17 Recensioni su

Snowpiercer

/ 20136.7416 voti

Gran film Voto: 8/9 / 2 Agosto 2015 in Snowpiercer

Bong Joon Ho è un regista che sa il fatto suo, e i suoi film sono sempre avvolti da una concezione pessimista e nichilista dell’uomo e delle sue aberrazioni.

Ha diretto due bellissimi thriller che sono Mother e Memories of murders e un, poco conosciuto, monster movie molto interessante che si chiama The Host (non quello recente di Niccol). Questo Snowpiercer è la prima coproduzione del regista insieme agli USA, ed è un gran film.
Inanzitutto la cosa che risulta subito interessante per uno spettatore è il fatto che l’umanità è rinchiusa tutta dentro un’unica grande “arca di Noè” che fa il giro del mondo autorigenerandosi. Necessaria in questo caso che la produzione non sia solo asiatica, così che dentro al treno vediamo attori di tutte un po’ le parti del mondo.
E’ un film riuscitissimo, che oltre ad essere un ottimo “blockbuster” che tiene un buon ritmo per due orette, è un ottimo film d’autore. Ogni singola inquadratura è studiatissima e dice tantissimo grazie all’ottima interpretazione di tutti gli attori (neanche male il Chris Evans che esce un po’ dalla figura di omone da cinecomics.).
Fotografia pazzesca, e soluzione registiche davvero formidabili, con 2/3 piani sequenza ottimi (che lo mettono nel **** a 300 col riporto e tutte le brutte robe che escono oggi).
Tanta violenza, mai troppo mostrata (ma quando viene mostrata, è bella forte), e più suggerita.
Un gran bel film che lascerà il segno col passare degli anni, come fece District 9, che riesce a regalare divertimento e intrattenimento offrendo allo spettatore molte riflessioni (politiche, sociologiche, filosofiche ecc.) come i film di ora fanno sempre meno. Investissero di più di questi bei film, e non su Bay, Snyder e cinefumettacci che hanno un po’ rotto. Finale, che anche se prenda una piega all’americana, riesce a dire la sua secondo me nonostante le grandi critiche.
Gran film, da vedere.

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Il voto sarebbe un 6.5 / 7 Giugno 2015 in Snowpiercer

Buon film particolare sull’ennesimo futuro post apocalittico.
C’è una nuova era glaciale e i pochi superstiti rimangono in vita all’interno di un treno in perenne movimento intorno alla Terra. All’interno il treno è suddiviso in caste sociali; in cima ci sono il padrone del treno e i “ricchi”, in fondo al treno gli scarti sociali e i “poveri”. Curtis (Capitan America ovvero Chris Evans) è il leader di questi ultimi e insieme al vecchio Gilliam (John Hurt) e al giovane Edgar (l’ex ballerino Billy Elliot ovvero Jamie Bell) guidano l’inizio della rivolta con un gruppo che attraversando il treno inizierà la “scalata sociale”.
Spunto di partenza iniziale interessante e fino a più di metà film il ritmo è avvincente e convincente (anche se poteva essere forse più approfondito l’inizio, come è stato suddiviso il treno), poi rallenta un pò e il finale è un pò particolare e secondo me, un pò brusco dopo tutte le peripezie per arrivare in cima al treno.
Ottimo il resto del cast, da citare Tilda Swinton sempre un pò sopra le righe nel tratteggiare il personaggio di Mason ovvero il braccio destro del proprietario del treno Wilford interpretato da Ed Harris. C’è anche Octavia Spencer (The Help) e il coreano Song Ka-Ho (che aveva già lavorato con il regista nell’horror The host).

