17 Recensioni su

Non è un paese per vecchi

/ 20077.6800 voti

ardente come il sole texano e gelido come gli occhi di bardem / 20 Luglio 2017 in Non è un paese per vecchi

un sacco di soldi ritrovati da un cacciatore. un killer spietato alla sua ricerca.
In fondo la trama di questa meravigliosa perla dei fratelli Coen,tratta dall’omonimo libro di McCarthy, non è così originale e contorta,ma è la messa in scena che è impressionante. un western noir freddo,gelido,ambientato in una sorta di terra di mezzo tra il Texas ed il Messico, sotto un sole cocente. una pellicola in cui la fanno da padrone le luci, le ombre,gli sguardi, i silenzi. un film che alterna sequenze molto lente a scene colme di suspense, ma questo è cinema, e chi lo ha disprezzato probabilmente non ha idea di cosa sia il cinema e dovrebbe meritarsi soltanto i cinepanettoni. insomma un’opera agghiacciante, cupa, in cui i personaggi, interpretati da fenomeni come Tommy Lee Jones e Javier Bardem, escono come sono entrati dalla storia senza l’uscita di scena che trovate nei film di Nolan,ma soprattutto piena di violenza,perchè l’America è nata e continua a vivere nella violenza e non è un paese per vecchi.

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Capolavoro / 1 Settembre 2016 in Non è un paese per vecchi

Dopo qualche delusone, i fratelli Coen tornano a dirigere un film praticamente perfetto. Un uomo si trova nel mezzo di una scena surreale: un regolamento di conti tra gang per la droga è finito male e sono tutti morti. L’uomo trova una valigetta contenente una grande quantità di denaro, e se ne appropria. Da lì, prenderà il via un film sempre coinvolgente, teso, cattivo, violento, costruito alla perfezione, con l’uomo costretto a scappare e a difendere in ogni modo possibile ed immaginabile il denaro da chi se ne vuole riappropriare: uno in particolare darà non poco filo da torcere. Sulle loro tracce c’è anche un vecchio sceriffo. E’ riduttivo parlare così di questo film secondo me, va semplicemente visto. Un thriller che però è diverso dal solito, ricco di azione, di tensione, di violenza, come detto diretto dai Coen in stato di grazia e con un cast stellare: Josh Brolin, Javier Bardem, Tommy Lee Jones e Woody Harrelson su tutti. Proprio sul personaggio di Bardem vorrei un attimo soffermarmi: credo infatti che sia uno dei personaggi più sinistri, inquietanti, malvagi e psicopatici mai visti nella storia di Hollywood. Un film fantastico, un must, che ognuno dovrebbe vedere, appassionato o no.

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Non è un solito thriller / 12 Maggio 2016 in Non è un paese per vecchi

I Coen ,dopo precchi anni di film sofferenti, regalano una perla per gli amanti del thriller puro. La parte di Bardem è perfetta, sembra scritta appositamente per l’attore spagnolo (ridicolizzato con un parrucchino alquanto originale ma che ha un suo perché …). Per non parlare della trama che, noi spettatori, sappiamo già ma che sembra impossibile, invece, da essere capito per quelli che sono all’interno del film (non vorremo essere nei loro panni …). Geniali i dialoghi, soprattutto quella della moneta e del prologo finale. E’, in fin dei conti, un monologo basato sulla follia di un personaggio.
Non esagero se dico e confermo: uno dei migliori film di suspanse degli ultimi 15 anni.

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Devi fare in modo che la ferita non sanguini più. / 4 Marzo 2016 in Non è un paese per vecchi

Noi il mondo lo abbelliamo, ci proviamo costantemente, con le nostre piccole bugie ed ipocrisie, tutto a fin di bene, ma a smascherare questo mondo, questi nostri peccati vi è non è un paese per vecchi.
Riadattamento dei fratelli Coenn retto e diretto in maniera impeccabile, sicuramente gli attori sostengono il peso di un’assente colonna sonora, effetto scelto per disabituarci durante la pellicola a capire e sentire ogni brutto colpo.
L’idea di film che vogliamo venga sviluppata da un romanzo, sempre.

