensione all’avventura e il coraggio acquisito dall’esperienza. Carismatico poi ad alti livelli il personaggio di Smaug.
Chi ha apprezzato il precedente capitolo farà fatica a rimanere deluso.
Ora non rimane che lasciarsi divorare dalla trepidazione e dall’attesa del “Racconto di un Ritorno”.

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Avventura / 18 Dicembre 2013 in Lo Hobbit - La desolazione di Smaug

Da dove iniziare?
Beh penso dalla storia;cambiata rispetto al libro ,inevitabilmente, è molto ben strutturata anche se lascia alcuni dettagli non sempre chiari. Vediamo in questa pellicola un Bilbo diverso dallo spensierato Hobbit della Contea,qui sembra quasi un guerriero temprato da battaglie ma ancora fragile nel profondo.
Ad accompagnare il protagonista, un po messo in disparte in realtà, vediamo i nani sempre più assediati da problemi e da un Gandalf stanco e preoccupato per le sorti della Terra di Mezzo. I “nuovi personaggi” sono abbastanza convincenti,unica pecca per Beorn (che poteva essere sviluppato di più) ,sono rimasto sorpreso da Tauriel che ,pur essendo un personaggio targato P.J,s’é inserita davvero bene all’interno della storia.
Unica critica,ma non sono un esperto, va ad alcune sequenze che ricordano quelle di un graphic movie (scena dei barili) ma interessantissimo lo scontro tra Gandalf e Sauron . Infine ,Smaug il drago, Tolkien l’aveva descritto leggermente diverso ma l’adattamento cinematografico gli ha reso pienamente giustizia.

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Certi film vanno visti al cinema.. / 17 Dicembre 2013 in Lo Hobbit - La desolazione di Smaug

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

..nel migliore dei modi. Non l’ho visto in 3d HFR (anche perchè in tal caso avrei dovuto macinare chilometri) e mi son pentita. Ma comunque anche il 2d rende bene.
Partiamo col montaggio (sorry, deformazione professionale, mi ci cade l’occhio), ho sentito che è candidato all’oscar proprio per il miglior montaggio, a parer mio sarebbe un oscar meritatissimo. Le sequenze sono perfette, tagliate al momento giusto e le carrellate sono davvero fenomenali (ci sarebbe da andare a vedere il film in 3d hfr anche solo per questo, mi mangio le mani!!). Ho trovato certi passaggi un po’ svelti, ma tutto il film è una tirata di eventi ergo anche il montaggio andava fatto per forza così. Bueno.
Saltiamo di palo in frasca e parliamo della storia.
TANTO diversa dal libro, è inutile ricamarci su. L’inizio di ogni singola avventura è fedele a come viene descritta nel libro, ma finisce inevitabilmente in un altro modo. In primis la parte coi ragni dove Bilbo perde pure l’anello. Ma quando mai nel libro? °° Vabbè, la scena era utile al fine di mostrare che l’anello stava iniziando (?) a influenzare Bilbo. Forse un po’ troppo, caspita, l’ha appena trovato e già ha così tanta influenza su di lui? Mi sono letteralmente pietrificata quando ha perso la testa perchè un ragno gli stava impedendo di recuperarlo, è stato agghiacciante vederlo così fuori di sé. Interessante sì, ma agghiacciante.
Andiamo avanti và e parliamo dell’incontro con il drago. Anche questa sequenza è iniziata come nel libro ed è finita in altro modo. Totalmente. Anche se devo ammettere che è stato molto più interessante vedere i nani fare qualcosa contro il drago invece di mollare tutto il lavoro sporco a Bilbo. La scena delle fucine è stata stupenda ed esaltante, è stato pure divertente vedere Thorin che insultava Smaug. Sono morta dal ridere.
Parliamo proprio di Smaug. Aspettavo trepidante il doppiaggio di Luca Ward (thank you @Alex10, se non l’avessi letto da te..) ma sono rimasta un po’.. lì. Non è malaccio, ma alle volte Ward si scorda di rendere roca e tonante la voce, quando il drago è calmo gli esce una voce decente, ma quando si.. infiamma 😀 la voce gli sale di un’ottava. Mica tanto draghesca come cosa. Temo che Cumberbatch sia su un altro livello.
Finale: ‘ccidenti, così netto? Sul più bello? Uffaaaaaaaaa!!!
Spendiamo 2 ultime parole sui personaggi nuovi.
Beorn: appare 3 minuti netti, un po’ pochino ma fa comunque la sua bella figura. Trucco bellissimo, è animale al punto giusto. Domanda che non c’entra niente: ma perchè le api della sua casa sono così enormi?? Se una di quelle mi avesse svegliata posandosi sulla mia faccia (povero Bilbo), sarei morta d’infarto!
Thranduil: ehm… non l’ho mica tanto capito questo qua. E’ un po’ ambiguo… per cui lascio recensirlo a chi lo ha capito più di me.
Legolas: che c’è da dire oltre a quello che già è stato detto? In bene o in male è tornato che lo vogliamo o no. Si integra bene nel film? Sì. Quindi basta questo.
Tauriel: prima di vederla in azione pensavo peste e corna di un personaggio messo lì giusto per far vedere una donna (e sono stata fine) nel film, però tutto sommato non mi dispiace. Non è per nulla antipatica, è una combattente con i contro co..ltelli che sa il fatto suo. Si può definire politically correct! 🙂 E al final della fiera il triangolo è pure carino, nonostante.. caspita Kili, sei un guerriero, quante volte in mezz’ora ti fai salvare la vita da lei???
Sauron: lo vediamo finalmente un po’ meglio, è stata una genialata quella di mostrarlo in silhouette nera (lol) che diventa la pupilla infuocata.
Il combattimento con Gandalf è stato mitico e, sì, richiamava un po’ quello di Silente e Voldemort, cosa che ho apprezzato. La sfera di magia bianca contro l’ombra nera è sempre un bellissimo riferimento a bene contro male, luce contro oscurità.
Bard & co: il villaggio e gli abitanti di Pontelagolungo sono uno dei punti di forza del film. Sono.. VERI. Reali. Chi ha pensato oltre a me che ciò che succede al villaggio rispecchiasse la situazione italiana?? Quando ho visto sto governatore ciccione con il suo tirapiedi, mi è venuta in mente una certa casta italiana… Dice pure la frase “ah sti abitanti, si lamentano per tutto ma a me chemmefrega dato che so’ ricco..” (non era certo così, non me la ricordo, ma l’idea è quella).