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buone alcune cose altre no / 5 Maggio 2015 in Snowpiercer

buone alcune cose altre no

2 Maggio 2015 in Snowpiercer

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Devo dire che mi aspettavo il solito film di fantascienza e invece si è rivelato più serio del previsto.
Non stò a dilungarmi sugli aspetti positivi perchè vedo che in molti li hanno già evidenziati, però mi va di sprecare due parole sul finale..
Sarebbe stato un 7, se non che poteva finire in mille diversi modi (anche prevedibili) ma ahimè è finito nel peggiore. Per quanto non lo condivida per niente mi viene in mente il fatto che forse il regista voleva farci capire come dopo l’ennesima catastrofe ambientale il mondo tornerà in mano alla natura e bye bye umanità xD

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30 Marzo 2015 in Snowpiercer

Ottima idea.
Non essendomi documentata in merito confesso che mi aspettavo un filmaccio fantascientifico di serie b o anche c, invece sono rimasta piacevolmente sorpresa….sarebbe stato un 7, non fosse per un finale un po’ prevedibile e quasi frettoloso.
Anyway, ottimo ritmo e bravi interpreti, soprattutto una irriconoscibile Tilda Swinton.

Potenziale sprecato… 6 / 13 Ottobre 2014 in Snowpiercer

Poteva essere un grande film, magari anche una trilogia… ma si sono persi poco dopo la metà del film! L’idea, molto originale, di sopravvissuti post-apocalittici racchiusi in un treno infinito e suddivisi per classi sociali, avrebbe reso di più se oltre alla ribellione dei passeggeri di coda avesse approfondito molti altri aspetti, tipo la diversità di ceto sociale. La prima ora del film è bello e cattura, poi si intuisce che alla fine sarà un disastro colossale… e il finale delude per mancanza di risposte e perchè privo di logica. Poteva essere anche un 8, ottima regia ed effetti speciali. La scena della battaglia nella galleria al buio e dello scontro nella scuola sono coinvolgenti… ma il film resta alla sufficienza.

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Interessante, ben girato ma… / 19 Settembre 2014 in Snowpiercer

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Comincio subito col dire che il film è ben girato e davvero godibile. L’idea del treno postapocalittico è davvero interessante, ben sviluppata e la cosa migliore del film è sicuramente l’analisi delle società interna al treno. Detto ciò, il finale poteva essere concepito in maniera migliore, è a sorpresa ma si capisce come andrà a finire mezz’ora prima. Molto interessante il fatto che alla fine il cattivo sia effettivamente Curtis, che distrugge tutto per salvare un bambino (che poi, sapeva sarebbero morti tutti, che senso ha tirar fuori il bambino sapendo di star uccidendo tutti). Secondo errore di fondo del film è la presenza dei passeggeri di coda. Molto debole la spiegazione finale dei pezzi di ricambio, suvvia… Wilford, genio assoluto, ben sapendo di star ricostruendo un ecosistema chiuso unica speranza per il genere umano che fa? lo riempie di drogati, dirigenti che vanno sparando a destra e a manca e una classe di poveri che ogni tanto si deve ribellare per autodecimarsi (tra l’altro identica cosa di Matrix, da cui il film prende molte cose).

Insomma, per me è 7, 6 per il film e un punto bonus per il tema trattato con una certa buona riuscita. Peccato, poteva essere da 10.

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Bommbbba. / 11 Settembre 2014 in Snowpiercer

Trama fantastica, scene pazzesche.. finale così e così, avrei preferito di meglio. Idea grandiosa per un regista al suo debutto. Go on!

7 Luglio 2014 in Snowpiercer

Il debutto cinematografico in lingua inglese del regista Bong Joon-ho, con Snowpiercer, così come per il collega e amico Park Chan-wook, con Stoker, lascia un po’ perplessi, in quanto costruito in base a uno schema tipicamente hollywoodiano, che se da un lato riesce ad attrarre un più vasto pubblico, dall’altro tende poco a diversificarsi da quel filone di fantascienza post-apocalittica, ormai in voga nell’ambiente.
Tale scelta, voluta fortemente dal regista sudcoreano, nasce dall’intento di voler adattare una serie di fumetti creando attorno a essa un’aura di multietnicità, per rendere più viva l’immagine di uno specchio di mondo ritratto in un treno. E così ci ritroviamo catapultati in uno squarcio di esistenza, dove invece di classi, vi sono vagoni ”sociali” ( tra l’altro non tipicamente dettati da un’evoluzione darwiniana) , che ne riflettono la struttura gerarchica. Un treno, simbolo della mobilità dell’uomo, che rappresenta una sorta di arca di noè moderna, nella quale purtroppo coabitano tutti quegli atteggiamenti che rendono tali gli esseri umani.
Purtroppo l’angoscia che dovrebbe trasparire da una condizione nella quale la sopravvivenza è affidata a mere speranze, e a latenti dosi di coraggio, è qui incarnata con uno spirito freddo quanto il ghiaccio che tiene prigioniero il mondo, e di conseguenza non vi è quel forte impatto emotivo che invece dovrebbe scaturire dalla visione di tali scene, pur restando ottime fonti di intrattenimento.

