Recensione su Birdman o (L'imprevedibile virtù dell'ignoranza)

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Ma siamo sicuri? / 16 Febbraio 2015 in Birdman o (L'imprevedibile virtù dell'ignoranza)

Sono rimasto un po’ così, come il titolo della mia recensione, dopo aver visto Birdman. E qui mi chiedo francamente, se sono io o sono gli altri che sbagliano, tantè però che la vita ci permette di avere opinioni differenti e quindi eccomi qua. Non mi è piaciuto? No, affatto, la storia di per se mi è piaciuta anche abbastanza. Una bella parabola di come Hollywood sia nettamente in declino e i suoi attori siano tutti nel bordo del precipizio, questo non toglie che il film secondo il mio parere contenga abbastanza pecche. Il ritmo tutti hanno adorato la batteria, io l’ho trovata fastidiosa nel ritmo già altalenante del film. La fotografia seppur bella, credo sia stata un po’ sfruttata male e poteva dare molto di più ai fini della pellicola. Gli attori: bravissimo Keaton e interessante Galifianakis ma il resto? Naomi Watts, Edward Norton e Emma Stone mi sembravano scelti a caso quasi all’ultimo.
Un film piuttosto singolare, che forse perdonatemi, rientra nel: o lo ami o lo odi. Ma in me fa nascere una bella polemica sull’esclusione di Interstellar agli oscar che non aveva nulla, assolutamente, di meno di Birdman.
Rimane comunque da lodare la complessità degli intrecci emotivi della storia e dello stile narrativo/ registico. Su quello tanto di capello.

27 commenti

  1. michidark / 16 Febbraio 2015

    Credo sia un film più che buono (gli ho dato 7), il vero problema è che pubblico e critica lo stanno sopravvalutando come non so che cosa per una serie di piani sequenza che, sì, sono magistrali, ma che io alla lunga ho trovato stucchevoli. Il regista (non ho voglia di cercare come si scrive) dà il meglio di sé nei film drammatici e, ovviamente, viene osannato per una “commedia”. Biutiful è nettamente superiore secondo me.

  2. Deborohlaroccia / 16 Febbraio 2015

    io li ho trovati fastidiosi per cui mi trovi più che concorde.

  3. Naima / 17 Febbraio 2015

    Sì, in effetti sono d’accordo anche io. Personalmente gli ho dato un sette perché stilisticamente è molto bello, ma il continuo piano sequenza ad un certo punto comincia a dare la nausea e la sceneggiatura non mi sembra chissà quale cosa fantastica.
    Come ho detto nella mia recensione, rimpiango ’21 grammi’.
    Non è il capolavoro che tutti osannano, ma è un bel film. Non mi esprimo sulla tua opinione riguardo Interstellar, perché non penso che la polemica vada fatta pensando a Birdman, ma piuttosto a Gravity che l’anno scorso ha fatto incetta di premi – molti immeritati, per altro, visto che è un film che visivamente spacca, ma non ha sostanza. Io piuttosto che Cuaron avrei premiato Scorsese o McQueen. In ogni caso Interstellar è migliore di Gravity, quindi forse, almeno la candidatura, la meritava.
    Non ci sono comunque termini di paragone tra Birdman e il suddetto. Insomma, generi diversi, stili diversi, argomenti diversi. A me Interstellar è piaciuto poco e rientra (solo questo punto ha in comune con Birdman) nella categoria film ‘tutto fumo e niente arrosto’, per intenderci. Visivamente danno molto, ma a livello di storia niet, sceneggiature fiacche.

