Sette ore e non sentirle! / 25 Settembre 2013 in Sátántangó
Che dire, inquadrature dinamiche e mai scontate, adrenalinica fissità, vorticoso silenzio, esplicativo ermetismo ungherese, una diarrea di emozioni, la sorpresa dell’originalità delle scene che si montano da sole, come le mucche dei primi istanti. Rurale iperuranio, l’onore di esser partecipi della scrosciante intimità testimoniata da un’umile tinozza. Assolutamente da vedere senza quei fastidiosi e plebei sottotitoli:il semplice suono della parola guida l’intuito alla comprensione del contenuto.
Recensione da Oscar
bellissimo questo film…
(io però l’ho visto con i sottotitoli… 🙂 )
non riesco a togliermi dalla testa soprattutto la scena del ballo e la musica incredibile di sottofondo…mentre il bambino è morto…
sono molto molto affezionato a questo film…dopo 7 ore e 15 vissute insieme al film un po’ mi sono anche in un certo senso affezionato…è quasi un legame d’affetto 🙂