Recensione su Noi

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Contorto e angosciante! / 10 Luglio 2019 in Noi

Scrivo la recensione di sana pianta anche se vorrei rispondere a quelle di @Stefania e @Traianoslive.
A mio parere, per quanto complesso e forse un po’ troppo intricato questo film ha espresso con il potenziale giusto la narrazione di una società sporca, in cui i deboli sono rimasti nell’ombra ma alla ricerca di rivalsa. Il rapporto buono-cattivo prende una prospettiva diversa e non si sa più chi ha ragione o torto.
Il tutto diretto con sapienza, violenza e qualche clichè del genere che ricorda molto il “Get Out” dello stesso regista ma anche la complessità psicologica di “Funny Games” (parlo dell’originale austriaco!).
Tutto sommato non parliamo di un capolavoro, ma da molto da pensare, trasmette quella giusta dose di angoscia e lascia lo stesso, alla fine, un senso di sconfitta, che credo sia una vittoria per il regista.
Bello, meglio anche di “Get Out”.
7.

3 commenti

  1. Stefania / 11 Luglio 2019

    Anche per me, Noi è meglio di Get Out 🙂
    Una curiosità: come mai hai tenuto a specificare che il Funny Games che citi come termine di raffronto è solo “quello austriaco”?

    • Mr.Walty / 16 Luglio 2019

      Perchè ho visto sia “l’austriaco” che il remake di pochi anni fa: il primo ovviamente più originale ha una tecnica registica e narrativa molto angosciante, lo rende proprio particolare e sconvolgente, tutta quella violenza ma senza mostrarla è molto forte!
      Il remake invece, anke se pure lui molto bello e ben recitato, perde proprio quel fascino, per renderlo più fluibile e narrando la violenza più visiva.
      ?

      • Stefania / 17 Luglio 2019

        Ti ho posto la domanda, perché entrambi i film Funny Games sono stati scritti e diretti da Michael Haneke. Perciò, mi incuriosiva sapere perché tenessi a ribadire la differenza tra i due film e la preferenza per il primo 🙂
        Per quel che mi riguarda, la differenza sostanziale tra i film non sta nelle scelte tecniche (praticamente indifferenti: nel remake, per esempio, Haneke ha riproposto le stesse inquadrature del primo film, pedissequamente), ma nel momento storico in cui sono usciti. In questo senso, la differenza è acuita anche dai diversi contesti dei due film (Austria nel primo, Stati Uniti nel secondo). Il film del ’97 era (è) profondamente scioccante, perché suggerisce che una violenza che evoca in maniera quasi inquietante una deriva folle striscia ancora in Europa, anzi nell’Europa teutonica. Pur mostrando una analoga forma di pazzia, il film del 2007 è arrivato in un momento storico diverso. I killer sembrano giovani americani annoiati, cresciuti assuefandosi all’iperviolenza. Mi hanno ricordato un sacco i ragazzini di Elephant di Gus Van Sant, per dire. Credo che il loro atteggiamento abbia un significato sociale e politico diverso da quello dei ragazzi del film del ’97 e che sia questa e non quella tecnica la principale diversità tra i due film. Forse, per questo, non tendo a “scartare” il film del 2007 come un semplice remake fatto (come posso dire?) per capriccio (ecco, sì) 🙂 Secondo me, Haneke è un raffinatissimo interprete della società, in mutamento ma sempre uguale a se stessa (ecco il significato del remake, secondo me).
        A latere, purparlé, se non l’hai ancora visto mi permetto di segnalarti il film L’infanzia di un capo (https://www.nientepopcorn.it/film/the-childhood-of-a-leader/), il film di esordio alla regia di Brady Corbet, il compagno di Michael Pitt in Funny Games del 2007, perché mi ha ricordato molto gli intenti di Haneke ne Il nastro bianco 🙂

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