19 Recensioni su

Come un tuono

/ 20136.7364 voti

Lentamente affascinante! / 1 Ottobre 2020 in Come un tuono

La storia che si protrae negli anni portando a conoscere i personaggi, le loro scelte, le loro vite e i loro destini è un percorso lento ma che non annoia, con la bravura dei vari protagonisti e il senso delle loro storie.
Non c’è bene o male, cattivo o buono, ma quello che ci lascia la storia è stupore e poesia.
Bravissimo e intenso Gosling, ma anche Cooper da una grande prova di attore!
Gran film, 7.5

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3 protagonisti e 3 visioni differenti / 9 Settembre 2017 in Come un tuono

Ho gradito e non poco questo film. Partiamo subito col dire che ci troviamo di fronte ad una storia che si sviluppa in base alle azioni dei protagonisti e in lasso di tempo molto lungo.
Un grandissimo,silenzioso e più che mai espressivo Ryan Gosling interpreta un iper tattuato motociclista dal passato oscuro che ,probabilmente per redimersi dalle sue azioni, lavora in maniera pulita in un gruppo di acrobati che tengono spettacoli in giro per gli States. Improvissamente in una delle tappe scopre di essere diventato padre da una precedente e occasionale relazione e da quel momento tenterà di assumersi le sue responsabilità ,in maniera più o meno onesta.
Ottimo anche Bradley Cooper i cui personaggi, in quasi tutti i suoi film,sembrano sempre “banali” e di semplice lettura ma che invece nascondono dentro di loro un lato drammatico e, in un certo senso, tormentato. Lui è bravo a far sembrare la cosa incredibilmente realistica e naturale. Questo film è uno di quei casi.
Bene anche Eva Mendes e Dane Dehaan.
Consigliato.

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Bel film / 15 Luglio 2016 in Come un tuono

In questo film colpisce l’interessante (e riuscita) idea di incrociare i destini di due persone diverse tra loro: Ryan Gosling è uno stuntman che dopo aver scoperto di essere diventato padre, decide di voler mantenere suo figlio, ma è costretto a darsi al crimine. Sulla sua strada troverà Bradley Cooper, che è un giovane poliziotto. Le azioni che coinvolgeranno i due, si ripercuoteranno implacabili 15 anni dopo, sui loro stessi figli, con esiti drammatici ed interessanti. Il film forse a tratti scorre un po’ lento, ma è comprensibile visto il tipo di storia narrata e comunque, nonostante ciò, non ci sono mai dei veri momenti di noia, grazie anche ad una regia intelligente, a dei dialoghi ispirati e all’ottimo cast (oltre ai due sopra citati c’è anche Ray Liotta, tra gli altri).

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4 Maggio 2015 in Come un tuono

Il secondo film che vedo di Derek Cianfrance è una conferma di quanto il regista sia nelle mie corde, sia per quello che riguarda le storie che decide di raccontare sia per il suo senso estetico, cosa mai poco importante se chiedete a me. Il film è il dramma in 3 atti di più famiglie, di 3 uomini legati nel corso di un quindicennio da un destino malinconico e grigio. Il primo segmento, con protagonista Ryan Gosling (splendido come sempre) è il meglio riuscito, perchè vi si ritrova una certa forza espressiva tutta raggrumata nei pochi scambi di Gosling con un bimbetto e nello sguardo spaventato che alle volte attraverso quel viso tatuato e duro. Il cuore pulsante del film è già qui, in questo ritratto veloce e delicato di una famiglia mai esistita se non in una foto e che rimarrà sullo sfondo a far sentire la sua presenza lungo tutto il film. Il seguito delle vicende si avvia verso la strada del dramma dell’uomo onesto ma non così tanto, traviato e arrivista (Bradley Cooper, bravo), fino al finale in cui le nuove generazioni si ritrovano appesantite dalle azioni dei padri. Le ultime scene, riservate a Dan Dehaan (che ha nello sguardo una certa potenza) danno al film una chiusura ben precisa, troppo spiattellata e io avrei preferito chiudere sul primo finale, molto più evocativo ed emotivo, commovente nel suo ricalcare strade già percorse, letteralmente. Sostenuto da una bella colonna sonora, essenziale ma d’effetto e da una meravigliosa fotografia su paesaggi ripresi molto bene, la pellicola ha pure una sequenza in moto nei boschi che mi è piaciuta moltissimo e che mostra la versatilità di Cianfrance. Un film sinceramente bello, romanzesco e con un lodevole equilibrio tra sprazzi di tenerezza e degrado.

