A SAD ITALIAN STORY / 19 Ottobre 2021 in A Classic Horror Story
Se vale il detto che i mediocri copiano ei creativi rubano, “a classic horror story” ne esce malissimo.
Da spettatore mi sono annoiato praticamente subito. Tutto ciò che ci viene mostrato è già stato fatto o visto prima. “La casa”, “non aprite quella porta”, “midsommar”, “saw”, “zombi2”, “Misery”, “Martyrs”, “The wicker man”, ma anche riferimenti a videogiochi horror come “The last of us” e “Silent Hill”, solo per citare alcuni dei riferimenti più palesi.
A questo punto qualcuno potrebbe affermare che questo “copiare” sia una scelta deliberata in funzione del colpo di scena che ribalta tutto. Peccato che il colpo di scena sia anch’esso una copia di un altro film decisamente meglio riuscito, ovvero “quella casa nel bosco”, film che aveva davvero una idea originale come svolta e ribaltamento. Qui siamo al limite del remake spacciato per intuizione.
Devo dire che non ho nemmeno apprezzato la critica al pubblico italiano, accusato di sparare a zero senza ragione sul nostro cinema di genere. Mi è sembrato un tentativo di deresponsabilizzarsi e di scaricare le colpe sul pubblico. Come a dire che se un horror non vi piace è perché non volete farvelo piacere. Mi spiace, ma non sono d’accordo con questa tesi. Mi sembra un modo furbo di darsi un tono dopo aver messo in piedi un film fallato.
Una volta sapevamo fare film horror che piacevano al mondo, oggi non piacciono nemmeno a noi perché sono oggettivamente scadenti. E’ fattuale.