Recensione su The Blair Witch Project

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Ennesima schifezza “horror” / 28 Agosto 2016 in The Blair Witch Project

Sarò sincera: dopo aver visto che il film è stato nominato per entrare nella lista dei “AFI’s 100 Years… 100 Thrills” e che ha vinto due premi come miglior film, mi aspettavo molto di più. Almeno qualcosa che non rasentasse il ridicolo, come spesso accade con i falsi documentari horror.
La trama non è poi così male, ma è stata gestita veramente malissimo: i protagonisti, in pericolo, al posto di cercare di salvarsi la pelle pensano a riprendere tutto con la telecamera. Perché devono fare un documentario! Riprendere le foglie su cui corrono, infatti, servirà tantissimo per il loro documentario.
O vogliamo parlare delle scene più “pericolose”, dove la loro unica preoccupazione è quella di farsi videoselfie per far vedere al pubblico le loro facce terrorizzate? Sì, sì, siete molto credibili.

Gran parte del film è composta da scene completamente nere – perché se i protagonisti spengono la luce per andare a nanna voi restate al buio, visto che non hanno nemmeno avuto la decenza di portarsi dietro una telecamera ad infrarossi, per permettere a noi poveracci di vedere cosa succede – e da scene sfocate. Entrambe molto fastidiose, secondo il mio punto di vista.

Gli starnazzamenti (?) finali della protagonista mi hanno fatto sperare che comparisse la strega di Blair e le facesse saltare la testa…

10 commenti

  1. TraianosLive / 28 Agosto 2016

    Telecamera a infrarossi? hai capito che è ambientato nel 1994, vero?

    • NoName / 28 Agosto 2016

      Tenendo conto che i primi modelli sono usciti durante la Seconda Guerra Mondiale, il tuo commento è totalmente insensato.

      • TraianosLive / 29 Agosto 2016

        Quindi quanto sarebbe costato ad uno studente affittare una camera ad infrarossi nel ’94? Il film faceva della campagna promozionale la sua arma migliore…ricordo che all’epoca non si sapeva se fosse vero o finto (tempi più ingenui). Quindi il fatto che i ragazzi fossero “impreparati” a riprendere quello che gli accade la vedo come una bella mossa da parte dei registi che hanno fatto dei limiti tecnici una risorsa. Non sto commentando il tuo giudizio sul film…ma il fatto che ci sono molte scene al buio…per la mia sensibilità il suggerito fa più paura del mostrato. Non mi piacciono i mockumentary ma questo è l’unico che apprezzo anche dopo tanti anni.

        • NoName / 29 Agosto 2016

          Poco o niente, visto le agevolazioni che hanno le scuole. In ogni caso, se vogliamo parlare di ciò che succede all’interno del film, i ragazzi stanno girando un documentario ed io non ho mai visto un documentario fatto da scene completamente nere o sfocate.
          La sensibilità varia da persona a persona: quando ti rendi conto che non c’è nulla di soprannaturale, ma che i protagonisti stanno diventando “pazzi”, lo schermo completamente nero non ti mette soggezione. Sinceramente, mi avrebbe messo più “paura” una scena scura in cui si intravede qualcosa, magari una figura tra gli alberi.

          • TraianosLive / 29 Agosto 2016

            Nella finzione le scene al buio non fanno parte del documentario…i personaggi non avevano previsto riprese al buio.
            Ecco…tu non c’hai visto nulla di soprannaturale…io invece si…c’è qualcosa di malevolo che aleggia in questo bosco ed ‘è chiaro. Come fai a dire che non è soprannaturale sentire dei bambini che piangono? o l’essere buttati fuori dalla tenda? Oppure ritrovarsi al punto di partenza nonostante hai camminato in linea retta per ore? Senza contare il finale ambiguo che però trova dei riscontri coi racconti fatti dalla gente. Per me è più ragionato di quello che sembra.

          • NoName / 29 Agosto 2016

            Quando uno sta diventando “pazzo” sente e vede cose che non ci sono e le sferzate di vento ci sono anche nelle foreste; specie se sono poco fitte (nella versione che ho visto io non vengono sbattuti fuori, ma escono dopo che la tenda si piega). Girare in tondo è facile, se chi ti guida non è in grado di orientarsi e nel film Heather dimostra più volte di non essere in grado di non saper leggere la cartina (si limita solo a dire di sapere dove si trova, ma quando gli altri le chiedono di indicare il punto sulla cartina non lo fa), quindi non mi stupirei se non sapesse leggere nemmeno una bussola.
            Specificare che qualche decennio prima sono stati uccisi dei bambini, tutti pensavano fosse per colpa della strega, invece era a causa di uno psicopatico, di certo non aiuta a pensare al sovrannaturale.
            Come ho detto prima, la sensibilità è soggettiva. Se poi nel secondo film alcune cose vengono spiegate meglio, per ora non lo so.

          • TraianosLive / 29 Agosto 2016

            no…guarda…il secondo è una zozzeria indicibile.

  2. Stefania / 29 Agosto 2016

    Per quanto abbia odiato questo film (visto al cinema quando uscì, mi fece venire una nausea… Non sapevo fosse girato totalmente in soggettiva e… io-odiooo la soggettiva, come direbbe un certo Puffo), c’è da riconoscergli soprattutto il fatto di essere stato il primo ad essere realizzato in questa maniera: è stato un apripista (non ho molto da ringraziargli, personalmente) e anche le sue incongruenze o i suoi errori tecnici sono un valore aggiunto, perché sono perfettamente in linea con il progetto.
    Credo sia anche per motivi come questo che si è ritagliato un posto nella classifica che citi.

    • TraianosLive / 29 Agosto 2016

      Anche io odio i film in soggettiva…però in questo, non so perchè, trovo giustificata la presenza della camera a mano (anche se qui sono due)…cosa che non trovo giustificata in altri film del genere.
      Sarà che ricordo il clima che si respirava attorno a quel film all’epoca, sarà che avevo 14 anni…ma per me questo film funziona :D.

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