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Il voto sarebbe un 6.5 / 20 Ottobre 2014 in Come un tuono

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Avevo solo letto di sfuggita la trama e quindi il film mi ha un pò sorpreso.
Perchè pensavo a un’iterazione maggiore tra i due protagonisti Ryan Gosling e Bradley Cooper e invece il film racconta praticamente le loro due storie separate con l’unico punto di contatto tra loro.
Il film si può dividere in tre parti: Luke, Avery e l’interazione tra i loro figli.
Interessante la prima parte con un Ryan Gosling sugli scudi; la sua vita (ex stuntmen, fa uno spettacolo in un circo) cambia quando scopre di avere avuto un figlio da Romina (la bella Eva Mendes) che però ha una relazione “stabile” con un altro uomo.
Per potere accumulare denaro, il modo più veloce (per lui) è quello di rapinare banche; ma come dice il suo capo, “chi corre come un fulmine, si schianta come un tuono”.
Nella seconda parte troviamo l’ambizioso poliziotto Avery Cross che ha problemi con la moglie Jennifer (Rose Byrne) e col figlio. La sua lotta alla corruzione rischia di procurargli qualche guaio (tra i poliziotti corrotti troviamo anche Ray Liotta, abituato a ruoli simili).
Nella terza parte, ambientata 15 anni dopo i fatti iniziali, troviamo Jason (Dane DeHaan in rapida ascesa, dopo Chronicle, visto in Lawless e The amazing Spider-man 2), figlio di Luke, e Al, figlio un pò stronzetto di Avery. I due si conoscono a scuola e finiranno nei guai.
Buon film soprattutto nella prima parte, si perde un pò nella seconda per riacquistare un pò di vigore nella terza.
Per lo studio dei tatuaggi di Luke ci vorrebbe un film a parte.

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Tanto rumore per nulla / 17 Giugno 2014 in Come un tuono

Incompleto, frammentario, mal studiato. Sono queste le prime impressioni che mi ha suscitato l’ultimo film di Derek Cianfrance, già celebre per Blue Valentine (un film bello come pochi). Peccato che il nuovo esperimento del regista non equivalga minimamente l’immensa qualità (almeno emotiva) del suo predecessore.

The Place Beyond the Pines (mi rifiuto di chiamarlo Come un Tuono) poteva essere un gran film. O almeno ne avrebbe avuto quasi tutte le caratteristiche. Da un regista capace di fare il proprio lavoro, ad un cast di prim’ordine (Ryan Gosling, Bradley Cooper etc), ad una colonna sonora perfetta in ogni scena. Ma a quanto pare è la sceneggiatura ad essere l’anello debole della catena…

Una narrazione stoppacciosa, che si impantana in una storia di successioni, di eredità crudeli e di retorica spicciola, in cui si succedono una pluralità di protagonisti in un arco temporale che racchiude due generazioni, accomunate da uno strano complesso verso la figura paterna e da un patina di violenta ribellione da “Gioventù bruciata”.

Non ci sono né buoni né cattivi in questa storia. Ognuno è costretto a fare quel che deve e a subirne le conseguenze.
Peccato solo che sia tutto così estremamente vuoto, diluito e prevedibile.

