Recensione su Il cavallo di Torino

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Il cavallo di Torino
Regia:

16 Dicembre 2013

So che questa recensione provocherà l’ira dei finti intellettualoidi che hanno eletto questo film capolavoro assoluto del cinema.
Ma perché dovrei voler vedere per sessanta e passa minuti la deprimente esistenza di queste persone?
Un film è un film, non una fotografia, ed io in questa pellicola non ci ho trovato altro a parte inquadrature ben studiate ed una fotografia fantastica.
Tutto questo filosofeggiare su uomo e natura è per me assai noioso. Mi deprime, perché è un mattone sui testicoli che non ho, è davvero pesante, difficile da digerire.
Se gli argomenti trattati fossero stati affrontati in modo meno opprimente e deprimente, forse, sarebbe stato più tollerabile.
Ma è troppo, troppo pesante, non riesco ancora a capacitarmi di essere arrivata alla fine. D’altronde ho rimosso e seguito poco tutti gli accadimenti, passata la prima mezz’ora di film. Ho avuto un vero e proprio calo di attenzione, ci mancava poco che non mi addormentassi. Pazienza.
Mea culpa, eh. 😉 De gustibus non disputandum est.

15 commenti

  1. alex10 / 17 Dicembre 2013

    O.o

  2. Socrates gone mad / 13 Gennaio 2014

    “Tutto questo filosofeggiare su uomo e natura è per me assai noioso.”
    Allora hai sbagliato film. Cioè sei tu che hai sbagliato, non il film.

  3. JESUS THE DREAMER / 13 Gennaio 2014

    su “De gustibus non disputandum est” avrei qualcusa da ridere…

  4. Naima / 14 Gennaio 2014

    @dovic Infatti, “cioè”, non trovo da nessuna parte il punto in cui ho scritto che il film è sbagliato, sweetie. Come detto alla fine: mea culpa. D’altronde al “cuor non si comanda”, ci ho provato fino alla fine a farmelo piacere, proprio tanto, ma non ci sono riuscita.

    @bulletproof Non credo tu ce l’abbia, invece. Il mio è un parere soggettivo, non mi ergo a giudice supremo come molti altri, ho solo espresso la mia opinione, credo di essere liberissima di farlo – ovviamente nel momento che lo faccio accetto critiche, talvolta insulti, opinioni divergenti e – quelle poche volte che ci sono, perché ahimè, internet è un posto pieno di beoti frustrati pronti alla rappresaglia – discussioni costruttive.
    In ogni caso, liberissimo di pensarla come vuoi, ma visto che in passato sono stata troppo tempo a discutere con i suddetti beoti, questo è il punto in cui ti dico: “Non ti piace la mia recensione? Non ti piace quello che ho da dire? Non lo trovi giusto? Non me ne può fregar di meno.”
    Tutto quello che hai da dire scrivilo pure qua sotto, liberissimo. Buon divertimento. <3

  5. alevenstre / 14 Gennaio 2014

    Questo film lo devo assolutamente vedere. Tutti quelli che lo hanno visto (pochi a dire il vero) mi hanno detto che è un capolavoro.

    • hartman / 14 Gennaio 2014

      anch’io @alevenstre… l’ho comprato appena uscita la versione italiana in dvd, ma ancora non ho trovato l’ispirazione giusta per vederlo… detto da uno che ha amato Satantango (vedi recensione), molto più impegnativo di questo (almeno da un punto di vista della durata!)…

  6. JESUS THE DREAMER / 15 Gennaio 2014

    @naimadahmer il de gustibus non deve essere una giustificazione, qui non si tratta di gusti, qui si tratta di avere un minimo di sensibilità verso l’arte e verso l’oggettivamente bello, perchè non tutto mia cara è soggettivo e opinabile.
    “Ma perché dovrei voler vedere per sessanta e passa minuti la deprimente esistenza di queste persone?” ma perchè te lo sei visto?? questo è uno di quei film in cui uno non è che si imbatta per caso, cioè non lo sapevi che era “davvero pesante, difficile da digerire”?

