Stoker

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Stoker

Quando Richard Stoker muore in un incidente stradale lascia la sua famiglia in una sorta di muto sgomento, in particolare sua figlia India che lo aspettava a casa per festeggiare il suo diciottesimo compleanno: il fragile equilibrio tra la giovane e sua madre -donna sola, insicura e instabile- verrà ulteriormente messo alla prova dall'arrivo del misterioso zio Charlie, il fratello di Richard che non hanno mai conosciuto.
laschizzacervelli ha scritto questa trama

Titolo Originale: Stoker
Attori principali: Mia Wasikowska, Nicole Kidman, Matthew Goode, Dermot Mulroney, Jacki Weaver, Lucas Till, Alden Ehrenreich, Phyllis Somerville, Ralph Brown, Judith Godrèche, David Alford, Peg Allen, Lauren E. Roman, Harmony Korine, Dominick 'Dino' Howard, Tyler von Tagen, Thomas A. Covert, Jaxon Johnson, Paxton Johnson, Mostra tutti

Regia: Park Chan-wook
Sceneggiatura/Autore: Wentworth Miller
Colonna sonora: Clint Mansell
Fotografia: Chung Chung-hoon
Costumi: Kurt Swanson, Bart Mueller, Kelly Anne Ross
Produttore: Steven M. Rales, Michael Costigan, Mark Roybal, Tony Scott, Ridley Scott
Produzione: Usa
Genere: Drammatico, Thriller, Horror
Durata: 99 minuti

Dove vedere in streaming Stoker

Realizzazione perfetta, svolgimento noioso. / 9 Agosto 2022 in Stoker

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Questo film lo valuto su due piani opposti: dal punto di vista realizzativo è un capolavoro, la fotografia algida e cupa che ben si sposa con il contesto, la regia grandissima, esemplare, curata nel suo più piccolo particolare(anche fin troppo se vogliamo), una regia meravigliosamente vecchio stile per me, lontana dall’odierno modo di fare cinema che trovo ributtante nella sua sfrenata esaltazione di effetti speciali caciaroni, una regia deliziosamente elegante che per me soltanto gli orientali sono in grado di mettere in pratica(lo sostengo da sempre, molti registi occidentali dovrebbero imparare dai loro colleghi orientali), un film a metà strada tra il gotico e l’hitchcockiano(il personaggio di Matthew Goode è un voler per me emulare Anthony Perkins e il suo Norman Bates ma per me non gli si avvicina neanche lontanamente) più che un riferimento a Dracula e al suo creatore, Bram Stoker.
La seconda parte, quella inerente alla storia e al suo sviluppo, onestamente a me non è piaciuta, ritmo troppo lento, sceneggiatura piatta e ripetitiva con un paio di assurdità annesse(tipo mi domando come faccia un bambino a scavare con una paletta da mare una buca così profonda e seppellirci, sempre con la paletta da mare, un altro bambino), prevedibile, insipida.
Le interpretazioni degli attori mi sono piaciute milto, Mia Wasikowska, pur non avendo una grandissima espressività, trovo che abbia un viso che buca lo schermo, Nicole Kidman, nonostante il suo personaggio sia odioso, se la cava egregiamente cosi come Matthew Goode con la sua follia. Finale ottimo.
Se dovessi fare una media, alla fine sarebbe un sei, otto alla tecnica(come ripeto la regia di Park dovrebbe essere insegnata nelle scuole di cinema) e purtroppo un quattro al suo contenuto.

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HITCHCOCK KOREANO / 2 Agosto 2016 in Stoker

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Un vero gioiellino questo Stoker. La regia di Park Chan-wook, che conoscevo solo per Old Boy, è sontuosa e iper celebrale….una regia potente con evidenti influenze orientali.
L’aspetto più interessante della trama è proprio il dover mettere assieme i pezzi là dove sembra non tornare nulla e poi invece torna tutto. “Stoker” ti obbliga a mantenere alta l’attenzione sulla vicenda perchè è un susseguirsi d’indizi dall’inizio alla fine. Intendiamoci…non si tratta di un giallo solido e concreto…c’è forse una sorta di vacuità poetica che permea tutte le scene donandogli grazia. L’unica scelta che non ho compreso riguarda la scena del congelatore in cantina, quando la ragazza trova la governante…di fatto non c’è una vera conseguenza a questa rivelazione.
I tre protagonisti sono eccellenti con Mia Wasikowska ormai specializzata in ruoli fiabeschi.
La fotografia parla da sola e le scenografie lussureggianti completano il quadro. Colonna sonora bellissima con la scena del pianoforte da Sindrome di Stendhal.

Un film che potrebbe parlare anche se fosse muto…riuscirebbe tranquillamente a raccontarsi senza l’uso dei dialoghi.

Voto: 7,5

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“Controlla senza sbavature la potenza è la passione” / 17 Maggio 2016 in Stoker

Con le parole perfette di Federico Gironi, Coomingsoon.it:
” Stoker è un film che (…) controlla senza sbavature la potenza e la passione”.

Come una donna bella ma senz’anima / 14 Novembre 2015 in Stoker

La recitazione c’è, la fotografia e la regia sono di alto livello, “promosso” voi direte!? Affatto! Purtroppo oltre i manierismi, oltre l’eleganza, oltre la profondità delle interpretazioni dovrebbe esserci dell’altro,anzi DEVE. Serve una STORIA con gli attributi! Un plot che sia come un ottimo contenitore dove amalgamare gli ingredienti per fare un’ottima pasta frolla o una cremosa maionese. Purtroppo la storia è molto incoerente, poco interessante e come dire… tutta fuffa! Davvero un peccato visto che c’erano tutte le premesse per far meglio.

Guardatelo solo se è caval donato.

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Stoker: meltin’ pot gotico. / 17 Novembre 2014 in Stoker

Durante tutto il film, ho provato ad immaginare, senza peraltro riuscirci, la stessa pellicola girata con attori orientali, a casa di Park chan-Wook, ovvero, quindi, senza la pressoché completa mediazione estetica occidentale. Non nego che l’esotismo tipico di un’ambientazione asiatica ha sempre un certo qual fascino.
Nonostante una vaga incompletezza di fondo, sono rimasta affascinata dal tentativo di palese e volontario meltin’ pot formale operato dal regista sudcoreano.
Posto che Stoker sia evidentemente un prodotto di grande autocompiacimento visivo (ma sono anche del parere che, dopotutto, Oldboy, per esempio, non sia da meno), non ho trovato affatto banali e scontate le dinamiche e gli aspetti formali del film, né inutilmente rallentato il ritmo del racconto.
Il conflitto edipico della protagonista, la gelosia e la vacuità della madre, la repressione di istinti psicotici con pratiche difformi ma ugualmente inefficaci sono elementi che mi hanno decisamente intrigata.
Forte dell’ottima interpretazione di un’inquietante (e a tratti ironica) Mia Wasikowska e di un buon Matthew Goode (che, in qualche maniera, ha saputo ricordarmi le ambiguità di Anthony Perkins), Stoker allude al mondo della tragedia greca e a quello goticheggiante delle favole più truculente, à la Grimm, per intenderci (e voglio credere che non sia un caso, in questo senso, che la Wasikowska sia stata scelta dopo aver già interpretato Alice per Tim Burton), senza perdere di vista il proprio afflato asian-pop (basti pensare agli schizzi di sangue sui fiori di campo che fanno tanto Lady Snowblood).

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