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20 Febbraio 2014 in Come un tuono

Film davvero interessante.
Due uomini provenienti dagli estremi della vita, distanti, sembrerebbero non potersi mai incontrare, se non per uno strano disegno del destino, che li vorrà lì, entrambi, nella stessa stanza, divisi ma vicini nel tragico momento della fine di una vita e dell’inizio di un’ascesa che sa molto di discesa.
Luke è un motociclista squattrinato che vive di espedienti e si sente profondamente frustrato. Vorrebbe redimersi, dare un futuro ad un figlio arrivato all’improvviso, ma tutto ciò che sente è una profonda smania, un’incessante ricerca di velocità. Avery è un poliziotto agli inizi, zelante e ambizioso, che sfrutterà a suo vantaggio una situazione tutt’altro che chiara, spacciandosi per eroe e non lesinando azioni opinabili pur di fare carriera.
Eppure questi due uomini così diversi sono più vicini di quanto si potrebbe pensare, entrambi lanciati a velocità folle sulla strada della loro vita, incuranti di quel briciolo di prudenza che si dovrebbe conservare sempre, per non rischiare di andare in frantumi.
“Se corri come un fulmine ti schianti come un tuono”. Questo è il messaggio di un film intenso, doloroso, con una struttura singolare, che cambia le carte in tavola in modo repentino.
E allora, cosa resta alla fine di una vita vissuta in una cieca corsa se non un inesorabile ed impietoso schianto?
Non per forza è la morte il peggiore schianto, esistono prigioni ben più profonde, come la consapevolezza di essere completamente alieno a chi ci ama e di dover convivere con un’immagine riflessa nello specchio che ci mostra con feroce verità un uomo che, per quanto di successo, non vorremmo essere diventati.
Il film va a fondo, ci mostra due generazioni, perchè lo schianto dei due protagonisti difficilmente avrebbe potuto restare solo loro, come una macchia d’olio che si espande inesorabile.
Ma la redenzione è possibile, va cercata, voluta, bisogna prendere in mano la propria vita e regolarne la velocità, desicronizzandola dai ritmi esterni e dai fremiti dei nostri istinti.
Ho apprezzato molto la regia, essenziale ma efficace, e lo script, che ci ha regalato una storia con un andamento coerente ma tutt’altro che lineare, capace di ribaltare i punti di vista e di mostrarci una fotografia impietosa della condizione di questi uomini, avidi corridori in un’esistenza sprecata.
Da vedere assolutamente. Davvero bravo B. Cooper.

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Sciogli le trecce ai cavalli, corrono. / 7 Gennaio 2014 in Come un tuono

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Ryan Gosling, Luke il Bello, lavora nel circo (va di motocicletta con altri tre in una bolla di griglie di ferro) e si sbomballa ogni volta che torna in quella città l’ispanica Mendes che, ovviamente,vive con la mamma, fa la cameriera e non ha un alto livello di istruzione…dico ovviamente perchè è un po’ il prototipo degli ispanici in America, no?
Comunque i dialoghi fra i due fan capire che è normale che ogni volta che Luke e il suo circo approdano in quella città c’è la sbomballata, tranne la volta con cui inizia il film. Lei si fa accompagnare a casa, ma no..ha un uomo. Poi Luke ritorna, torna a casa di Mendes e trova la mamma di lei con in braccio un bambino biondo….si scopre che l’uomo della Mendes è un nero chiamato “coffee” (-.-) ovviamente il figlio è di Luke.

Poi Luke fa tutto uno strano discorso sul fatto che dovrebbero fare una legge che imponga la madre dei bambini di informare il padre e alla fine decide di restare, per fare il padre. Ah-ha. Così per mantenere la famiglia decide di rapinare banche, perchè è troppo difficile vedere che la donna con cui ti sbomballavi ha deciso di tenere il bambino e di amare un uomo con la testa sulle spalle che badi a lei e al frugoletto, quindi bisogna conquistarla con il denaro, il denaro rapinato in maniera idiota dalle banche. Bah. Che poi se l’affare te lo propone uno che corre dietro alle oche e che ha un’officina allora deve essere una rapina ben organizzata, no? Bah.

Ecco, questa è la storia di Luke..poi il film s’incentra su Bradley…Aron, mi pare si chiami nel film, comunque Bradley è un poliziotto e si ritrova, guarda caso, a inseguire Luke nella sua ultima rapina visto che poi lui spara a Luke e bum! morto.

