The Elephant Man

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The Elephant Man

John Merrick è un giovane gravemente ammalato che, per via delle sue deformità fisiche, viene esposto in un circo itinerante come attrazione a pagamento, col nome di Uomo Elefante. Scoperto dal magnanimo Dottor Treves, viene strappato alla sua vita ignominiosa e viene curato in ospedale.
Stefania ha scritto questa trama

Titolo Originale: The Elephant Man
Attori principali: Anthony Hopkins, John Hurt, Anne Bancroft, John Gielgud, Wendy Hiller, Freddie Jones, Michael Elphick, Hannah Gordon, Helen Ryan, John Standing, Dexter Fletcher, Lesley Dunlop, Phoebe Nicholls, Pat Gorman, Claire Davenport, Orla Pederson, Patsy Smart, Frederick Treves, Stromboli, Richard Hunter, James Cormack, Robert Lewis Bush, Roy Evans, Joan Rhodes, Nula Conwell, Tony London, Alfie Curtis, Bernadette Milnes, Brenda Kempner, Carol Harrison, Hugh Manning, Dennis Burgess, Fanny Carby, William Morgan Sheppard, Kathleen Byron, Gerald Case, David Ryall, Deirdre Costello, Pauline Quirke, Kenny Baker, Chris Greener, Marcus Powell, Gilda Cohen, Lesley Scoble, Teri Scoble, Eiji Kusuhara, Robert Day, Patricia Hodge, Tommy Wright, Peter Davidson, John Rapley, Hugh Spight, Teresa Codling, Marion Betzold, Caroline Haigh, Florenzio Morgado, Victor Kravchenko, Beryl Hicks, Michele Amas, Lucie Alford, Penny Wright, Janie Kells, Lydia Lisle, David Lynch, Harry Fielder, Jack Armstrong, Ralph Morse, Fred Wood, Adam Caine, Tony Clarkin, Dave Cooper, Chick Fowles, Juba Kennerley, Eric Bergren, Christopher De Vore, Jay McGrath, Henry Roberts, Kevin Schumm, Ian Selby, Guy Standeven, Reg Thomason, Jill Goldston, Mostra tutti

Regia: David Lynch
Sceneggiatura/Autore: David Lynch, Eric Bergren, Christopher De Vore
Colonna sonora: John Morris
Fotografia: Freddie Francis
Costumi: Patricia Norris, Tiny Nicholls
Produttore: Jonathan Sanger, Stuart Cornfeld
Produzione: Gran Bretagna, Usa
Genere: Drammatico, Biografico
Durata: 124 minuti

Dove vedere in streaming The Elephant Man

Un film che ti entra nell’anima / 26 Novembre 2022 in The Elephant Man

David Lynch firma un’opera unica. La tragica esistenza di Joseph Merrick e diretta magistralmente per non parlare del meraviglioso cast che rendono indimenticabile questo film. Guardatelo

12 Marzo 2013 in The Elephant Man

Un film con un filo logico per il Lynce, è già un miracolo.
Mi dovrei accontentare di questo, ma non mi riesce di dargli una sufficienza.
Il tema è di una banalità, che più banale non si poteva.
Tutti ce l’hanno a morte con il povero uomo bitorzoluto e allo spettatore scende la lacrimuccia.
Poi non si sa perchè, l’uomo patata incontra persone incredibilmente bbbuone che lo accolgono in casa e vivono per lui.
e tu? sei un uomo bbbuono o un uomo kattivo? andrai in paradiso o all’inferno?
mangerai la sbobba cristiana che ti ha gentilmente riscaldato il Lynce?
Forse il mondo è un pò più complesso di così e certe tematiche andrebbero trattate in un modo più serio.
E se ho scritto delle mostruosità, siate bbbuoni, ricordatevi che brutto è bello.
Adottate questa recensione.