Basta ho finito di tediare la gente. Aggiungo solo una mia ultima nota su Bilbo visto che è il mio preferito: in questo film non si vede tantissimo, uffa!! 🙁 Non sembra nemmeno lui il protagonista di questa avventura (nonostante i suoi tanti coraggiosi interventi per aiutare i nani…), al contrario ognuno dei personaggi è protagonista della propria storia.

Non so se dare 10 o 9, per il momento lascio 9 ma ci rifletterò sopra.

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16 Dicembre 2013 in Lo Hobbit - La desolazione di Smaug

Bello quanto il primo ma gli do una stellina in meno rispetto all’altro perchè non mi è piaciuto per niente l’inserimento del personaggio di Tauriel, inesistente nei libri. A mio parere è stato introdotto per giustificare un’inutile romance tra lei, Legolas e il nano figo ma è pressochè superfluo, non ha nessuna rilevanza ai fini della trama, un po’ come Arwen nel Signore degli Anelli…
Inoltre, potevo capire una romance con Legolas, ma Kili? Un’elfa e un nano? Mah…
Comunque per il resto niente da dire, è stato all’altezza del primo capitolo, cast come sempre stellare e scenografie e ambientazioni davvero stupende.

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Meh / 16 Dicembre 2013 in Lo Hobbit - La desolazione di Smaug

Sono uscito dal cinema un po’ deluso;troppi, davvero troppi effetti digitali, alcune sequenze danno davvero fastidio per come lascino un’impressione di “finto” e “videogioco”, come quella della fuga nei barili.Si nota davvero tanto il contrasto tra la trilogia originale, dove quasi tutto, anche per mancanza di mezzi, era “reale”, mentre qui anche i paesaggi sembrano fatti al computer.Le forzature nella sceneggiatura per “allungare il brodo”, che nel primo film non si erano sentite, qui cominciano a diventare pesantissime:una su tutte, la ridicola storia d’amore interracial tra Kate di Lost travestita da elfo e il nano, evitabilissima.Sorvoliamo poi sull’aggiunta di Legolas così ad minchiam, solo per strizzare l’occhio ai fan della prima trilogia.I lati positivi non mancano:la città sul lago e i suoi abitanti sono stati resi molto bene, la recitazione generale è su ottimi livelli, la sequenza con Smaug (doppiato malissimo da Luca Ward, che canna completamente sia il lip synch, sia l’aderenza voce-volto, sembra che a parlare sia un altoparlante nella stanza) è notevole, il cliffhanger finale è azzeccato e ti lascia con la voglia di vederne ancora.Spero davvero in un capitolo finale all’altezza almeno del primo Lo Hobbit.

