27 Recensioni su

American Hustle - L'apparenza inganna

/ 20136.8648 voti

Mediocre / 31 Marzo 2023 in American Hustle - L'apparenza inganna

Degli ottimi attori non salvano un film inutilmente lungo, noioso e mal scritto. Ulteriore dimostrazione (non che ce ne fosse bisogno) che le candidature agli oscar si pagano.

Buon film, poteva forse durare di meno / 20 Gennaio 2022 in American Hustle - L'apparenza inganna

Ottime prove attoriali dei protagonisti e storia abbastanza solida (basata su fatti veri anche se rimaneggiati) che forse sul finale arriva ad una fase di stanca perché c’erano veramente tanti elementi in ballo e non è semplice starci dietro fino alla fine; comunque interessante e arricchito da ottimi costumi, scenografie e fotografia.
Certo non un film che resta particolarmente impresso, ma comunque carino.

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Il cast è la parte migliore del film / 7 Marzo 2018 in American Hustle - L'apparenza inganna

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Un film di cui avevo altissime aspettative sia per il cast sia per la trama alla Ocean’s Eleven. Partito alla grande strappa un paio di risate il “riportino” e la panza di Christian Bale (che ha cambiato ancora una volta il suo perfetto Bat-fisico). Proseguendo però la trama ha fatto flup..come un sufflè tolto troppo presto dal forno. La lentezza spaventosa di alcune parti e il coinvolgimento di troppe cose hanno portato a un finale molto scontato; spiegazione veloce e shock inesistente. Ma……Avete presente Katniss la protagonista di Hunger Games? Qui riveste un ruolo ben diverso e lo interpreta in modo magistrale (da oscar)! Il cast è la parte migliore del film. Christian Bale è un attore davvero competente, l’ho visto ricoprire diversi ruoli e in tutti si è rivelato incredibile. Un applauso lo dedico anche al ricciuto poliziotto nonché “papà figo” in Una notte da leoni; riesce perfettamente nel suo ruolo che si integra con il resto del film e anche lui ci regala stupore e risate. Non è un film comico, si tratta di quel tipo di risate per situazioni ed eventi che non ti aspetti e che risultano assurde o ridicole. Per concludere, a mio parere, è un film da vedere comodamente a casa.

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Il truffatore / 13 Gennaio 2016 in American Hustle - L'apparenza inganna

che a sua volta viene truffato è un classico della storia del cinema americano che tratta la lotta del FBI ai politici corrotti ed alla mafia. Questo è un buon film che però, dato il cast, ci si aspettava come ottimo film. A volte mettere insieme grandi attori non è sinonimo di successo. Senza quei quattro probabilmente ci sarebbero state meno aspettative e la critica sarebbe stata migliore. Il film rimane comunque buono nello sviluppo dell’intreccio della truffa. e delle storie dei quattro personaggi che si intersecano.

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Isterico, ironico, vibrante / 19 Ottobre 2015 in American Hustle - L'apparenza inganna

La trama, in American Hustle, le truffe intrecciate che lasciano spazio ad altre truffe, contano fino a un certo punto. Quello che conta è il rapporto tra i protagonisti, dominati da un’irresistibile attrazione reciproca che li fa muovere su orbite pericolosamente vicine. Amore e amicizia che portano Irving prima e poi Richie verso Sydney, Irving verso Carmine, Pete verso Rosalyn. Ma non è un film realistico, non è uno studio psicologico; è un film isterico, ironico, vibrante. Russell piega la colonna sonora ai suoi virtuosismi: Amy Adams urla nel bagno, e un attimo dopo siamo portati nella sala dove Bale e Renner cantano assieme agli altri “Delilah”; più tardi, attacca “Live and Let Die” e con uno stacco ecco Jennifer Lawrence che la canta.
Non tutto è perfetto: il finale è un poco sotto tono, mentre altrove qualcosa si poteva limare. Grandi interpretazioni (c’è anche De Niro, uncredited), con Bale e Adams – un puro concentrato di eros, che a quasi 40 anni riesce a eclissare la Lawrence – sopra gli altri; l’unico che delude è Renner, forse per colpa di un ruolo in bilico tra il buffonesco, l’ingenuo e il maneggione.
Un solo rimpianto: non sapremo mai come va a finire la storia dei pescatori sul ghiaccio…