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Povero mondo… / 7 Luglio 2014 in Snowpiercer

In tutti i modi si deve distruggere questa nostra amata terra.
Questa volta si tenta di salvarla dal surriscaldamento globale ed invece… Il solito dramma.
Ma la trama è sulla classe sociale che si crea all’interno di questo treno.
In testa la nobiltà mentre nella coda gli sfigati…
La lotta alla libertà verso l’oppressore è arcinota ma in questo caso viene sviluppata diversamente, originale di sicuro.
Ma a parte questo… Francamente non mi ha dato molto.
Vedere la nostra terra coperta di neve è particolare ma alla fine riconosco che mi sono assai annoiato.
Peccato…
Ad maiora!

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10 Maggio 2014 in Snowpiercer

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Il film coreano più costoso della storia (è un grande paese!), con attori di un po’ dovunque, perché vogliamo farlo vedere un po’ dovunque ma anche perché l’umanità viene un po’ da dovunque, e questi film dove tutti hanno gli occhi a mandorla a ovest spaventano un poco – e poi oh, non si riconosce un personaggio dall’altro, so’tutti uguali.
C’è questo treno-sistema sociale, tipo un ferro da stiro lanciato a velocità how crazy e che distrugge i blocchi ghiacciati di neve davanti a sé (il dinamismo, e il treno, ricordano un po’ A trenta secondi dalla fine). E fa il giro del mondo, uno all’anno, senza fermarsi mai; perché nel prologo per colpa delle scie chimiche (remember: gombloddo!) è partita una glaciazione che ha ucciso tutta l’umanità tranne quella rimasta sul treno. I povirazzi che non hanno pagato stanno nelle carrozze in fondo (non avevi i dollah? Ti attacchi!), in condizioni migliori degli ebrei in gita ai campi ma non troppo. Man mano che si fa avanti si percorre una vera scala sociale, però spiattellata in linea retta e orizzontale, fino alla locomotiva, dove questa specie di demiurgo, Wilford, che ha costruito il treno, cura il cuore dell’intero organismo di metallo. Va da sé, giustamente, che i povirazzi in fondo non siano tanto contenti, e preparano ricorrenti rivoluzioni per avanzare di poche carrozze. Curtis ne è alla guida, insieme a un tipo coreano che c’era in Sympathy for Mr Vengeance (boh, per me può bastare, chiusa lì), alla di lui figlia et al. Incontrando acquari, scuole dove maestrine anni 50 si esercitano nell’antica arte del brain-washing, ma poi tirano fuori un mitra, discopub, saune, decadenza e drogati. Il Wilford che Curtis trova in testa al treno è una specie di verboso principe-filosofo di machiavellica impostazione, destinato ad esser giustamente scardinato dai binari insieme a tutto il resto.
I combattimenti, le armi, gli amori, tutto è determinato dalla dislocazione spaziale di un treno, che non è proprio come stare al parco (ma nemmeno trenitalia), e le conseguenti registiche scelte si ripercuotono felicemente assai sulla trama; la quale va detto, ad onor del vero, presenta in superficie alcuni milioni di incongruenze. Che ho calpestato a piè pari, eccheccazzo, è tratto da un fumetto (no, si dice graphic novel U_U puah) e non per niente il buio degli anfratti del treno e il bianco compatto dell’ambiente esterno sono la dicotomia (cromatica, ma anche valoriale, in un continuo incrociarsi delle posizioni: es. il nero viene dal fondo treno, questi rivoluzionari sono sporchi e lerci, ma buoni) che costantemente si ripropone. Il finale ad esempio è di nuovo nel bianco, della neve intorno al treno deragliato, e lì è bianco speranza. Menzione doverosa per Tilda Swinton, che ormai fa qualsiasi cosa e qui è assurdamente automatica e timburtoniana. Prossimamente sarà Batman.
Ricordiamo che sui FrecciaRossa anche la business e l’executive class a volte stanno in testa ma a volte stanno anche in fondo, e con questo ho detto tutto ed ho detto niente U_U