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Capolavoro / 13 Dicembre 2013 in Lo Hobbit - La desolazione di Smaug

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Faccio subito una premessa: questa recensione su Lo Hobbit – La desolazione di Smaug parla del film in modo estremamente positivo, elevandolo a capolavoro.
L’ho visto ieri in HFR 3d e mi è piaciuto tantissimo, ma ero convinto che Peter Jackson non mi avrebbe deluso ! Il primo film è stato un ottimo inizio, un po’ offuscato dalle difficoltà nell’introdurre i personaggi e nell’ingranare la storia, ma adesso il regista neozelandese può permettersi di analizzare più a fondo i personaggi principali al contempo aprirsi alla Terra di Mezzo ed alle avventure di questa compagnia che si addentra in tanti luoghi e affronta tante vicende emozionanti.
Ma andiamo con ordine: ho deciso di schematizzare in parti la mia recensione per poter parlare di tutto ciò che voglio senza risultare confusionario e arruffone.
Rispetto al precedente, c’è stato più clamore ed attesa per questa pellicola e ha suscitato più interesse e, appena si è tenuta la première, sono stati pubblicati commenti positivi, articoli giornalistici sull’argomento e così via.

COSA DIRANNO I FAN DI TOLKIEN.
Una cosa su cui io sempre insisto è che i libri di Tolkien, così come sono scritti, non sono filmabili e che, dunque, per renderli tali abbisogna apportare dei cambiamenti nella storia e nei personaggi.
Si può forse insinuare che, nel farlo, PJ si sia fatto prendere un po’ la mano ed oltre a cambiare leggermente la storia, si sia arrogato il diritto di inserire personaggi nuovi ed approfondire ed ampliare alcuni secondari quando non gli era lecito ?
La risposta è no.
Io penso che per motivare la risposta sia necessario non considerare lui come “il filmatore della Terra di Mezzo”.
Il suo intento è stato quello di prendere grandi libri e farne grandi film, ma senza evitare di renderli in forma diversa al pubblico.
Il parere dei fan di Tolkien non è affatto unanime, come invece qualcuno sosteneva.
Io, da fan di Tolkien, ho apprezzato il film, invero molti altri concordano con me, quindi, solo i puristi ed i criticoni rancorosi storceranno il naso e si difenderanno con le stesse tesi che sostenevano già prima di vederlo.
Credo che PJ abbia fatto del suo meglio per essere fedele a Tolkien, ma questo è il SUO progetto della Terra di Mezzo al cinema e qualcun altro potrà decidere anche di rifarlo in modo diverso e magari perdersi per la strada.
La verità è che c’è solo da apprezzare il lavoro di un regista che non si è fatto per niente corrompere dal successo ed ha altresì mantenuto una moderata fedeltà alle opere di Tolkien.
Perché tutto ciò che ha inserito lo ha preso da altri suoi scritti (tipo le appendici di ISDA) e solamente alcune cose sono frutto della sua abile mente.
Regista abile ma anche diligente apprendista, visto che un personaggio come Tauriel, creato da lui, non stona e mantiene una certa natura caratteristica di alcuni dei più importanti personaggi tolkieniani, ciò è riuscito grazie ad una lettura meticolosa dei vari scritti.