Quindi Bradley poi ci sta male che ha ucciso un giovane rapinatore che ha un figlio dell’età del proprio figlio. Va un po’ in paranoia, poi vede quanto è corrotta la polizia visto che vanno a perquisire la casa della Mendes e quando trovano i soldi di una rapina di Luke, sotto il lettino del bimbo, se li tengono. Quindi con l’aiuto di suo papà (un ex gran pezzo della polizia, immagino) denuncia tutti e si fa promuovere.

Poi salto temporale. Siamo al funerale del papà del Bradley, lui sta diventando qualcuno d’importante della polizia, il figlio ha 15 anni, lui è separato. Il figlio vuole andare ad abitare da lui e quindi così sia. Cambia scuola e va a finire nella stessa scuola di un biondo…che ta-dà! Guarda a caso è il figlio di Luke. Ovviamente sono due disagiati, per un motivo o per l’altro, quindi fanno comunella, diventano amici, comprano insieme la droga e bonf! Arrestati! Bradley va a tirar fuori di prigione il figlioletto e bum! Vede il biondo..capisce chi è e intima suo figlio di star lontano da questo biondino. Ovviamente non è così.

Il figlio di Bradley invita a una festa in casa sua il figlio di Ryan, che intanto ha scoperto la verità sul suo padre biologico..perchè va bene i piselli di Mendel e dell’incrocio e del carattere debole e dominante, ma da un’ispanica e da un afroamericano non può uscire un biondo, pelle chiarissima e occhi azzurri.
Comunque RyanJunior scopre chi è il papà di BradleyJunior e vuole la sua vendetta. Compra una pistola, porta Bradley nel bosco, gli dice di dargli il portafoglio e mentre la pistola punta sempre al cuore (Ramon) Bradley piange e dice “Perdonami, perdonami” e…Ryanjunior scappa con il portafoglio, lasciando Bradley nel bosco a piangere, che poi diciamolo ogni volta che sta per piangere sembra che stia per ridere.

Altro salto temporale e ta-da:
Bradley diventa quello che deve diventare con tanto di conferenza stampa
La Mendes riceve la foto di lei, Ryan e RyanJunior bebè, gliel’ha inviata Ryanjunior che l’ha trovata nel portafoglio di Bradley.
RyanJunior intanto se ne è andato di casa e sta per comprare una motocicletta.

Perchè…. se corri come un fulmine, ti schianti come un tuono. Bah. Cioè boh. Non me lo riguardo sicuramente.

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Sufficiente.. / 18 Dicembre 2013 in Come un tuono

Ho dato 6 solo per un motivo: Ryan Gosling.
Mi è piaciuta molto la prima parte del film, ma ho trovato la seconda parte, soprattutto quella dedicata ai figli, di troppo. Boh, non so.. sarò insensibile io, sicuramente, ma non mi ha convinto fino in fondo. Mi aspettavo qualcos’altro..

Come un tuono mi ha colpito. / 16 Novembre 2013 in Come un tuono

“Se corri come un fulmine ti schianti come un tuono” Il film è rappresentato in maniera egregia in questa frase, i protagonisti sono tutti fantastici, Ryan Gosling ( mio favorito), Bradley Cooper ( adoro anche lui) e Eva Mendes ( che qui un po’ si riprende da alcune parti totalmente sbagliate) la storia è ricca di suspance, tensione, azione e morale. Forse Gosling potrebbe scegliere qualche pellicola in più dove parla invece di fare solo la faccia da duro, nel complesso l’ho trovato un film validissimo e interessante. Ti lascia la voglia di rivederlo. Sia per le interpretazioni che per il soggetto in se. La sceneggiatura è forte e i colori della pellicola secondo me sono perfetti, alcuni fotogrammi erano perfetti, meglio di una fotografia. In generale secondo me è un ottimo prodotto con la nuova Hollywood al comando. Egregia scelta stilistica e ottimo prodotto finale. A molti è sembrato sopravvalutato ma non stiamo parlando di un film, che desiderava la corsa agli oscar, ma di un film che voleva raccontare una storia. Un giustissimo 8 secondo me e consigliato vivamente.