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“Chi controlla il treno, controlla il mondo” / 12 Aprile 2014 in Snowpiercer

Lungometraggio con un bel ritmo e vari punti a favore.
L’analisi sull’ordine sociale (che mi ha dato qualche richiamo al 1984 di Orwell) è probabilmente la nota più lieta, oltre a culminare con un interessante finale.
L’universo distopico del treno, che raccoglie praticamente tutte le sfumature dell’umanità (i forti ed i deboli, i ricchi ed i poveri).
Vi è poi la la successione dei vagoni, che porta ad un’intrigante progressione narrativa fisicamente (ed obbligatoriamente) orizzontale. Molto interessante anche la scelta cromatica: i primi vagoni, appartenenti a parassiti e poveri della società, risultano tendenti allo scuro, a testimoniare la forte sensazione di disagio sociale, di sporco e di povertà dilagante.Tutto in contrasto con i vagoni successivi, decisamente più chiari, più “colorati”, se vogliamo, e curati nell’aspetto.
Promosso anche il cast, nonostante non ci siano interpretazioni particolarmente eclatanti, così come le musiche di Beltrami.

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PIU’ PROFONDO DEL PREVISTO / 6 Marzo 2014 in Snowpiercer

Sono andato al cinema con molta ,moltissima curiosita’ ,pensando di vedere un film di fantascienza e azione e invece penso ci fosse molto ,ma molto di piu’.
Il film penso fosse molto piu’ profondo anche di quello che personalmente sono riuscito a cogliere.
Sia il treno di per se’,i vagoni ,le divisioni in classe sociali e il finale un po’ cosi’ ,che pero’ lascia aperti molti punti interrogativi e ragionamenti avevano un significato piu’ ampio.
Il voto come dicono in molti ( e io mi aggrego) dovrebbe essere un 7.5 ,mi aspettavo qualcosa di piu’ ,ma in complesso mi e’ piaciuto molto.
Note positive : le scene d’azione ,il mondo dentro ad ogni vagone ,la sensazione claustrofobica che ho percepito per larghi tratti del film ( penso fosse uno degli obbiettivi del regista),i continui colpi di scena e quella normalita’ / indifferenza mostrata verso i piu’ poveri mentre passavano di carrozza in carrozza,specchio dei nostri tempi e qulle battute/discorsi tra il folle e il desolante ,anche nel bel mezzo di una battaglia.
Note negative : alcuni personaggi come il protagonista non erano ben approfonditi e non ti lasciavano niente di particolare e il finale non mi hanno convinto del tutto.
Comunque film molto bello e da vedere.
Per cuori forti e per persone consapevoli di quel che stanno per vedere…
Follia,rinchiusa in 20carrozze

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quell’orso non ha buone intenzioni / 5 Marzo 2014 in Snowpiercer

A me m’è garbato molto questo film fantascintifico ambiantato nel supertreno sogno di ogni bambino però non ho capito dove son stati spesi tutti sti soldi per la realizzazzione, ok ci sono le ricostruzioni dei paesaggi e, appunto, il supertreno ma per il resto è ambientato tutto all’interno, va beh questo non è fondamentale!
Belle le scene dei combattimenti in stile oldboy e i vari mondi-vagoni del treno ma, ecco, io un appunto al bravo Bong lo farei, e cioè a questi personaggi vogliamo dare un po’ più di spessore?