PERSONAGGI.
Partiamo proprio da Tauriel, questa combattente elfa, interpretata da Evangeline Lilly, che tanto aveva fatto discutere ed aveva arso l’ira e mosso la perplessità di tanti presunti sapienti. Ebbene sì, Evangeline Lilly è finora riuscita a rendere bene il personaggio, creato strategicamente in funzione della storia.
È un elfa molto forte ed energica (combatte benissimo) ed ha ideali un po’ ribelli, il suo ruolo è simile a quello di Arwen nel LOTR, tuttavia, è un po’ diverso.
Inoltre, non serve solo per inserire la solita morbosa storia d’amore, ma è anche interessante e sicuramente utile ai fini della trama.
Si crea un legame forte tra lei e Legolas (un po’ prevedibilmente, però) ma pure Kili si innamora di lei e così assistiamo ad un ingegnoso triangolo amoroso, tutt’altro che scontato.
Ciò permette anche di far emergere di più i personaggi di Legolas e Kili.
Legolas lo conosciamo già, a dire la verità qui appare più altero e decisamente antipatico.
Kili è uno dei pochi guerrieri veri della compagnia, sicuramente è ottima l’interpretazione di Aidan Turner.
Tutti i personaggi sono resi in modo un po’ diverso dal libro, appaiono più seriosi, a parte il governatore di Pontelagolungo che di serio ha pochissimo, è un tipo assai divertente e sui generis, interpretato da Stephen Fry.
Il portagonista ed il fulcro di tutto resta sempre Bilbo che è un altro hobbit oramai…adesso lo vediamo molto più consapevole dei propri mezzi e decisamente più avventato. Ha l’anello, sente che lo fortifica ma allo stesso tempo comincia a sentirne la pesantezza non riuscendo a disfarsene né a dirlo a qualcuno…è intepretato in modo magistrale da Martin Freeman.
Dietro di lui gira tutto un complesso di personaggi e di attori tra cui cito Thorin, interessante in quanto anche in questo secondo capitolo si evolve psicologicamente e inizia a farsi prendere dall’avidità rinunciando agli amici per l’arkengemma, imitando inconsciamente i suoi avi. Nel prossimo film la sua psicologia subirà un ulteriore cambiamento.
Gandalf il grigio è sempre lo stesso, lo si vede di meno in questo film ma la presenza scenica è forte, Ian McKellen meriterebbe un oscar per la sua interpretazione, in verità già da tempo.
Beorn il mutapelle è ahimè il meno riuscito, in quanto occupa un ruolo marginale mentre mi aspettavo più parti in cui c’era lui (nel libro, in effetti, ricopre un ruolo piuttosto importante e la sua presenza non passa inosservata)…magari nella versione estesa troveremo qualche scena in più con lui, ricordo un immagine di Gandalf che cercava di calmarlo mentre era nelle sembianze di orso, credo che si troverà nella extended edition quando sarà in commercio.
Degni di nota sono anche Thranduil e Bard (Lee Pace e Luke Evans), uno è appunto il sovrano di bosco atro ed il padre di Legolas, il secondo è un arciere di Pontelagolungo dalla storia controversa, ricorda un po’, in effetti, il personaggio di Aragorn.

RIGUARDO SMAUG.
Ora veniamo al personaggio per eccellenza del film: Smaug il drago.
Anche su di lui certe perplessità non mancavano e, in questo caso, a parer mio, giustificate.
C’è un drago nel film? Ok, nulla di complicatissimo. Occupa un ruolo fondamentale? Accidenti, questa potrebbe essere una pecca del film, il drago deve venire bene.
Parla, deve muovere le labbra a ritmo, deve avere credibilità e deve dialogare con gli altri come se fosse esso stesso un personaggio dotato di intelligenza? Ahi, la faccenda è dura, allora.
Tutte queste domande ci si potevano porre e le risposte erano chiarissime e logiche, c’era perplessità: alla fine si poteva pensare che il drago sarebbe stato una debolezza dell’opera.
Invece, così non è stato. Se nel LOTR ci fosse la difficoltà nel creare Gollum, beh…qui il problema sarebbe stato ancor più grosso (nel vero senso della parola).
Come Gollum, anche Smaug, alla fine, è stato un successo enorme. Fatto in motion capture, i movimenti sono quelli di Benedict Cumberbatch che doppia anche il drago nell’audio originale.
Bisognerebbe ascoltare l’audio originale per giudicare appieno la recitazione di Cumberbatch, però possiamo apprezzare i sontuosi movimenti del drago, che ricordano quasi quelli di un serpente.
È incredibile come Smaug sia così maestoso ed imponente ed al tempo stesso elegante e raffinato. È realizzato alla perfezione, con la sua pancia infuocata dove è contenuto tutto il fuoco che sprigiona dalle narici.
L’apice lo raggiunge immerso nell’oro liquido di cui si libererà magicamente spiccando il volo. Un cattivo molto intelligente e persuasivo, un vero e proprio personaggio e, probabilmente, la miglior creatura mai fatta nel cinema, ancor più di Gollum…è veramente bello ed affascinante.