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i personaggi vincono. / 8 Aprile 2014 in Non è un paese per vecchi

davvero ben fatto e pensato, ma sono convinta che se non fosse per la fantastica caratterizzazione dei personaggi, non avrebbe quasi nulla per cui essere elogiato.

2 Marzo 2014 in Non è un paese per vecchi

Premesso che buona parte dei meriti di quest’opera è da attribuire a Cormac McCarthy, che ha fornito il soggetto, adattato per il grande schermo dai fratelli Coen, il merito di questi ultimi è comunque importante, per aver donato alla pellicola un ritmo assolutamente interessante, un ritmo da romanzo: il film ha quella cadenza trascinata, quell’incedere a tratti lento, che dona le stesse sensazioni della lettura, che lascia tempo al pensiero e all’interpretazione.
Musiche praticamente assenti come a non voler disturbare la concentrazione.
A metà tra un western moderno e un thriller vintage, il film consente riflessioni strutturate su temi importanti quali:
– il Male e la sua banalità (o più che altro la sua stupidità: la promessa di far del male non è soltanto una minaccia, bensì una vera e propria promessa da mantenere),
– il caso che governa le esistenze (salvarsi la vita con un testa o croce, l’incidente finale),
– l’evoluzione in negativo della società (e qui lo sceriffo interpretato da Tommy Lee Jones è tenutario e simbolo di una tradizione violentata dalla nefandezza della modernità).
Bardem è semplicemente fantastico nel ruolo dell’assassino totalmente folle (oppure no?) ma lucido e pacato, e insieme spaventosamente razionale: lo sguardo di compiaciuta soddisfazione, un’orgasmo di cattiveria, durante il suo primo assassinio è un piccolo capolavoro di mimica e recitazione.
La sua pettinatura da scolaretto e il bombolone che si porta appresso per compiere le sue efferatezze sono difficili da dimenticare.
Il finale affidato ai resoconti onirici dello sceriffo in pensione è un po’ troppo cercato (e ricercato).

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la miglior riduzione cinematografica di un romanzo di Cormac McCarthy / 10 Giugno 2013 in Non è un paese per vecchi

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Film decisamente vincente e ben fatto dei fratelli Coen, a tratti inquietante e violentissimo. La morte in primo piano, incarnata da uno psicopatico che, per i suoi soldi, è disposto a tutto. Ma non è l’unico. Josh Brolin (attore già visto in Melinda e Melinda di Woody Allen), trova per caso nel deserto una valigetta con due milioni di dollari. Tutti gli uomini in zona sono morti, e un camion è ricolmo di eroina… LA RECENSIONE CONTINUA NEL LINK SOTTOSTANTE:

http://www.sanguesulmuro.com/2013/06/non-e-un-paese-per-vecchi-joel-and.html

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“Penso che quando non si dice più «grazie» e «per favore» la fine è vicina” / 14 Maggio 2013 in Non è un paese per vecchi

“Sometimes there’s a man. He’s the man for his time and place, he fits right in there”. Questo era Jeffrey The Dude Lebowski nella Los Angeles degli anni 90. Il narratore l’aveva capito, e nei primi minuti del film già lo diceva. Il narratore di questo film invece, l’unica cosa che ha capito è che – ormai – nel Texas anni ’80 c’è ben poco da capire. Questa “conclusione”, presentataci dopo appena due minuti di film, sarà ovunque nei restanti 120 “senza grazie e per favore”. Nelle scelte prive di senso di alcuni personaggi, nel senso privo di (possibilità) “scelta” delle monete e delle promesse di Anton Chigurh, negli anni di dubbi delle rughe di un perfetto Tommy Lee Jones, nelle righe di una sorprendente sceneggiatura.

La scrittura è di gran classe, l’estetica di qualità. Il ritmo è giusto, l’unico possibile. Quello che davvero colpisce è la concreta solidità di una consistente e profonda morale, capace di intrufolarsi e incastrarsi alla perfezione in ogni aspetto di “Non Country for Old Men”.

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4!!!!!!!!!!!!! / 28 Aprile 2013 in Non è un paese per vecchi

Uno dei film più sopravvalutati della storia del cinema!!!! Non è realizzato male ma è un film lento, lungo e anche noioso……… 4 è il massimo che sono riuscito a dare!