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Una delusione / 5 Luglio 2015 in American Hustle - L'apparenza inganna

Con un cast del genere ero pronta a scommettere che questo potesse diventare facilmente il mio film preferito. E invece mi sono dovuta ricredere.
E’ un film pesante e per nulla scorrevole, mi sono distratta un secondo e avevo già perso il filo della storia. Dopo un’ora non ne potevo più, speravo che ci fosse almeno un colpo di scena finale. E non mi è andata bene neanche lì.
Si merita la sufficienza solo per le performance dei protagonisti, che come ho già detto sono perfetti (Amy Adams in particolare).

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Niente Male / 17 Aprile 2015 in American Hustle - L'apparenza inganna

Casting eccezionale, con interpretazioni di tutto rispetto. Come sempre Bale mi delude in rarissimi casi! Per il resto del gruppo, niente da dire tranne che per la trama. Una storia già sentita qua e la da altri film e un filo di alti e bassi in quel concetto che ognuno di noi si aspetta; cioè “e adesso?”, “cosa?!”.
In semplici parole, American Hustle, pecca un po nelle aspettative.
Ma ne suoi difetti si aggiudica un sufficiente.

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3 Gennaio 2015 in American Hustle - L'apparenza inganna

Ottima interpretazione degli attori protagonisti, ma non mi è bastato.
A tratti lento, noiosetto, in altre parole: deludente.
Peccato.

L’Apparenza inganna…sembra un 5 ma è un 7! / 1 Maggio 2014 in American Hustle - L'apparenza inganna

Una trama abbastanza risaputa, l’F.B.I. che incastra un discreto truffatore e tenta di fare il “colpaccio” di mettere tutti con le mani nel sacco: mafiosi, politici e truffatori. ma l’apparenza inganna, lo dice il titolo…e in un filmone ben diretto con un ottimo cast e di una durata un pò sopra la media, non tutto va per il meglio… ma il film piace. Ben imbastito e ben recitato anche se manca di originalità. Concorreva agli Oscar…quindi vedetelo! 7+

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Il Cocco dell’Academy / 24 Aprile 2014 in American Hustle - L'apparenza inganna

Convenzionale, seppur gradevole, prodotto di genere a caccia di lustrini, avaro di originalità, tutto imbellettato da una flebilissima critica sociale e divi a far da specchietto per le allodole. L’apparenza Inganna? O.Russel “l’inzaccheratore” quasi ci sta riuscendo a farsi passare per un grande regista.

28 Febbraio 2014 in American Hustle - L'apparenza inganna

La sceneggiatura che viene dalla Black List, il grande O.Russell, il visibilio di tutti… grasse risate dico io! American Hustle è la storia di una truffa, dei truffatori e di come l’FBI abbia sfruttato la faccenda per arrestare pezzi grossi. Lungo più due ore, molto piatto registicamente e per niente all’altezza delle aspettative riposte su una storia che sulla carta è tutta effervescenza, il film, che è giusto la vetrina ideale per gli attori che vi recitano (l’unica cosa buona), soffre di arrivismo e falsità in così grandi proporzioni che è difficile guardarlo di buon occhio. Calcando la mano sulla scena, sui luoghi comuni di quegli anni, sui costumi e il parrucco, O. Russel è esagerato, pacchiano, impersonale e grottesco. Tutto sa di posticcio in questo film e moltissime scene hanno proprio impresso sopra “calchiamo la mano qua e qua. Urla qui e fai la pazza qua”. Una specie di Scorsese dei poveri direi, senza la sua classe, David O.Russell, un cineasta senza guizzi idolatrato ingiustamente, firma un’opera che non riesce dove dovrebbe riuscire, ma assicura una nomination scandalosa a Jennifer Lawrence, per un ruolo da schizzata ( come d’altronde tutti in questo film, ma di quello schizzato fasullo taaaanto adorabile) e a Cooper, Adams e Bale; questi due sono di certo i più apprezzabili all’interno di un film che a tratti imbarazza per il suo caos costruito a tavolino e il finalino ruffiano.