ANALISI DELLE SEQUENZE.
Tra tutte le parti dell’opera, amo alla follia quella del bosco atro e quella a Dol Guldur.
Sia Dol Guldur che la foresta, sono ambienti tetri e lugubri, in preda al male.
Nella foresta cominciano a smarrire il sentiero, c’è un incantesimo che la attanaglia ed è bellissima la scena in cui Bilbo sale e trova la luce. L’importanza della natura nelle opere di Tolkien è elevatissima e, secondo me, PJ l’ha resa alla grande.
Gli alberi inquietanti sembrano quasi minacciare i nani che finiscono per perdere il sentiero e gli si annebbia la mente.
In particolare, la scena dell’attacco dei ragni, per questioni di spazio e di movimenti dei ragni in questo, era difficilissima da rendere, pertanto è ancora più grandiosa e l’effetto ottico, alla fine, è stupefacente.
La grandezza dello Hobbit sta proprio nella meraviglia delle scene che si susseguono sotto uno sfondo incantevole e, pertanto, le ambientazioni sono fondamentali.
Rispetto al primo film, non c’è più bisogno di presentazioni e, dunque, c’è tanta azione e i tempi morti (tipo la lunga riunione a casa Baggins durante il primo film) sono ridotti al minimo.
Come negli altri film, è presente un prologo, stavolta fa vedere Gandalf che si reca da Thorin alla locanda del puledro impennato, a Brea.
Ivi, lo convince a fare l’impresa dicendogli che hanno però bisogno di uno scassinatore (alludendo allo hobbit).
Forse, rispetto agli altri, questo prologo sembra un po’ forzato, così come il criticato finale che, mi ha rimasto un po’ sorpreso.
Fino ad ora, in questi 5 film di PJ sulla Terra di Mezzo, avevamo sempre assistito a mezzi finali, ma mai le vicende erano rimaste così in sospeso. Molti hanno criticato questo finale ma, col senno di poi, non è tanto male…sì, ti lascia un po’ sconvolto, però ti fa capire la vastità del cataclisma che si è abbattuto sul mondo, una volta che hanno risvegliato il drago.
Ed è inquietante. Inoltre, vien subito voglia di vedere il terzo capitolo che però uscirà tra un anno.

HIGH FRAME RATE.
Vedere Lo Hobbit in HFR 3d ha i suoi vantaggi ma presenta anche delle pecche.
l’HFR è, sostanzialmente, una tecnica che consiste nell’aumentare il numero di fotogrmmi al secondo, conferendo un senso di maggior realtà al film.
È difficile da descrivere ed anche da giudicare, perché dipende da persona a persona…c’è chi lo ama e chi invece non lo può sopportare.
All’inizio, si fa fatica a vederlo in questo modo, ma poi si comincia ad entrare quasi nella scena e man mano il coinvolgimento è sempre più estasiante, uno spettacolo per gli occhi.
Però, ci sono, a mio modo di vederla, due grandi svantaggi:
il primo è che non permette di concentrarsi sul soggetto dell’inquadratura. Ad esempio, se non c’è un primo piano si finisce per perdere di vista il personaggio per concentrarsi su altri oggetti nella scena.
Il secondo svantaggio è soprattutto nei film fantasy ed in particolar modo nei primi piani.
Talvolta, ci sono degli errori che non sfuggono alla vista e è svelato il trucco facciale degli attori.
Ricordo che un anno fa, in una scena nel capitolo precedente (che poi è stato il primo lungometraggio ad essere ripreso con questa tecnica) si vedevano tutte le protesi facciali ed il make-up che era stato applicato.
Dicono che il futuro del cinema e dei film, ma se così fosse, sarebbe da perfezionare.

In conclusione, quest’opera mi è piaciuta moltissimo ed è evidente che ci tenevo molto e, probabilmente, lo andrò a rivedere in 2d.
Peter Jackson, a mio modo di vedere, è un grandissimo regista, poiché per fare tutto ciò ci vuole una regia sapiente ed un regista paziente ed intraprendente.
Anche il drago, nella sua enormità, pur essendo essendo eccezionale, rende alla grande soprattutto grazie alle inquadrature che vengono fatte, in special modo sotto la montagna.
Perché, talvolta, entra nella scena come figura secondaria da cui i nani devono nascondersi e, conquista subito l’occhio dello spettatore: è inquietante.
C’è stato un grande lavoro da parte di tutti, tutto perfetto: regia, montaggio, colonna sonora, scenografia, fotografia, costumi etc…
Gli unici piccoli difetti possono essere la poca presenza di Beorn e di Gandalf e il fatto che dopo due film c’è chi non ha ancora imparato i nomi dei nani. La colpa non è né dello spettatore né del regista. Nella sceneggiatura, tutti i nani sono, chi più chi meno, ben caratterizzati…il problema è che lo spettatore è disattento. Lo spettacolo è l’unico elemento per farlo concentrare ed è lecito, come dargli torto.
Lo spettacolo prima di tutto e, proprio in virtù di questo, non è poi tanto rilevante la questione dei nomi. PJ è un grande regista sotto tutti i punti di vista e, le critiche che talvolta gli vengono rivolte sono penose e, mi viene da ridere se penso quanto siano insignificanti se confrontate alla grandezza di questo regista e a quella dei suoi film, come questo che è un vero capolavoro.

P.S. rivedere il cameo di PJ a Brea con la carota (come in ISDA), non ha prezzo ! 😀

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