  4. inchiostro nero / 17 Febbraio 2015

    Premettendo che trovo legittimo pensarla in tal modo, non credo che questo film possa definirsi propriamente commedia. Diciamo che varia dal genere drammedia al tragicomico.
    Per quanto riguarda i lunghi piani sequenza, oltre ad essere rimandi tipicamente Altmaniani, sono espedienti per far convergere al meglio l’attenzione verso i personaggi. Come quando modifichiamo la resa dell’obiettivo della macchina fotografica, per poter osservare al meglio qualcosa. Perché vi è differenza tra guardare ed osservare, e nel film vi sono così tanti particolari, incarnati da così tante espressioni, che perderli equivale a non comprenderli. Se ci si fossilizza troppo sul fastidio ( che personalmente non ho provato ) dei suddetti piani, diminuisce la capacità di lettura dello spazio, con il rischio inevitabile di smarrirsi.
    Se poi il film sia sopravvalutato o meno, dipende dalla percezione che si ha di esso. A volte la critica spinge lo spettatore ad una sorta di apprezzamento obbligatorio del prodotto, ma ogni giudizio, per quanto oggettivo possa essere, passando attraverso l’elaborazione della nostra coscienza, diviene soggettivo, e quindi figlio delle nostre aspettative e passioni.

  5. Deborohlaroccia / 17 Febbraio 2015

    In entrambi i casi mi trovate più che con voi. Il problema secondo me, forse anche in previsione degli oscar, nasce dalla sopravvalutazione del film e dell’opera stessa. Quello che mi chiedo io è: come ti arricchisce Birdman come persona? Da poter smuovere così positivamente tante persone. Un giudizio è personale, ovvio, noi giudichiamo secondo la nostra personale opinione. Ma se veniamo spinti in una direzione rimaniamo obiettivi? Secondo me è quello che è successo con Birdman, siamo stati indirizzati tutti verso una opinione quando invece poi, guardandolo, tutte quelle idee tanto uguali non so da dove venissero. Ho visto un film carino, fatto abbastanza bene, che non mi ha lasciato personalmente nulla.

  6. inchiostro nero / 17 Febbraio 2015

    La critica ha pur sempre un’azione antagonista, e come tale può partecipare non attivamente ad un dato giudizio. Se nel tuo caso ti ha sviato da un preciso percorso è perché sin dall’arrivo avete avuto destinazioni diverse. Nel mio caso non mi sono perso, né sono stato sviato da una direzione che francamente non credo possa aver impostato la critica, fraudolente o meno.

  7. Deborohlaroccia / 17 Febbraio 2015

    Se hai il letto ogni parola che ho scritto, non penso abbia sviato me, penso abbia sviato il pubblico che in massa andato a vedere Birdman con già un idea precisa in testa. E questo è un dato di fatto bello e buono, tantè che nel cinema dove lavoro, le persone mi vengono a chiedere quando faremo Birdman che è così bello. Io rispondo presto e aggiungo: ma lo ha già visto? No ma dicono tutti di si. Ah be allora….
    Questo è il problema dei filmoni sopravvalutati.

  8. Bisturi / 17 Febbraio 2015

    “BirdMan” è davvero un ottimo film, anzi, più che ottimo. Oggi si cerca forsennatamente la sopravvalutazione o l’esaltazione di tutto. Questo film è un’opera leggiadra, intelligente ed interessante, è cinema, ha estetica, contenuto, fotografia, regia, interpretazioni esilaranti. E’ un piccolo viaggio nella folle tetralità del cinema e della vita stessa, sui dolori, i rimpianti e le ambizioni. La personale opinione ci sta, tutti ne hanno una ci mancherebbe, ma bisogna essere anche e soprattutto oggettivi ad un certo punto, questo è un ottimo film, niente “per me” o “a mio avviso”, il de gustibus uccide ogni tipo di confronto. Il piano sequenza, per quanto finto e rimaneggiato digitalmente, è funzionale a questo tipo di narrazione e ci conduce dove vanno i personaggi e le loro personalità.
    Inarritu ha realizzato il suo film migliore con BirdMan, allontandosi finalmente dal “melodramone molto messicano” del passato.
    Poi se vogliamo parlare di film sopravvalutati io direi forte e chiaro “Boyhood”, dove al di fuori della trovata di girarlo in tempo reale per diodici anni, c’è davvero molto poco…

  9. inchiostro nero / 17 Febbraio 2015

    @morgan Ti ho letto bene. Il mio ”sviare” non ha alcuna accezione negativa, ma solo indicativo del fatto che hai intrapreso un percorso differente da quello tracciato dalla critica, che invece ne ha esaltato i contenuti. D’altro canto non condivido la tua analisi, in quanto Birdman è tutt’altro che sopravvalutato, e riprendendo il discorso di @Bisturi lo dico in maniera obiettiva.