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15 Febbraio 2014 in American Hustle - L'apparenza inganna

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Basato su una storia vera su cui in fase di sceneggiatura si è infinitamente ricamato (“se si fosse girato un film seguendo la realtà dei fatti sarebbe stato un film noiosissimo”, pare abbia assicurato uno dei protagonisti della vicenda), è la storia dal principio della fortuna di Irving e Sidney, coppia che sulla truffa e l’apparenza basa la storia d’amore che li coinvolge, e dalla truffa finisce per essere coinvolta in un’operazione piuttosto sporca orchestrata dall’FBI per incastrare politici con bustarelle. Siamo TANTISSIMO negli anni ‘70-’80, lei è questa splendida verso i quaranta con perennemente le tette fuori, lui un filosofo dell’individualismo e della “gente crede a quel che vuole credere”, tipo ai suoi capelli. Sbandano i personaggi oltre il confine della verosimiglianza, tanto sono esagerati, ma perfettamente rientrano nei ranghi di un incredibile lavoro di scrittura a impalcatura del tutto, per quel che riguarda sia la trama generale sia i dettagli e caratterizzazioni; e i particolari, e le vicende nella vicenda, queste vite, tutte, sono torrenti in piena travolgono, o ti fanno credere di voler credere, in un trionfo di bigodini grotteschi e riporti ribelli, funzionali a scimmiottare i rapporti, finti e perennemente ribaltati, che legano e slegano i protagonisti. Il rapporto tra realtà e finzione non è lineare né le scale dei valori sono fisse, il poliziotto non è buono, il corrotto non è per forza cattivo, tutto sembra muoversi facendo parte di un gioco ineluttabile abbastanza dove tutti cercano di salvare se stessi e mica sempre ci riescono. I nostri ovviamente sì, perché hanno fatto credere il credibile a chi aveva piacere di farlo.

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Back to 70’s / 11 Febbraio 2014 in American Hustle - L'apparenza inganna

Un tuffo negli anni ’70. E’ questo American Hustle – L’apparenza inganna, ultima fatica del regista newyorkese David Owen Russel. Candidata a ben dieci premo Oscar, la pellicola presenta sicuramente molti punti di forza. Innanzitutto, il colore e l’ironia, entrambi volontariamente accentuati, mettono perfettamente in luce tutti i cliché di un’epoca le cui atmosfere ancora non smettono di affascinarci. Atmosfere rese ancor più vive da una colonna sonora adatta fin dal primo brano al fluire del film. Curata da Danny Elfman, questa comprende brani di artisti come gli America, Elton John, David Bowie, Donna Summer, i Bee Gees, Paul McCarntey e molti altri ancora. La pellicola, unica fra quelle in concorso, può inoltre vantare un candidato all’Oscar per ogni categoria relativa agli attori. Notevole è infatti la prestazione dei suoi interpreti, tra i quali spicca Christian Bale, ingrassato per l’occasione e perfetto fin dalla prima scena. Se il poliedrico attore britannico si è meritato una nomination come miglior attore protagonista, non da meno sono i suoi compagni di scena: la magnetica Amy Adams, capace di coinvolgere lo spettatore tanto con i suoi silenzi e i movimenti del corpo quanto con il recitato, il divertente Bradley Cooper e la sensualissima Jennifer Lawrence, tutti e tre in lizza per una statuetta.