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Piacere Proibito / 11 Marzo 2013 in The Elephant Man

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

“The elephant man”, film biografico diretto da David Lynch, è sicuramente il mio Piacere Proibito. È la mia torta sacher ipercalorica, che nelle giornate piovose e terribilmente monotone mi mette qualche chilo di dolcezza e libidine in corpo.
È stato il terzo film in bianco e nero che ho visto (dopo “Tempi moderni” e “Il grande dittatore” di Charlie Chaplin) essendo una principiante cinefila alle prime armi, ed è tuttora l’unico, anche tra le smaccate cinematografie piene di glucosio e con un pizzico di dramma, che mi fa gocciolare le ghiandole lacrimali dall’inizio alla fine ogni volta che lo guardo.
Questa pellicola è per me un cult non solo perché ha saputo sinceramente commuovermi, ma soprattutto perché mi ha rapito l‘anima; le sue tematiche sono così attuali che tutto il mondo dovrebbe conoscere la storia di quest’uomo, Joseph Merrick (nel film erroneamente chiamato John), realmente esistito e vissuto tra il 1862 e il 1890.
Sicuramente a tutti si riempirebbe di tenerezza il cuore nel vedere come un uomo dal corpo tanto sfigurato da sembrare un elefante, grazie alla sua tenacia e forza d‘animo, ha combattuto i pregiudizi della gente, di coloro che lo vedevano solo come un fenomeno da baraccone, sostenendo con fermezza queste parole: “Io non sono un elefante! Io non sono un animale! Io sono un essere umano! Io sono un uomo!”. Ma è ancora più forte il messaggio che personaggi come il dottor Treves (interpretato da un giovane Anthony Hopkins) trasmettono: bisogna essere capaci di superare il muro dell’apparenza, andare oltre ciò che si vede con gli occhi, scoprendo che sotto una dura e orripilante corazza c’è molto spesso una persona che soffre e che ha bisogno di sostegno e di affetto.
Passando a considerazioni tecniche, trucco e colonna sonora non sono affatto da sottovalutare: perfezionato direttamente da calchi prelevati dal vero corpo di Joseph Merrick, conservato nel museo del Royal London Hospital, il trucco deve fare invidia a parecchi film attuali che, pur avendo a disposizione mezzi e/o tecnologie di ultima generazione, sfornano personaggi quasi fantascientifici e altresì inverosimili (mi balzano alla mente gli inconcepibili volti invecchiati di Leonardo di Caprio e Armie Hammer in “J.Edgar”).
Non meno importante il soundtrack di John Morris che con un tripudio di flauti, violini e xilofoni dona alla pellicola una delicatezza e una raffinatezza impareggiabili.
Ma sebbene il film non abbia conquistato grandi risultati, ricevendo solo delle nomination alla cerimonia di premiazione degli Oscar del 1981, posso nuovamente affermare che ha conquistato il mio cuore aggiudicandosi un posto d’élite nella mia (per ora esigua) compilation dei “film da non dimenticare”.

Cardani Diana

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13 Gennaio 2013 in The Elephant Man

La sensibilità e la crudeltà dell’uomo mostrate da un esordiente Lynch attraveso la vita di J. Merrick e le reazioni di una società ignorante e puritana di fronte alla sua deformità. Un film, ormai culto, che fa riflettere e meditare sulla natura umana.

17 Febbraio 2011 in The Elephant Man

Un Lynch quasi inaspettato, intimista, crudo ma delicato.
L’uso del b/n è superbo: l’intensità dei chiaroscuri sui visi, sui corpi, sui tessuti, sulla materia definisce ogni fibra, lucida le superfici, l’oscurità riesce a far brillare gli occhi ed il derma. La luce ed il buio, qui, sono tremendamente affascinanti, modellano magistralmente i volumi.
Londra (ricostruita, ovviamente) non è mai pienamente visibile, è qui semplicemente evocata, eppure è riconoscibile più che in una chiassosa cartolina a colori.
Un giovane Anthony Hopkins si muove leggero, ma deciso tra le brutture vittoriane nei panni di un medico illuminato e la grande Anne Bancroft è una vibrante Miss Kendal.

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