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Biglietto, prego. / 3 Marzo 2014 in Snowpiercer

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

L’impianto speculativo del film è degno di interesse: al di là della suddivisione in vere e proprie classi della società superstite, quel che colpisce sicuramente è la desolante prospettiva (o realtà?) che prevede che la democrazia e la relativa uguaglianza all’interno di una di esse (in questo caso, quella che vive nella coda del treno e che, teoricamente, dovrebbe essere preda dello sbando più totale, per via del sovraffollamento, delle restrizioni igieniche ed alimentari e della eterogeneità dei suoi componenti) non nascano dalla saggezza dei suoi membri, ma da una decisione presa nelle alte sfere e concordata al fine di assicurare “ricambi” e manovalanza nei vagoni di testa.
Il drammatico episodio che cambia le sorti degli occupanti dell’ultimo vagone, infatti, non è frutto del raziocinio, ma è un altro tassello della follia del “capotreno”, messa in atto perché un capo “serve sempre”, per mantenere la calma. E ciò fa venire i brividi: la democrazia è una messinscena, la creazione di un ordine paritario si basa su un’imposizione dittatoriale, è uno strumento di controllo che assicura l’acquiescenza della massa.

Detto questo, il nulla.

Tecnicamente, ho apprezzato la propulsione orizzontale monodirezionale sia del racconto che del girato (apprezzabilissima l’autorità con cui Bong Joon-ho gestisce la macchina da presa in spazi ristretti e definiti): insomma, “mai tornare indietro, neppure per prendere la rincorsa” (cit.). Il che, come impianto, mi ha ricordato il futuristico romanzo “Il condominio” di J.G.Ballard che, anche dal punto di vista sociologico, presenta alcune affinità.

Però, benché si tratti di un prodotto sci-fi in cui la logica potrebbe andare ramenga con qualche licenza, le troppe incongruenze mi hanno fatto cascare le braccia ed il fatto che, personaggio della Swinton a parte, non esistano “pazzie” (cinematografiche) degne di nota, che non vi sia alcuna peculiarità narrativa (desolante lo “spiegone” di Ed Harris), mi hanno delusa decisamente.

Sono andata al cinema praticamente a scatola chiusa, volevo solo divertirmi e trascorrere due ore in compagnia di un film che, vista l’ambientazione, speravo fosse coinvolgente e stimolante: niente di tutto ciò.

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Ottimo, ma…. / 2 Marzo 2014 in Snowpiercer

Snowpiercer (confesso di aver fatto fatica a spiegare per quale film volevo il biglietto, porca troia il titolo è impronunciabile).
Beh… che dire di Snowpiercer ? Tutto sommato è un film che ho gradito tantissimo, tecnicamente ottimo.
Regia, oserei dire, impeccabile, : Joon-ho Bong muove la mdp in modo sapiente, con ottime inquadrature e, soprattutto, con pochi tocchi di classe riesce a catapultare lo spettatore in quell’inferno che stanno vivendo i protagonisti. Fa largo utilizzo del ralenti, in special modo nelle scene di battaglie, dove sì, primeggia l’azione, ma contestualizzata con quelle che sono le emozioni e gli stati d’animo dei protagonisti.
La coda del treno (vista come la parte inferiore, dove sta il popolino sottomesso) appare come un ambiente oscuro, dove avvengono soprusi da parte di coloro che stanno alla testa del treno: coloro che comandano, compreso il dittatore Wilford interpretato da Ed Harris.
Ottima anche la fotografia di Kyung-Pyo Hong, che da un tono più oscuro e tetro alle scene in coda, dove avvengono la maggior parte delle peripezie e dei soprusi.
Alla fin fine, è un film ben confezionato, ottimo tecnicamente e con scene memorabili: una meraviglia per gli occhi.
Tuttavia, alcuni difetti io li ho riscontrati nei contenuti.
La sceneggiatura, per carità, mi è parsa buona, però mi è sembrato un film che si basasse molto sui personaggi, tuttavia alcuni di essi blandamente caratterizzati.
Inoltre, è presente una sorta di Humor nelle battute che, ahimè, non sono riuscito ad apprezzare. E’ certamente colpa mia, però, pur non avendo letto il fumetto da cui è tratto (anzi penso sia una Graphic Novel), alcune battute mi sono sembrate un po’ fuori luogo ed alcuni personaggi un po’ fini a sé stessi, eppure le condizioni per analizzarli ulteriormente c’erano eccome. La storia è ambientata in un futuro fantascientifico e distopico, il film è quasi interamente ambientato in un treno, che rappresenta l’unica via per salvarsi da una glaciazione che ha colpito il resto del mondo. Alla coda del treno si trovano i poveri, gli sfruttati, mentre alla testa ci sono i “politici” che li sfruttano. E’ sì, anche un lungometraggio fantapolitico, che tuttavia vorrebbe evidenziare l’enorme differenza che c’è fra i ricchi, che detengono il potere, e le classi sociali meno abiette: l’opera è un po’ facilona, tuttavia, nell’analizzare questo spaccato. Per quando riguarda il cast sono presenti un sacco di stelle del cinema, che interpretano diversi personaggi, Ed Harris interpreta il cattivo per eccellenza, che però appare solo nelle scene finali.
Tutto ciò per dirvi cosa ? Beh…questo è un film da guardare assolutamente, anche se l’ho trovato un po’ sopravvalutato: il voto finale (come fanno alcuni utenti) sarebbe un 7,5