In a blood mood / 18 Dicembre 2012 in Non è un paese per vecchi

Un crime del genere ‘caccia all’uomo’, lento e sanguinolento. Estremamente silenzioso, felpato e spietato come l’eccelso badman di turno; sicuramente Chigurh/Javier Bardem compete con Joker/Ledger per la palma del miglior cinecattivo degli anni 2000.
La sua è una efferatezza chirurgica (nomen omen?), a cui fa da contrappeso un ruvido ed efficace Josh Brolin; i Coen danzano perfettamente a loro agio sul tappeto steso dal formidabile Cormac McCarthy, uno scrittore di rara potenza, e sarebbero i nomi giusti per una trasposizione del cruento magnifico Meridiano di sangue.

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Merito di McCarthy / 17 Settembre 2011 in Non è un paese per vecchi

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Prima di tutto voglio sottolineare che leggendo alcune recensioni qui, ho sorriso. I fratelli Coen non hanno inventato niente, il film è tratto dal bel romanzo di Cormac McCarthy (premio Pulitzer nel 2007), quindi alcuni riferimenti all’humor nero dei Coen sono abbastanza insensati, in quanto la battuta citata è presa pari pari dal libro.
Nell’adattare il libro, i due fratelli hanno eliminato alcune parti, come ad esempio l’incontro fra Moss e la ragazzina che fa l’autostop con il relativo lungo botta e risposta fra i due in una tavola calda, un dialogo che avevo apprezzato parecchio nel libro. L’incontro poi portava all’omicidio di Moss e ai sospetti della moglie su una presunta storia fra il marito e la ragazzina. Inoltre nel libro nessuno parla di prenderei aerei (ma qui è più una questione di pignoleria).
Per il resto il film è abbastanza fedele, soprattutto per quanto riguarda i dialoghi (come ho già detto prima). Ottima interpretazione di Bardem!
Il film non lo reputo un capolavoro da 10, per il semplice fatto che i Coen hanno adattato un libro perfetto, senza mettere nulla di nuovo e in fondo è giusto così.

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19 Agosto 2011 in Non è un paese per vecchi

Ho intenzione di intentare causa contro i fratelli Coen, o chi per essi. Questo film è stato causa di numerosi litigi, non mi interessa il parere altrui. Lo considero merda. Ero indeciso sul voto, ma credo che 3/10 sia giusto. Una perdita di tempo, 2 ore di film per poter far dire allo sceriffo “eeeh, non ci sono più i tempi di una volta”.

9 Giugno 2011 in Non è un paese per vecchi

Bel film dei fratelli Coen anche se in parte mi ha deluso un pò (devo ammettere che le mie aspettative erano alte).
L’inizio è lento con l’introduzione al paesaggio oltre che ai personaggi; i protagonisti sono essenzialmente 2. Moss (un buon Josh Brolin) che inizia la sua fuga dopo aver trovato i soldi e il “pazzo” che gli dà la caccia (un magnifico Bardem). Inoltre nello stesso ambiente si muove anche lo sceriffo Tommy Lee Jones che però fatica ad accettare il cambiamento di violenza che sta succedendo nel mondo (ha l’aria di uno che ne ha viste tante e pensa quasi di smettere con il mestiere di sceriffo).
La parte centrale è intensa, inoltre in qualche scena affiora lo humour nero dei fratelli Coen con qualche battuta (Moss: “Salutami mia madre”, la moglie: “Ma tua madre è morta”, Moss: “Allora la saluterò io”).
Il personaggio di Chyrugh (il killer) è fantastico.
Peccato solo x il finale. Quasi tutto il film centrato sull’inseguimento tra Moss e il killer e alla fine Moss viene ammazzato dai messicani… e poi rimane qualcosa di poco chiaro. Fantastica invece la scena dell’incidente di macchina.
Insomma un bel film ma forse il fatto di essere tratto da un romanzo ha un pò limitato la verve creativa dei fratelli Coen.