  7. Naima / 15 Gennaio 2014

    @bulletproof Ho molta sensibilità verso l’arte, dolcezza mia, infatti non mi pare di averlo giudicato un film mediocre. Anzi, ho detto che ha una fotografia fantastica, quindi se vuoi fare polemica direi di trovare altri argomenti.
    Non mi ci sono imbattuta per caso, era tra i film che volevo guardare, e le recensioni positive che ho letto in rete mi hanno portata a farlo. Non penso di dover dare conto a te riguardo quello che voglio o non voglio guardare.
    L’ho trovato pesante, punto. Purtroppo non sono ipocrita e visto che questo è un sito libero, fino a prova contraria, come sei liberissimo tu di esprimere la tua opinione, sono liberissima anche io di esprimere la mia, come ho fatto per altri film. Se non ti interessa non leggere. Quando una cosa non suscita il mio interesse non guardo e non leggo, ignoro semplicemente. Questo film aveva suscitato il mio interesse, per questo l’ho guardato, curiosità.
    Non sono venuta qui a scrivere “questo film è una merd*”, anche perché non lo penso, ho semplicemente detto che mi ha annoiata, può succedere.

  8. zvut / 15 Gennaio 2014

    Noioso è un aggettivo sacrosanto sul quale concordo e credo sia una tendenza conclamata fare film che implicano la noia, intendendo la noia non prettamente nella sua accezione negativa, d’altronde se uno degli argomenti è la pesantezza dell’esistenza il film non può che essere pesante.
    Ad ogni modo questo è l’ultimo film del grande Bela, personalmente l’ho trovato per molti versi più “pesante” di Satantango. La poetica di Tarr, come altri grandi registi, va inquadrata all’interno dell’intera filmografia, ad ogni tappa c’è un’evoluzione sensibile per questo andrebbe affrontato in ordine cronologico, questo film è il coronamento filosofico di 30 anni di carriera, consiglio fortemente di guardarne altri prima di affrontarlo, altrimenti si rischia di non comprenderlo appieno, anche perché in qualche modo i film precedenti sono una lunga gestazione del “cavallo di Torino”.

    • Naima / 16 Gennaio 2014

      Oh, grazie al cielo qualcuno che ragiona.
      Sono felice che tu abbia capito quello che intendevo, sarà colpa mia, forse, che non riesco a farmi capire (?).
      In ogni caso, è il mio primissimo film di Tarr, non avevo mai visto altri suoi lavori prima, e The Turin Horse non mi ha di certo scoraggiata, anzi, resto comunque curiosa. Guarderò sicuramente le sue altre opere.

      • zvut / 16 Gennaio 2014

        Allora permettimi qualche consiglio:
        Damnation- Satantango – Armonie di Werckmeister

        Damnation (1984) è un po’ snobbato ma oltre ad essere un film di pregevole fattura è il punto di svolta della sua carriera, checchè ne dica il Signor Tarr.
        Satantango è forse il film in cui riesce ad essere più esplicito, il migliore per poterlo comprendere, le Armonie sono una sua conseguenza, sarebbe perciò errato vederle prima dei fatidici 450minuti di Satantango.
        L’uomo di Londra è inviso ai puristi perché rappresenta una deviazione dal suo standard, mentre i film pre-Damnation sono considerati inferiori rispetto al periodo post-Damnation, sono abbozzi, ricerche antropologiche e stilistiche volte al raggiungimento della forma definitiva per quanto meritevoli e comunque importanti per il modo in cui affronta le tematiche a lui care e per gli sviluppi che avranno successivamente.

        Vedrai che con un po’ di pazienza ti potrai unire al club dei “finti intellettualoidi” perchè il “Cavallo di Torino” non è per niente un film semplice, occorre avere gli strumenti per poterlo apprezzare ed una grossa mano te la fornisce la comprensione dei film precedenti.
        Certo, bisogna essere anche un po’ masochisti per farselo piacere 😉

  9. Naima / 16 Gennaio 2014

    Volevo aggiungere un’ultima cosa: sono contentissima che le mie recensioni siano sempre così commentate. Tutto questo interesse mi lusinga, messeri.
    Il pelo nell’uvo, l’ago nel pagliaio, tutto e paglia per voi ‘attizza fuoco’.
    E con questo concludo, perché sto andando OT.

    HATERS GONNA HATE.
    Tanto per fare l’hipster sotuttoio come certa gente.
    Byeee.

    • Socrates gone mad / 16 Gennaio 2014

      Non tirartela troppo, @naimadahmer, non c’è poi così tanta gente a questo mondo desiderosa di soddisfare il narcisismo altrui.
      Di discutere in questo caso m’importava una cippa, dato che ho delle idee precise su questo genere di cose e mi riservo il diritto di discuterne solo quando ritengo che ne valga effettivamente la pena (cioè quando il dialogo e l’interlocutore siano potenzialmente interessanti). Il mio principale intento nel commentare questa “recensione” (che in realtà del film non recensisce, e quindi non apprezza, nulla) era quello di innescare un vespaio fine a se stesso, perché ho un’indole sovversiva e provocatoria, ed esserci riuscito mi soddisfa già largamente.
      Ciao ciao

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