  10. Naima / 17 Febbraio 2015

    Ma onestamente l’oggettività è anch’essa una cosa molto relativa. Puoi riconoscere che un film è buono, oggettivamente, ma sei comunque portato a giudicarlo in modo personale, a seconda della tua sensibilità verso il cinema ed anche, se vogliamo, la tua esperienza.
    Riconosco che Birdman è un bel film, non mi metto a discutere sullo stile e sui piani sequenza, ho già detto nella mia recensione che la scelta stilistica è giusta al fine della resa del progetto, poi che a me non piaccia, che mi fa girare le palle degli occhi, voglio dire, ci sta, ma non è per questo che storco il naso e sparo a zero su un film di Inarritu (che ho sempre apprezzato molto).
    Semplicemente per me è un film a sé stante, per l’appunto, come diceva qualcuno qui sopra, che “non lascia niente”. Vogliamo dire sia pieno di contenuti? Anche no, voglio dire, avrà il suo perché – nulla di innovativo, per altro, a livello di trama – ma sicuramente non lo trovo un film che ti fa uscire dalla sala e riflettere (se non un po’ per il finale).
    Concordo su Boyhood, che a me è piaciuto molto più di Birdman. Non è un bel film, né originale se non per, appunto, quello che c’è dietro. Ma quello mi ha lasciato qualcosa, mi pare abbia più contenuti ed è “vero” (questo non vuol dire che ricerco sempre la verità nei film che guardo, anzi, ma il punto dell’opera era quello, ed è stato reso alla perfezione, senza contare l’ansia che viene a me guardando la gente che invecchia “veramente” sullo schermo).
    Visivamente parlando non ci sono paragoni tra Bridman e Boyhood, è chiaro chi sia il vincitore, Bridman ha una fotografia eccezionale e delle inquadrature molto belle – nonostante a me infastidisca, non c’è dubbio che il piano sequenza faccia la sua bella figura ed abbia motivo di esistere in un film del genere.

    • Bisturi / 17 Febbraio 2015

      Si si, ma la storia di “Boyhood” l’ho già vista in altre dozzine di film, raccontarla in quel modo, si, fà colpo, è una trovata, ma a film finito tutto ti scivola addosso, è una fumata di sigaretta, non incide,i personaggi li vedi crescere, maturare ma non ti ci affezioni e francamente non te en frega nulla di come procederà, non c’è empatia che per un film di quel genere trovo sia importante. “Birdman” potrà anche non piacere, senza dubbio, ma è un problema di chi guarda non del film che è oggettivamente notevole e non solo per i virtuosismi registici, è un film che ha tanta polpa e raffinatezza, è bel cinema. Tutto qua…

      • Naima / 17 Febbraio 2015

        Ma infatti non ho detto che Boyhood sia originale, anzi, tutt’altro che originale. E’ banale, perché vero, e a me quella verità è piaciuta vista sullo schermo. Mi è arrivato in modo diverso rispetto a Birdman e penso sia anche dovuto ad un tipo di sensibilità diversa, alla mia per l’appunto, e a tanti altri fattori: l’età, il vissuto, ed altre cose.
        Non penso sia meglio o peggio di Bridman, ripeto, anche perché fare un paragone tra i due sarebbe inutile, non poterebbe a nulla, visto che a conti fatti c’è ben poco da paragonare. Non parlo nemmeno di premi e riconoscimenti, chi merita più cosa etc. Semplicemente mi ha colpita di più, nella sua banalità e nella sua trama un po’ trita e ritrita (e non sapevo nemmeno che si trattasse di un progetto di dodici anni, quando ho cominciato a vederlo, l’ho scoperto solo a metà film quando ho cominciato a chiedermi come avessero fatto a trovare degli attori così simili per i due ragazzini lol).