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sulla follia della violenza razionale / 25 Marzo 2011 in Non è un paese per vecchi

Sulla costruzione del film c’è da fare scuola, perfetto.
E’ un insieme di film di genere direi, sì un thriller, ma anche un western, e del western ne mastica addirittura l’epica: un uomo ingaggia una lotta/fuga con un altro ci sono i soldi in mezzo, ma la tensione sale in maniera parossistica, di fuga in fuga, di omicidio in omicidio, di scontro in scontro, fino all’ultimatum del Killer e…..loro ti tolgono la sfida finale, il duello che coronava e qualificava il genere western, il rapporto tra gli individui, niente, nulla, fino all’estremo del finale già avvenuto e del corpo trovato, dell’omicidio perpretrato da altri, mostruoso direi.

Sono i Coen, sceneggiatura oliatissima, Fargo trasportato nel deserto, ma anche Barton Fink (tutti quei motel e quelle stanze in affitto, quella claustrofobia temporanea, tanto da persare un attimo ad un autocitazionismo un tantinello eccessivo, ma che io personalmente amo), molto humor, ovviamente nero.
L’incipit è davvero bello, sia nella parte solo paesaggio e voce, in cui il paesaggio è anche il messaggio ridondante della voce, sia nell’omicidio iniziale, in cui c’è tutta l’efferatezza naturale, la psicosi, la quotidina routine dell’omicidio e l’irriducibile irrazionalità di tutto questo.
Personalmente Fargo mi colpì di più. Mi colpì perchè la stupidità e la stolidità della violenza era domestica, da giardino e da orto direi, ossia era nascosta nelle pieghe della mistica di ordine della vita media di ognuno.
Con questo film il male e la violenza si spostano, escono dall’antro domestico, forse perchè la casina con il giardinetto neppure esiste più.
Ci focalizziamo su Barden perchè aleggia come uno spettro invincibile, perchè si sposa con il caso che governa il mondo, ma che ci sfugge nella sua logica, è quasi una sorta di nemesi.
Però guardiamo all’altra violenza, quella dei messicani che fanno una mattanza, ed è sempre una mattanza silenziosa, prima nel deserto, poi nella cittadina quando uccidono Brolin, e uccidono sempre fuori campo. La scartiamo perchè è una violenza che ha un “senso”, denaro, droga, uno scambio andato a male, la logica economica che sta alla base del comportamento dei messicani ce la rende concepibile, quasi data per scontata, per noi è “normale”.
E qui sta la grandezza dei Coen secondo me, ci fregano alla grande, facendoci affascinare dall’assassino che incarna il Male (il primo omicidio è grande, Barden ha uno sguardo bovino, ma anche orgasmico) e facendoci perdere di vista il male e la sua violenza che abbiamo urbanizzato, che è quella degli uffici, delle grandi transazioni che commissionano il recupero ad opera di Harrelson, dei trafficanti che perseguono appunto una violenza strumentale agli affari.
La violenza dunque non è più stupida, è razionale, con logiche diverse, al limite folli, ma razionale.
L’ultimo omicidio è fuori schermo anche perchè la moglie di Brolin disinnesca il meccanismo, perdendo ossia morendo, ma rifiutandone la logica, se ne tira fuori. Questo omicidio è simile a quello di Harrelson (e del benzinaio che si salva, ma accetta il modo di ragionare del killer)che considera Chigurn pazzo e glielo dice, ma Harrelson tratta, cerca un compromesso, cerca di entrare nel discorso di Chigurn, non lo rifiuta, fanno lo stesso mestiere. Ma appunto è lo sfondo che risalta a mio parere, sono le ordinarie questioni finanziarie, gli scambi di denaro e droga, tutto che riporta ad un vivere violento a cui ci si è abituati, perchè ne accettiamo il senso e che nel film ha quella funzione.

Tutti i film dei Coen sono antiepici per eccellenza, e l’incidente finale, oltre che rimettere in gioco il caso che governa il mondo (lo stesso caso che ha innescato la vicenda), serve a mio parere per demitizzare il Killer. E la tensione che creano, come fai notare, è la stessa tensione che aumenta in tutto il film e che viene abortita con quella fine di Brolin fuori climax. In questo senso nel Petroliere avverto ancora una presenza d’epica, qui invece c’è la spoliazione di ogni tentazione.
Su Brolin, in effetti lui e la moglie ci stupiscono molto, loro si ribellano, ma non hanno il favore di una scena madre che ne suggelli un ruolo pur larvatamente epico.