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Chi controlla il treno, controlla il mondo / 1 Marzo 2014 in Snowpiercer

E’ la forte disparità già avvertita nei primi minuti, a smuovere gli animi dei protagonisti e a far entrare lo spettatore subito nel vivo dell’ultima fatica di Bong Joon-ho. Un film ad alto budget che gode di un cast di stelle internazionali. Da un’irriconoscibile e caricaturale Tilda Swinton, passando per Chris Evans, il famoso Capitan America marvelliano, fino ad arrivare a Ed Harris e al premio Oscar Octavia Spencer.

Il disaster movie futuristico fa solo da sfondo a quello che è in tutto e per tutto un film (drammatico) sul sociale. Che studia e analizza le dinamiche e i comportamenti di un microcosmo chiuso, molto simile all’Arca di Noè, riproducendo la vita sulla Terra. Senza tralasciarne tutte le mostruosità, le ingiustizie e le contraddizioni che in essa con-vivono.

E’ sulla scia della fantascienza post-apocalittica di Le Transperceneige (serie a fumetti, presto in edicola anche in Italia) da cui è ispirata la sceneggiatura, che il regista sudcoreano già acclamato per lavori come The Host, crea un film crudele e coinvolgere dai molteplici risvolti etici. Che sicuro riuscirà a strappare un pensiero intelligente (seppur confuso e ambivalente) a chiunque decida di assistervi.

Bong Joon-ho riproduce impeccabilmente una piramide sociale estesa orizzontalmente, per far vivere il riscatto sociale dei meno abbienti (vero fulcro del film), senza trascurare nulla. Dai dettagli delle ambientazioni (contrasti cromatici e di luce), alla continuità della trama, alle caratterizzazioni dei personaggi, più o meno rilevanti. Tutto è importante ai fini della narrazione.

Ma quello che senz’altro colpisce di più la vista e il cuore, è il forte contrasto tra le classi sociali: è negli ultimi vagoni che vive ammassata come animali la feccia della società, i “parassiti”. In quelli che sembrano molto più vagoni merci o carri bestiame, luoghi malsani e bui, stile baraccopoli, senza finestre né vie di uscita. Gente che da diciassette anni viene sfamata unicamente da blocchi di proteine, parallelepipedi neri e gelatinosi, ben lontani dalle delizie Haribo, da sempre trattata nel peggiore dei modi.

Una vita di fame e miseria a cui però dovrebbero rendere grazie (secondo il Ministro Mason) al fantomatico Wilford, creatore e capo del treno. Colui trattato e considerato come una divinità misericordiosa da quelli di testa, studiato a scuola e perennemente presente in ogni angolo della propria macchina perfetta. Come un’entità superiore e incontrastabile che decide senza opposizioni, un po’ come un simbolo fantapolitico stile Grande Fratello di Orwell.

Una condizione in netto contrasto con quella della selezionata popolazione di testa, che tra sushi, festini e tanto spazio, se la gode come se nulla fosse.

Lo Snowpiercer di Bong Joon-ho si arma di un ritmo frenetico che in collaborazione con la colonna sonora firmata Beltrami e una trama solidissima priva cali di regia, garantisce la suspance e il coinvolgimento fino agli ultimi fotogrammi senza allentare mai la tensione e la curiosità.

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