Recensione su Minari

/ 20206.975 voti

Indifferente / 10 Maggio 2021 in Minari

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Minari ha saputo lasciarmi indifferente come pochi altri film.

Nel complesso, mi è sembrato un esercizio in stile che mi pare non abbia saputo sfruttare in alcun modo la sua ostentata matrice asiatica.
Intendo dire: benché i personaggi del film tendano a rimarcare appena possono la loro origine coreana, quel che accade nel film, tutto quello che accade, non sembra mai legato al particolare contesto culturale di provenienza dei protagonisti.
Tolte le fisionomie degli attori che compongono il nucleo famigliare intorno a cui ruota la storia, c’è nulla che “giustifichi” l’elemento narrativo dell’estraneità geografica.

Non credo di aver mai visto una capacità di ambientamento indolore e repentina come quella messa in scena in questo film. Ouh, ben venga una simile comunione antropologica e culturale, ci mancherebbe. Ma il concetto di alterità e quello di confronto che, forse, a torto, davo per scontato di trovare in questo film è completamente assente.

Piuttosto, nella sua mancanza di conflitti con l’esterno, Minari mi è parso un film “triste” che parla implicitamente di omologazione e resa.
In sostanza, il voto è legato alla confezione: la regia è una presenza discreta (che eccede con leziosità fini a se stesse come i fermo immagine sugli oggetti); idem la colonna sonora; la fotografia è gradevole, morbida e pulita.

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