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Un giudizio sospeso / 14 Novembre 2013 in Come un tuono

Da tempo volevo vedere questo film e devo dire che l’inizio è davvero ben fatto poi però nella seconda parte il fim diventa più tirato e parecchio prevedibile. L’idea che le colpe dei padri cadano sui figli è antica, già i greci ne facevano tragedie, qui poteva essere trattata meglio, comunque la regia per me resta superba ed il punto di forza del fim

29 Agosto 2013 in Come un tuono

I punti di forza di questo film sembravano parecchi: innanzitutto un cast che da Ryan “Drive” Goosling a Bradley Cooper riunisce due attori che hanno saputo andare oltre l’estetica con prove attoriali di tutto rispetto. Poi c’è Eva Mendez, che alla sua solita smagliante bellezza rinuncia proprio in questo film per andare a caccia di ruoli di profondità.
Anche la trama sembrava interessante perchè verte attorno a due figure che a loro modo sono intrise di quel senso di impotenza e limitazione che il tessuto sociale di oggi sembra essere in grado di evidenziare meglio. Un semi-bandito e un semi-poliziotto, nessuno dei due è buono o cattivo fino in fondo. Entrambi vivono di sfumature.
La prima metà del film regge abbastanza bene, anche se viziata ogni tanto da qualche leggerezza narrativa, ma la seconda ha la sensazione di essere in eccesso.
Aggiungere l’ultima parte (con i figli dei protaginisti) per ribaltare la situazione fino a poco prima descritta e parlare di colpe (o pregi) dei padri che volente o nolente ricadono sui figli è un pò troppo.
In ultima battuta il film perde di credibilità, le situazioni vengono pericolosamente accelerate e a rischiare di schiantarsi come un tuono è proprio tutto l’impianto.
Non è un film brutto, anzi, ha una discreta regia alle spalle e il cast è più che all’altezza ma pretende troppo, mette un sacco di carne al fuoco e non riesce a cuocerla bene. Il finale è troppo scontato. Un pò un peccato..

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9 Agosto 2013 in Come un tuono

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Il film è diviso in tre parti…nella prima un uomo viene a scoprire che è padre di un bimbo e prova a far parte della vita del figlio (cosa apprezzabilissima e non scontata purtroppo….visto che gente c’è nella realtà). Purtroppo però quando uno è un egoista irresponsabile c’è poco da fare…..ma la vita va avanti per fortuna e c’è chi è padre anche se non è quello biologico.
Nella seconda parte del film il protagonista diventa un altro….un poliziotto che si trova in mezzo a colleghi corrotti e proverà a fare la cosa giusta…ma anche lui quando si ritroverà a doversi occupare del figlio ovviamente lo metterà in secondo piano rispetto alle sue esigenze.
Nella terza parte si intrecciano le vite del figlio del poliziotto e quella del figlio del protagonista nella prima parte. Tutte vite non positive…alla fine anche se dolorosa bisogna sempre dire la verità soprattutto ai figli anche se purtroppo vengono a sapere che razza di padre biologico hanno avuto.
I genitori non si scelgono la vita che possiamo avere si.
Il film è scollegato e non decolla mai….praticamente inutile e a dir poco mal riuscito.

P.S. Peccato perché a me Bradley Cooper piace molto.

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Delusione più assoluta / 19 Maggio 2013 in Come un tuono

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

La prima domanda che viene da farsi è: che senso ha questo film adesso? E’ una storia fine a se stessa: un mix di cose già viste e previste. Lo sbandato che scopre di essere padre e decide di mettere la testa a posto ma non ci riesce. Il figlio che vuole ritrovare suo padre e poi vendicarlo. L’altro figlio trascurato dal padre troppo preso dalla carriera che se la prende con i più deboli. Sembra che il regista abbia preso un banalissimo film che inizia con un ragazzino che vuole scoprire l’identità del padre scomparso e lo abbia girato al contrario (in ordine cronologico), togliendo ogni effetto sorpresa.