Ambientato in New Jersey alla fine degli anni settanta e ispirato a una vicenda realmente accaduta, il film ruota intorno alla figura di Irving Rosenfeld (Christian Bale), titolare di numerose lavanderie, contrabbandiere di opere d’arte ma soprattutto abile organizzatore di truffe. L’incontro con Sydney Prosser (Amy Adams), oltre a risvegliare in lui l’amore, vede il costituirsi di una coppia infallibile. I due si arricchiscono promettendo ingenti somme di denaro a persone sostanzialmente disperate in cambio di piccole somme iniziali, promesse mai mantenute ovviamente. Una volta scoperti, per evitare la galera, sono costretti ad affiancare l’agente dell’FBI Richie Di Maso (Bradley Cooper), in un’operazione che prevede di incastrare alcuni uomini politici del congresso americano, nonché il sindaco della città, Carmine Polito (Jeremy Renner). L’onestà di quest’ultimo insieme all’ingenuità della vera moglie di Irving, Rosalyn Rosenfeld (Jennifer Lawrence), creeranno tuttavia non pochi imprevisti.

L’imprevisto appunto è uno dei motori del film, da lì si sviluppa ogni situazione. L’altro è l’ambizione personale dei suoi protagonisti. Il desiderio di affermarsi ad ogni costo, la conquista dell’amore ormai perduto, l’instaurarsi di un’amicizia inaspettata sono tutti temi che, tirando in ballo il più famoso dilemma machiavellico, spingono a domandarsi se il fine da raggiungere possa passare anche attraverso i mezzi più immorali o illegali.

Tra i pochi punti deboli di un film nel complesso piacevole e divertente vi sono l’eccessiva lentezza di alcuni passaggi e la quasi totale assenza di azione: Russel poteva permettersi qualcosa in più. Di poco effetto è anche il flashback iniziale, mentre il finale andava senz’altro sviluppato con la stessa attenzione del resto del film.

Ultima osservazione, il divertente cameo di un Robert De Niro che oramai sembra dover presenziare ad ogni pellicola che passi per Hollywood…per la nostra felicità.

[ http://deltransitoterrestre.wordpress.com/ ]

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28 Gennaio 2014 in American Hustle - L'apparenza inganna

leggera noia, film farraginoso, ho trovato presante giungere alla fine. Posto che tutti sono bravi, Bale bravissimo, ma ho amato molto anche Lawrence e la Adams, posto che la ricostruzione d’epoca è smagliante e che si prendono tutti molto in giro, alla fine mi è sembrato che girasse molto su se stesso e molto a vuoto. Prevedibile molta parte di ciò che accade, mi sembra evitabile cercare una vera riflessione sull’apparenza, sul recitare, sul dissimulare: non ne vedo il motivo, sono spennellate che non si adeguano al contesto del film.
Forse è troppo verboso, forse è troppo spiegato.

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22 Gennaio 2014 in American Hustle - L'apparenza inganna

Buon film sorretto soprattutto da una grande prova corale degli attori che compensano qualche lentezza nello svolgimento del film.
Christian Bale, ingrassato e con il riporto, è il truffatore Irving; conosce improvvisamente la sexy Sydney (Amy Adams quasi sempre in abiti molto scollati) e insieme incrementano la loro attività  di truffatori. Vengono però sorpresi dall’Fbi, nella persona di Richie Di Maso (Bradley Cooper con la permanente) che li costringe a collaborare con lui per cercare di incastrare altri truffatori.
Commedia dagli ottimi dialoghi, con buonissime prove d’attori. Da sottolineare oltre agli attori già  citati anche Jennifer Lawrence, la moglie di Irving, dal carattere particolare e un pò fonte d’imbarazzo; splendida la scena con in sottofondo “Live and let die”. Bravissimo anche Jeremy Renner nei panni del politico che finisce nel mirino di Richie e compagni. Comparsata di Robert De Niro nel ruolo di un boss mafioso.
Bello ma non eccezionale, qualche momento eccessivo di lentezza e mi aspettavo qualche scena un pò più divertente.