        • Bisturi / 17 Febbraio 2015

          Rispetto il tuo punto di vista, se mi parli di sensiblità diverse tutto può starci, preferire un film ad un altro è comprensibilissimo, l’importante è riconoscere l’importanza di un’opera. Il mio non era un paragone ma solo un parallelismo, vista la contemporaneità dei due film e visto che in molti esaltano Boyhood, come tanti altri esaltano, a ragione, Birdman … 🙂

          • Naima / 17 Febbraio 2015

            Ed io rispetto il tuo, ci mancherebbe altro, ho solo detto la mia visto che mi trovavo già in discussione.
            Alla prossima! 😉

  11. inchiostro nero / 17 Febbraio 2015

    Credo sia abbastanza riduttivo asserire che Birdman non lasci nulla.
    Affronta diverse tematiche, che vanno dalla vanità alla fragilità umana, condizione che ha poi portato ad una vera e propria ecatombe intellettuale. E dialogo dopo dialogo, sequenza dopo sequenza, Iñárritu, con l’occhio di chi indaga, di chi scopre ( da qui la scelta di lunghi piani sequenza ) sveste l’ipocrisia, l’ignoranza, mettendola a nudo, e presentandola in forma virale al mondo.
    Come ho scritto poi nella recensione, è una debole armatura quella dell’illusione, e l’uomo, indossandola, non fa che costruire castelli di carta, che il vento può abbattere in ogni istante.
    Nelle rughe scavate dal tempo del viso di Keaton, lo si può evincere, e il tutto è reso più autentico da un folle progetto di metacinema, che ha ripagato tutta l’audacia intrapresa. Da qui un’altra denuncia, quella rivolta ad una critica che non si mette mai in prima linea, e che non contempla il coraggio innato dell’attore.
    Vi è tanto in Birdman, come vi è tanto in Boyhood, solo sotto diversa forma; e affermare il contrario è come banalizzare lo stesso concetto di vita.

    • Bisturi / 17 Febbraio 2015

      @inchiostro-nero su Boyhood non riesco proprio ad essere d’accordo, non mi ha esaltato, mi ha lasciato poco e il vezzo della “realtà temporale” non mi è bastato, per quanto sperimentale. Un film senza empatia. Boyhood (che probabilmente vincerà l’oscar) e soprattutto “The Imitation Game e La Teoria del Tutto sono film che veramente non mi catturano…

      • inchiostro nero / 17 Febbraio 2015

        @rodriguez86 Anch’io tra i titoli da te citati preferisco di gran lunga Birdman; ma ciò che più mi premeva sottolineare è che nessuno di questi è così glaciale da non far suscitare nessuna emozione. Si parlava di nulla, e nulla è zero.

  12. Deborohlaroccia / 18 Febbraio 2015

    The Imitation Game secondo me invece suscita molto, visto da alcune prospettive di vita diverse da diverse emozioni come diceva prima Naima dipende un po’ anche dal vissuto personale. E personalmente trovo che The Imitation Game sia un bellissimo film, banale quanto volete d’altronde l’argomento è quello, che però riesce a toccare corde profonde ( almeno in me lo ha fatto) che emozioni suscita Birdman? A me nessuna..vuoto totale.

    • Stefania / 18 Febbraio 2015

      Accidenti, e dire che a me Birdman ha messo addosso un’angoscia e ha messo in moto certe riflessioni paranoiche…
      Le “solite” elucubrazioni sul senso della vita, sul “posto nel mondo”, sul valore degli atti e delle scelte e via dicendo, per intenderci.
      Trovo che il film di Inarritu sia decisamente stimolante e che i riusciti virtuosismi tecnici siano un’efficace confezione: penso che abbia saputo unire “packaging” e contenuti (già visti, già sentiti, ma esposti in maniera interessante, ecco. Forse anche “furbetta”, ma non è cosa da tutti, mi sa).