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13 Maggio 2013 in Come un tuono

Un film che raggiunge la sufficienza, ma che non mi ha colpito quasi in nulla se non in alcune scene che rasentano il plagio di Drive (tutto il piano sequenza iniziale con Gosling di spalle). La lunghezza poi alla fine rischia di far apparire slegate e totalmente a se stanti anche i tre quadri di cui si compone l’intero film, incipit con Luke, corpo centrale con Avery, Parte finale con i figli.
Un film totalmente virato al maschile, pervaso da quel senso di paternità mancata, cercata, rifiutata, di vuoto affettivo collegato al legame di sangue in cui i personaggi non riescono a sfuggire ad una sorta di destino ancestrale: come il figlio di Luke comincia un percorso di ricerca con una moto che “sa usare” senza sapere come e perché, così Avery padre non può fare il poliziotto, proprio come suo padre aveva predetto. Mal tratteggiato proprio il figlio di Luke che, nel vuoto del segmento centrale tutto dedicato ad Avery senior, non si sa poi perché sia così “arrabbiato” e fuori dalle righe (insomma, in fondo è stato allevato in una famiglia unita, affettuosa, partecipe).
Molto bella però la scena dell’inseguimento che si chiude dentro la casa, realistica e sporca, concitata, pasticciata, come la realtà appunto.

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12 Maggio 2013 in Come un tuono

Siore e siori venghino, tre film al prezzo di uno, venghino: c’è la storia d’amore tra la bella e la bestia, c’è il riverbero delle coscienze e c’è la vendetta-tremenda-vendetta.

Non male, questo secondo (o terzo?) lungometraggio di Derek Cianfrance: il film scivola spesso nell’ovvietà e, talvolta, nell’improbabilità (quante coincidenze…), ma -tutto sommato- regge.
Il sottofondo un po’ epico, un po’ “gioventù bruciata” mi ha ricordato alcuni film “ribelli” e mélo di una sessantina d’anni fa (troppo facile scomodare il selvaggio Brando, tant’è…), per cui ho gradito più o meno tutto lo sviluppo della vicenda, comprese le dette forzature narrative.

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Empatia questa sconosciuta / 27 Aprile 2013 in Come un tuono

Tra personaggi inquadrati e quadrati si snodano situazioni prevedibili, ricche di retorica e del tutto estranee a crear empatia o interesse e, “Come un Tuono”, fa baccano, ma si dimentica facilmente.

Assordante e improvviso? / 21 Aprile 2013 in Come un tuono

Dal regista Derek Cianfrance, che ha diretto anche l’inosservato Blue Valentine (2010) sempre con Ryan Gosling protagonista, Come un tuono (2012) è un film godibile che deve gran parte del suo successo alla presenza di due tra gli attori più lanciati del momento, cosa di cui il botteghino ringrazia sentitamente. Non che il resto sia irrilevante, ma l’attenzione del grande pubblico rimane catalizzata su Ryan Gosling, all’ottavo film in tre anni, e Bradley Cooper, che nell’ultimo triennio ne ha girati addirittura nove. Il primo, lanciato prima dal Mickey Mouse Club e poi dalla serie Young Hercules (che racconta l’adolescenza dell’eroe interpretato dal roccioso Kevin Sorbo), si conferma come uno dei nuovi sex symbol in quel di Hollywood e questo evidentemente giova alla visibilità dei suoi film, anche se spezzando una lancia in suo favore le pellicole da lui girate sono in generale di buona qualità (Gangster squad è senza infamia né lode, ma lo ha fatto dopo di questo). Il secondo è riuscito a staccarsi dal caciarone e irresponsabile Phil di Una notte da leoni e relativi seguiti recitando in alcuni film più maturi e arrivando anche alla Nomination agli Oscar per Il lato positivo. Tornando al tecnico, in Come un tuono c’è una regia molto particolare, con tante riprese che seguono direttamente i personaggi stando dietro di loro mostrando allo spettatore un’enorme quantità di schiene e nuche; può essere fastidioso all’inizio, ma seguendo il film ci si fa l’abitudine. Vi è inoltre un grande movimento (fisico) della macchina da presa, che viene scossa secondo quel raffinato espediente tecnico che nei manuali di cinema prende il nome di “alla ca**o di cane”, ma anche questo è un particolare su cui si passa sopra, e viene usato funzionalmente alla scena da filmare. Oltre ai bravi protagonisti, che incarnano due facce della stessa moneta (sarebbe contento Harvey Dent) nel film si registra la presenza delle loro rispettive ladies, la fredda e determinata Rose Byrne ed Eva Mendes, nella pellicola molto sciupata e stanca, distaccandosi dalla solita bellona che sarebbe stata ridicola. Buone infine le musiche, curate dal cantante dei Faith No More Mike Patton.