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22 Gennaio 2014 in American Hustle - L'apparenza inganna

La sensazione è quella di aver assistito a qualcosa di ben fatto, sotto ogni punto di vista.
Ottima, innanzitutto, la ricostruzione delle ambientazioni di fine anni ’70. Interni, esterni, costumi, trucco, parrucco e musiche, tutto azzeccatissimo. Ma del resto la colonna sonora, per dirne una, è stata curata da Elfman, mica dal primo sbarbatello da quattro soldi…
La storia, in parte tratta da fatti realmente accaduti, parla di finzione, dell’arte dell’inganno, dell’ambizione cieca, della giustizia che non necessariamente coincide sempre con la legalità, dell’importanza di sapersi porre dei limiti.
I personaggi sono tutti uomini e donne in bilico, sospesi in un divenire incerto, incapaci di scelte significative, e spesso troppo fragili e impauriti. Sono presi in un sistema che, per un verso o per un altro, li ha avviluppati, rendendo difficile divincolarsi. Ma c’è sempre spazio per una sana redenzione, che non è necessariamente il passaggio dal male al bene, quanto piuttosto, in questo caso, la presa di coscienza della direzione che bisogna dare alla propria vita e l’eliminazione delle zavorre che rendono impossibile il nostro personale viaggio. Fondamentale è poi il tema della necessità di combattere i ciechi impulsi dell’ambizione, che rischiano di farci travisare la realtà.
E’ un film che viaggia sempre sospeso tra sentimenti opposti, che guarda in faccia la banalità e i luoghi comuni del genere e gli volta le spalle, riuscendo ad essere “classico” e al contempo nuovo.
Gli interpreti sono stati eccelsi. In particolar modo ho apprezzato moltissimo le interpreti femminili. Prevedo che la Adams diventerà sempre di più un’attrice di riferimento ad Hollywood, è davvero bravissima.
Che dire, terzo film consecutivo di David O. Russel che vedo, terzo bellissimo film. Consigliatissimo

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troppe aspettative? / 20 Gennaio 2014 in American Hustle - L'apparenza inganna

Forse avevo troppe aspettative per questo film… Fatto sta che non l’ho gradito fino in fondo. Resta qualcosa di non troppo convincente alla fine del film…
Ottima interpretazione di Cooper e Lawrence, mentre i due protagonisti Bale e Adams non mi hanno convinta 🙁

Ottimo cast / 19 Gennaio 2014 in American Hustle - L'apparenza inganna

Storia a ritmi alternati, dagli esiti imprevedibili e avvolta da un sottile velo d’ironia.
Personaggi caratterizzati davvero bene, a tratti un po’ caricaturali ma a loro modo efficaci. La vera punta di diamante della pellicola. Affascinanti e sensualissime la Lawrence e la Adams. Ottima anche l’interpretazione di Cooper e Bale col “panzone” e il riporto è l’ennesima prova della straripante duttilità fisica di questo attore. La scena iniziale vale da sola tutta la pellicola.

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19 Gennaio 2014 in American Hustle - L'apparenza inganna

Vincitore di 3 Golden Globe e candidato a 10 Premi Oscar (tra cui “Miglior film” e “Miglior regista”), “American Hustle – L’Apparenza Inganna” è l’ultima fatica cinematografica di David O. Russell.

