“Chi controlla il treno, controlla il mondo” / 12 Aprile 2014 in Snowpiercer
Lungometraggio con un bel ritmo e vari punti a favore.
L’analisi sull’ordine sociale (che mi ha dato qualche richiamo al 1984 di Orwell) è probabilmente la nota più lieta, oltre a culminare con un interessante finale.
L’universo distopico del treno, che raccoglie praticamente tutte le sfumature dell’umanità (i forti ed i deboli, i ricchi ed i poveri).
Vi è poi la la successione dei vagoni, che porta ad un’intrigante progressione narrativa fisicamente (ed obbligatoriamente) orizzontale. Molto interessante anche la scelta cromatica: i primi vagoni, appartenenti a parassiti e poveri della società, risultano tendenti allo scuro, a testimoniare la forte sensazione di disagio sociale, di sporco e di povertà dilagante.Tutto in contrasto con i vagoni successivi, decisamente più chiari, più “colorati”, se vogliamo, e curati nell’aspetto.
Promosso anche il cast, nonostante non ci siano interpretazioni particolarmente eclatanti, così come le musiche di Beltrami.
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