  13. Deborohlaroccia / 18 Febbraio 2015

    No senza dubbio. Il problema di Birdman è che quando l’ho visto già dai primi minuti iniziali, mi suscitava fastidio e sono finito con un forte mal di testa nei titoli di coda. Cioè tutto molto bello visivamente : sono il primo ad averlo lodato anche se ripeto la fotografia mi lascia perplesso ma il resto? Questa storia come può suscitare domande filosofiche? Il senso della vita…in questo film non lo so, non mi riesce di vederlo, forse anche perché in fin dei conti quanti film sul declino della fama sono stati fatti? Che cosa ha aggiunto Birdman a questi? Forse sono io che sbaglio, un po’ come American Sniper altro film che mi ha deluso dalle aspettative che avevo entrando in sala a quelle reali uscito c’è stato un mare.

    • Stefania / 18 Febbraio 2015

      Il protagonista non sa cosa fare di sé, come gestire il successo, come avere una sua identità lontano dai fasti dei blockbuster: riportare questi temi ad una scala più personale (se vogliamo, più banale) è un attimo. Conscia del fatto che, come ho scritto, di questa roba si è scritto e visto a iosa in modo anche più ardito, fascinoso, compiuto, ecc., riconosco ad Inarritu il merito di averlo fatto in maniera interessante, roboante, pacchiana, se vogliamo, ma non priva di stimoli per la platea. Non aggiunge nulla, ma ripropone la questione con una certa inventiva.
      Non nascondo il mio (blando 😉 ) stupore nel sentir dire (semplifico, pardon): “Non mi ha fatto pensare a niente”.

      • Bisturi / 18 Febbraio 2015

        Un tour de force di stati d’animo bellicosi, momenti esilaranti, disconnessioni dalla realtà, dolori e frustrazioni. E’ un film tanto leggiadro nella messa in scena quanto cattivo e grottesco nella rappresentazione di un mondo artistico schizzoide e ripiegato su se stesso. Un film eccezionale e concordo con la carissima @stefania

  14. Deborohlaroccia / 19 Febbraio 2015

    Ma questi momenti esilaranti quali sarebbero….? Scusate perchè o sono io che non rido per tutto o siete voi troppo inclini alla risata. Cioè cosa vi ha fatto ridere? Edward Norton che mostra l’erezione e fa il solito attore stronzo ed esibizionista? Emma Stone relegata a occhioni e scatti nervosi? L’unico che fa “ridere” è un po’ Galifianakis ma perchè riesce a fare benissimo l’esaurito ( già visto tante volte anche al SNL) e da un tono veramente interessante al personaggio dell’avvocato. Di sicuro Keaton a me non ha fatto ridere per cui…Comunque grazie al cielo, Dio, Buddha o chiunque vogliate invocare abbiamo e possiamo avere idee differenti altrimenti che noia.

    • Bisturi / 19 Febbraio 2015

      I duetti fra Keaton e Norton li ho trovati terribilmente irresistibili, esilaranti e allo stesso tempo tragici. Il persaonaggio di Norton è geniale, divertente, una sorta di giullare venato di tristezza, un attore fintamente sfrontato ma sostanzialmente frustrato e costantemente in un personaggio….

    • inchiostro nero / 19 Febbraio 2015

      @morgan più che altro è ridente ironia, che non deve sfociare necessariamente in una clamorosa risata. Sono siparietti dal classico sapore agrodolce, che fungono da cuscinetti per ridurne l’attrito, in quanto nella pellicola coabitano vari generi, non direttamente riconducibili alla sola commedia.
      Come ha ben scritto @Stefania traspare angoscia. Non avrei pensato a termine migliore. E quale maschera è più adatta di quella dell’ironia per celare l’angoscia?

  15. Deborohlaroccia / 20 Febbraio 2015

    Vero Inchiostro nero però c’è da dire che quando leggo “ESILARANTE” mi aspetto ben più di ridente ironia per descrivere la parola stessa..

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