Incentrato sulla vita e le opere dei truffatori professionisti Irving Rosenfeld (Christian Bale) e Sydney Prosser (Amy Adams), costretti a collaborare con l’agente dell’FBI RIchie DiMaso (Bradley Cooper) nella storica operazione “Abscam”, il film tenta di porre in luce il gioco dell’apparenza nei rapporti umani e la sua stridente collisione con la realtà. Tutto questo attraverso situazioni tragicomiche e personaggi a tratti grotteschi: è una commedia che s’incrocia continuamente con il dramma, tedofora di un umorismo che fuoriesce nei momenti più gravi misto a un retrogusto amaro che vela le sequenze più comiche. Un riuscitissimo gioco di contrasti enfatizzato da una grandiosa scenografia e da costumi dai toni vintage che ci riportano agli anni ’70 come soltanto Scorsese (Taxi Driver, Quei bravi Ragazzi) aveva finora saputo condurci. Nonostante il genere possa non richiederlo di suo, la fotografia è di ottimo livello, elaborata: notevole la qualità dei movimenti di macchina, coinvolta più di una volta in piani – sequenza sempre ben studiati (menzione speciale alle riprese con il carrello nelle scene nella jacuzzi). Ancora elogi vanno alla colonna sonora: musiche originali di Danny Elfman (e già basterebbero) inframezzate con sottofondi jazz e brani di Wings, America, Paul McCartney (da segnalare un’originalissima versione araba di “White Rabbit” dei Jefferson Airplane, cantata da Mayssa Karaa), spesso posti a commentare anche le scene più “banali”, andando ancora ad alimentare il gioco dei contrasti del film. Per quanto concerne le interpretazioni, la bilancia pende senza dubbio a favore dei ruoli femminili: prestazione più-che-soddisfacente per Jennifer Lawrance che riscatta di parecchie misure quella più-che-deludente di “Hunger Games”; ma è soprattutto Amy Adams a dominare la scena: a partire dai semplici movimenti del suo corpo fino alla grande prova di recitato, la sua presenza regala a qualsiasi scena una valore aggiunto. Di peso è, ad ogni modo, anche il piatto dei ruoli maschili: Christian Bale soddisfa, certo, ma forse non quanto ci si aspettava (penalizzato in gran parte da un personaggio pieno di potenzialità non del tutto sfruttate con indosso un paio di occhialoni da sole onnipresenti che ne annullano quasi semprel a mimica facciale). Jeremy Renner è un fantastico sindaco italo – americano a cui, decisamente, andava concesso ancora più spazio.
Pochi – ma presenti – i punti carenti del film, quali alcuni flashback nel montaggio un po’ prolissi e che comunque potevano essere piazzati meglio e, sicuramente, il finale che, se è vero che può piacere o meno, resta fin troppo sbrigativo, soprattutto in proporzione a una sceneggiatura che, fino a quel momento, si era difesa benissimo.

In conclusione – finalmente contenti di aver ben speso dei soldi al cinema – ci auspichiamo un meritato Academy alla Adams.

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Date la sceneggiatura a Soderbergh e ne uscirà un capolavoro / 15 Gennaio 2014 in American Hustle - L'apparenza inganna

Storia intricata e piacevole, scene lunghe, stucchevoli, poca azione e molti silenzi. Scarsa colonna sonora nei punti salienti della trama.