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16 Aprile 2013 in Come un tuono

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Fondamentalmente all’inizio c’è quello che tutti vogliono da questo film, cioè Ryan Gosling vestito con magliette rattoppate e giacche rosso-pelle zarre che va in moto e fa il figo. Poi c’è anche chi si aspettava il seguito di Blue Valentine, ma io mi ero scordato che il regista fosse lo stesso, per cui il problema non si è posto.
C’è Ryan, che si chiama Luke “il bello”, che va con la fiera a fare quello che gira nella gabbia delle moto insieme a due messicani tozzi. E non serviva essere Ryan per essere “i belli”, rispetto a loro. Comunque, in questo mondo dove i poveracci son tutti molto fichi, gli si ripresenta Eva Mendes/Rom (non che sia rom, è messicana ma si chiama Rom-ina); è poveraccia anche lei, e si scopre che c’è un figlio dei due, nato verosimilmente da una sveltina quando i baracconi erano passati in città l’anno scorso. Chissà perché nei film non è mai il padrone del bruco mela, quello a cui capitano di queste cose. Luke è tatuato tutto, con tanto di coltello piangente accanto all’occhio, ha magliette e pantaloni (coi teschi) scandalosi, e decide di fermarsi in città per stare vicino al figlio. Ma Rom si è messa con un tipo, che è nero e si chiama coffee, ma spero di aver capito male io 😀 e Luke non sa inventarsi altro che mettersi a rapinare banche, per cercare di riprendersi la famigghia. Non ne fa una giusta–> è stupido, lo prendono e lo sparano (sì, proprio così). A sparargli è un poliziotto del tutto scemo, che tu hai un rapinatore armato e chiuso in una casa vuota e che fai, mica aspetti rinforzi, eh no, sei da solo ma entri e gli spari. Jolly good! Questo policeman, Avery, prende il testimone del protagonista. Con l’aiuto del padre, fa venire a galla il marcio che c’è nella polizia locale (nel marcio troviamo anche il sempre sia lodato Ray Liotta, onore!). Improvviso balzo temporale, siamo 15 anni dopo, Avery sta per diventare procuratore generale, o distrettuale, o quel che cacchio è. Il figlio, che prima aveva tipo un anno, ora ne ha sui 17, la faccia da maiale e il fisico da cinghiale. Insomma, proprio un frugoletto. Ed è pure testa di ca**o. A scuola chi volete che incontri? Il figlio di Luke, Jason, e si fanno arrestare in continuazione. Perché è un film popolato da linci. Jason scopre chi è il papà del suo amico, vendetta tremenda vendetta, ti sparo, perdonaminonvolevo, piango, rinuncio e me ne vado. Finale con Jason che si compra una moto, come papà “il bello”, e a cavallo di detta moto se ne va a ovest. Lonely cowboy in fuga dal passato.
Mi pare tanto uno di quei film in cui si debba venire a patti, e ci si può riuscire ma anche no. Se ci si riesce, si accetta che sia una storia intergenerazionale, di padri e figli americani stupidi, piccoli esseri umani ma che la vita, o la trama, ha portato a vivere grandi emozioni; e queste emozioni, accettata la dinamica che le accende, sanno trasmettersi a chi guarda. Però, appunto, bisogna aver accettato i comportamenti tra l’idiota e lo stupido di, uhm, tutti! Luke fa rapine in banca seguendo dei piani idiotissimi, Avery è un cretino che non sa da che parte è girato, tranne diventare improvvisamente Machiavelli nel momento del bisogno. Il cinghiale-figlio è stupido senza un domani, la bandiera sventola nell’inquadratura finale e così via, sempre un altro orizzonte verso cui tendere. L’importante, per questi personaggi, è quello che si prova, non quel che si fa, e tutti pagano il conto.
Però seriamente, come fanno a dominare il mondo, questi qui?

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