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Videolettura / 24 Marzo 2011 in Non è un paese per vecchi

Ho letto un film, ho visto un libro.
Ataviche questioni, è meglio leggere prima e poi andare al cinematografo oppure il viceversa?
La mia regola è che non ho una regola.
Di tendenza se ho visto il film non mi prendo la pena di leggere il libro.
In questo caso il mio amico “caporione” ha molto insistito e quindi ho letto.
Si dice che il libro sia antico, il film moderno.
Il libro è lento, il film è rock.
Assolute scemenze.
Il libro e’ il libro e un film è un film.
La lettura ti permette di apprezzare sfumature che il film non concede.
Quante volte si smette di leggere, si posa il libro sulle ginocchia e ci si mette a pensare ai fatti nostri.
E’ un pregio irrangiugibile. Facoltà che un film non permette.
Il libro poi ti consente anche la regia e la scelta degli attori. Il film no, te li spara addosso.
Vero anche che il cinema ti permette altro, luci, suoni, volti e movimento non ti devi sforzare molto per inventarteli a differenza di quando leggi.
Stanno lì nel grande schermo, tu di tuo ci devi mettere solo la capacità di apprezzare il prodotto.
Una chiosa personale poi sui film gialli.
Da giovincello seguivo questa prassi. Entravo in sala a 10 minuti dalla fine, vedevo chi era l’assassino e le motivazioni conseguenti.
Tanto fatto, passavo poi tutto il resto della visione a cercare di cogliere buchi logici o irragionevolezze nella sceneggiatura. Punto.
Torniamo a No Country for Old Man, intanto il titolo è bellissimo.
Le atmosfere rosseggianti del deserto, sabbia, strade polverose, stivali, pickup e cappelli da cauboi.
Siamo nel Texas al confine con il Mexico.
El Paso, Laredo, Tujana, nomi che mi riportano alla lettura giovanile di Tex Willer.
Spruzzi di Quentin Tarantino, morti che si snocciolano in sequenza.
Muoiono accisi per così dire in maniera “naturale”.
Due i personaggi: lo sceriffo. Tommy Lee Jones, con tutte le sue saggezze e scimmie sulla spalla che si trascina dopo una vita con la stella sul petto e poi lui, Javier Bardem nei panni di Chigourh, il killer psicopatico, con tutta la sua insensibilità e i suoi alti valori etici.
Epps, si intende la sua personalissima di etica.
Uccide spesso perchè il fato ha deciso così.
Solo che il fato è dato dalla scelta di un testa o croce di una moneta.
Oppure a giochi fatti, a vicenda conclusa, insomma già sui titoli di coda va in cerca di una donna per ammazzarla solo perchè glielo aveva promesso. Bel tipetto.
Attenzione secondo la sua etica non si trattava di un omicidio inutile.
Era fondamentale essere credibile, quindi se ti prometto che te mato, ti vengo a cercare e ti accoppo. Semplice.
Alla storia passerà poi la sua arma preferita: la bombola d’ossigeno.
Per finire, due grandi intuizioni cinematografiche che tramite il mio amico “caporione” che ha avuto l’estro, riferisco.
Meglio di Bardem e di Tommy Lee Jones, i Cohen (supremi come regia) avrebbero fatto meglio a non inquadrare mai di faccia sceriffo e Chigourh. Condivido.
Leggetevi sto film e vedetevi sto libro, gherentisco!!

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Un Capolavoro!!! / 22 Marzo 2011 in Non è un paese per vecchi

Adoro questo film!!! I Coen mi hanno sempre fatto impazzire e con questo film secondo me si sono davvero superati. Magistrale l’interpretazione di Javier Bardem, una storia che tiene incollati allo schermo dal primo all’ultimo secondo del film.
Stupendo!

1 Febbraio 2011 in Non è un paese per vecchi

Probabilmente, è un mio limite. Però, gli ultimi venti minuti di pellicola hanno trasformato in “Embè?” l'”Oooooooooooh!” maturato durante il resto del film.
Epica la pettinatura di Bardem, comunque sopraffino.

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