14 Gennaio 2014 in American Hustle - L'apparenza inganna

American Hustle è uno di quei film innamorati della contemporaneità, a dispetto del periodo storico in cui è proiettato. La sua cangiante complessità è lo specchio di un epoca in cui ciò che deve essere mostrato è il disordine e la labilità dei confini (bene-male, uomo-donna, morale-immorale).
Irving Rosenfeld e Sydney Prosser sono due piccoli truffatori che si arricchiscono prendendo assegni da persone sul lastrico, per lo più borghesi impoveriti, con la promessa di un fruttuoso affare. Il fisco li aggancia e, costretti da decisioni discorde, collaborano con la legge per acciuffare altri quattro fraudolenti.
David O. Russel è il regista che più di altri si è fatto velocemente notare nelle grandi cerimonie, dapprima con “The fighter” e poi con “Il lato positivo”, instaurando un singolare e talvolta contrastato rapporto con il pubblico, facendo parlare di se e della sua cifra stilistica.
La sua regia, molto fisica, accusata di plagio a Scorsese, ma anche di eccessivi riferimenti tarantiniani, esplora i molteplici linguaggi umani tramite una curiosità morbosa che spinge la telecamera a pochi centimetri dai volti, dalle mani, dai corpi dei protagonisti, come a coinvolgerci direttamente nella scena, creando un’empatia spaziale di rara e immediata captazione.
Russell co-scrive la sceneggiatura, in realtà adattando quella di Eric Warren Singer, focalizzandosi sui personaggi e il substrato su cui si ergono, riprendendo liberamente alcuni fatti realmente accaduti. L’analisi che ne deriva è il complesso articolarsi di peculiarità ambigue in ragione dell’egregia scrittura strutturale, dove ogni personaggio si distingue dall’altro per qualità caratteriali, ma che tuttavia si trascina un grosso bagaglio psicologico dalle indiscusse sfumature. Ognuno un caso umano al limite. Ognuno con i propri pesanti compromessi. Cinque storie in un solo film: il caduco Irving e il desiderio della scalata sociale; la seducente Sidney, astuta e cangiante, fragile nel suo amore corrisposto ma dolente; il sindaco Polito, compromesso con dolo per il bene dei cittadini e della famiglia; Rosalyn, caso umano non troppo cresciuto in balia del capriccio esistenziale, ben consapevole del proprio potere; Richie DiMaso irruento agente, volenteroso e presente ma fallace. Cinque storie e la polarizzazione che le amalgama con intelligenza, sapienza e spettacolo.
La fotografia mostra colori discordi dalla visione che abbiamo degli anni ’70, sui toni marroni e scoloriti, funzionali ad una pacatezza che sa di apparenza e lascia emergere il cast, vero protagonista. Non è un caso che negli ultimi film di Russell gli attori si siano portati a casa svariate nomination e statuette, confermando un rapporto morboso (talvolta distruttivo) del regista con la figura attoriale.
Trucchi e costumi attenti e al servizio della storia, elargiscono messaggi più profondi riguardo all’apparenza e alla falsità.

P.S. il vero caso umano è Robert De Niro, presente in ogni dove, tra camei, piccole parti e ruoli da protagonista. Pare che la vecchiaia lo spinga ad un sano divertimento di onniscienza, quasi senza discrezione. Esaltante.

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6
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Il

Doppio Gioco Doppio Voto / 9 Gennaio 2014 in American Hustle - L'apparenza inganna

Mai come in questa pellicola (digitale) credo sia necessario dare due voti.
Uno riguardante quello che il film racconta, l’altro relativo agli interpreti che del racconto fanno parte.
Il fatto è che purtroppo la differenza tra un voto e l’altro è enorme.
La trama (il pretesto) infatti, diventa talmente marginale e “poco interessante” da rendere il film noioso se non fosse per il lavoro eccelso che il regista è riuscito a fare con i personaggi, nessuno escluso, conferendogli una profondità unica.
5 + 9 = 14 / 2 = 7 (che è già tanto, meglio un 6)

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Live And Let Die. / 9 Gennaio 2014 in American Hustle - L'apparenza inganna

Jennifer Lawrence è letale. La scena in cui si scatena sulle note di Live And Let Die di Paul McCartney & Wings basterebbe a giustificare l’intero prezzo del biglietto. Alleghiamo un cast alieno, una riguardosa fotografia, una sceneggiatura mordace ed il gioco è fatto (per quanto mi concerne, bastava poco per bissare il sopravvalutatissimo Silver Linings Playbook).

