Recensione su Miss Violence

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Non aprite quella porta / 4 Novembre 2013 in Miss Violence

Nonostante la torta , l’atmosfera festosa , i visi sorridenti della sequenza iniziale , l’espressione di Angeliki che si fa fotografare in occasione del suo undicesimo compleanno fa subito intuire che c’è qualcosa di falso e di forzato in quel bel quadretto di armonia famigliare . Dialoghi rarefatti , colonna sonora quasi del tutto assente , girato praticamente all’interno di una casa con abbondanza di inquadrature su corridoi , porte , su volti inespressivi e sottomessi , a sottolineare il profondo disagio psicologico che deriva dal legame particolare , turpe e malato, fra il padre e tutti gli altri componenti di quella strana famiglia , che l’abilità del regista non mostra mai esplicitamente (salvo una sequenza brutale che irrompe all’improvviso sullo schermo con la forza di un pugno in pieno viso) e che forse proprio per questo colpisce maggiormente lo spettatore .
Ispirato da fatti realmente accaduti in Germania , ma famiglie del genere si trovano probabilmente dovunque , si tratta di un film scomodo , scarno , ruvido , durissimo nella sua rappresentazione di apparente e tranquilla “ quotidianità ” , giustamente premiato per la regia all’ultimo festival di Venezia , ma rigorosamente vietato a chi si reca al cinema solo per passarsi “un paio d’orette” di svago.

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