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7.5 / 9 Gennaio 2014 in American Hustle - L'apparenza inganna

David O’Russell si conferma uno degli emergenti migliori del cinema americano. Tolti PT Anderson, Payne e Wes Anderson è forse la voce più interessante degli ultimi tempi, perchè conserva le capacità di narrazione di un buon Scorsese, è capace di gestire sapientemente cast e storie piuttosto articolate come PT Anderson e, fin dai tempi di Three Kings ha dimostrato una sottile ed elegante vena ironica che, soprattutto in American Hustle, conferisce un qualcosa in più alla storia.
SIamo a cavallo tra Quei Bravi Ragazzi e Boogie Nights ma il tocco particolare di O’Russell è di rendere i suoi personaggi in modo quasi caricaturiale, apparentemente, senza privarli di quella dimensione interiore che li rende credibili e autentici. Lo aveva fatto anche con il capitano interpretato da George Clooney in Three Kings (primo vero ruolo decente di Clooney) e anche col Bradley Cooper de L’orlo argenteo delle nuvole.
Il fatto che American Hustle riunisca tutti i protagonisti dei suoi ultimi film (Bale, Adams, Cooper, Lawrence e De Niro) gli offre ancor più modo di esprimere questa caratteristica e una buona storia – vera ed attuale, soprattutto dalle nostre parti – suggella decentemente un ottimo lavoro.
Splendido tutto il cast, ma specialmente Christian Bale e Amy Adams, forse più vicini degli altri ad un riconoscimento importante e molto bella anche la fotografia.
Dopo The Fighter e Il lato Positivo è una conferma del valore di O’Russell.

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La rapidità senza azione / 7 Gennaio 2014 in American Hustle - L'apparenza inganna

Russell fa un passo in avanti dopo il pregevole Il lato positivo. Film del genere “amori & truffe”, ma lontano dallo stile Ocean’s Eleven; e non è nemmeno un film alla Scorsese, dimenticatevi le sparatorie e l’azione serrata. Qui mi sembra centrale la condizione umana dei personaggi, dove sfavilla Christian Bale, imbolsito col riporto, in coppia con l’ex reginetta Disney Amy Adams, sexy e convincente; il felice binomio de Il lato positivo – la Lawrence e Cooper – non delude, sebbene a mio avviso resti un poco all’ombra della coppia di protagonisti. Così come mi pare centrale l’attenzione al dettaglio che fa del cinema di Russell un’indagine estetica su luci, riflessi, tessuti, combinazioni di colore (non a caso l’ambientazione è anni settanta, trionfo del colore pacchiano). Nonostante manchi la componente action, sono due ore e mezza di qualità, che passano via rapide; non mancheranno gli Oscar.

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7 Gennaio 2014 in American Hustle - L'apparenza inganna

Molto godibile, ottima colonna sonora, strepitosa Jennifer Lawrence… e un perfetto Christian Bale, che in 30 secondi di “sistemiamoci il toupè” ha ammazzato la figaggine di 3 Batman.

I signori della truffa. / 5 Gennaio 2014 in American Hustle - L'apparenza inganna

Buon drama, con meritevolissimi interpreti (nonostante le assurde capigliature ed i capelli posticci, a cui soggiace perfino De Niro, la loro credibilità non viene mai messa in discussione). Christian Bale è eccellente: nonostante l’amoralità del suo personaggio, egli riesce ad ispirare perfino simpatia, comprensione e tenerezza. Amy Adams è lucidamente folle quanto basta. Mi ha stupito (finalmente) Jennifer Lawrence: abbastanza lontana dai soliti ruoli, veste decisamente bene quello della mina vagante.

Russell ha imparato bene la lezione di illustri colleghi come Scorsese e P.T. Anderson, soprattutto dal punto di vista dei virtuosismi tecnici, in cui, però, alla lunga eccede.
Dal punto di vista narrativo, con continui sù e giù di ritmo ed intensità, la pellicola soffre abbastanza e lascia interdetta la platea la velocità (e la placidità!) con cui il racconto si risolve.
Nel complesso, però, il film è decisamente godibile: avrebbe potuto rappresentare la piena maturità di Russell, ma, viste le succitate “approssimazioni”, così non è. Alla prossima.

P.s.: che fine hanno fatto i Led Zeppelin, previsti nella scheda della OST, pubblicata finora? Eh? Eh? Eh?!? 😀

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