26 Recensioni su

Vita di Pi

/ 20127.4600 voti
Vita di Pi
Regia:

Affascinante…. 7 / 17 Maggio 2015 in Vita di Pi

Un film di Ang Lee che una volta tanto mi colpisce nel senso buono. Un eccellente lavoro di regia, fotografia e effetti speciali che rendono bene su una sceneggiatura che rimanda a Big Fish e Cast Away, ma molto più profondo e avventuroso. Siamo tutti un pò come Pi, affascinati dalla vita, temprati dagli ostacoli e affezionati a molto, ma il messaggio che ci lascia è significativo e profondo. Ve lo consiglio, un film col cuore in mano. 7.

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7,5 / 16 Settembre 2014 in Vita di Pi

Carino, le ambientazioni mi sono piaciute molto e anche il racconto reale che non mi aspettavo

11 Febbraio 2014 in Vita di Pi

Effetti speciali resi bene, buona fotografia, bellissime musiche, ma trama molto lenta, monotona e a tratti noiosa, un vero peccato.

28 Dicembre 2013 in Vita di Pi

Bel film di Ang Lee. Ottimo l’inizio con i titoli di testa sulle scene fantastiche dello zoo; prima parte un pò più lenta con Pi adulto che introduce la sua storia a uno scrittore. Poi la parte più interessante e avventurosa con il naufragio di Pi con la tigre come unica compagna, Richard Parker splendido esemplare di tigre del bengala. Il film è orientato verso una componente religiosa con la fede di Pi; bellissima storia.
In una piccola parte come cuoco di bordo, non troppo simpatico e un pò razzista, compare Gerard Depardieu.

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6 Maggio 2013 in Vita di Pi

Premesso che non sono per nulla un sostenitore del cinema di Ang Lee – che ritengo alquanto sopravvalutato negli ambienti hollywoodiani – ho deciso di dargli una chance con questo film che mi hanno detto tutti essere molto bello…
E’ innegabile che dal punto di vista formale Vita di Pi sia molto ben realizzato: splendida la fotografia, con toni caldi, quasi paradisiaci – non so se sia la presenza della tigre o la scelta dei colori che mi fa pensare a Dalì – molto poetiche le scene in mare e ben fatto anche il montaggio.
Ma se bastasse qualche bella immagine per portarsi a casa la statuetta per la miglior regia, distribuirebbero premi a destra e a manca.
Il film racchiude un messaggio filosofico ed esistenziale interessante ma a tratti sembra voler mettere troppa carne al fuoco e nel finale l’ho trovato un pò scontato.
Una metafora di vita, una storia sulla crescita dell’individuo, un inno alla religiosità interiore.
Un pò buddhista, un pò new age, è interessante ma non sconvolgente.
Di certo è migliore di tutti i precedenti film di Ang Lee che ho visto ma non è così particolare, secondo me, nè così innovativo da meritare un Oscar come miglior film.

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Sopravvalutato / 28 Aprile 2013 in Vita di Pi

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Ho aspettato che uscisse in dvd (per fortuna non ho speso 7.50 € per vederlo al cinema).
Assolutamente sopravvalutato: effetti visivi esagerati, trama che in alcuni punti proprio non ha fondamenta, scene in cui le leggi della fisica sembrano essere un optional.
Bella la fotografia (cosa abbastanza banale dato che è praticamente fatto tutto al computer).
Interessante il rapporto tra le due versioni della storia raccontate alla fine del film dal protagonista, Piscine; potrebbero portare ad una riflessione sull’uomo, sulla sua interiorità e sulla “lotta per la vita”. Purtroppo, però, la questione lascia lo spettatore (almeno per quanto mi riguarda) con l’amaro in bocca; lo scrittore, a cui il vecchio Pi racconta la vicenda, afferma di preferire la romantica e melensa versione della pseudo amicizia tra uomo e tigre del Bengala nel bel mezzo dell’oceano a quella realistica e sensata.
Non mi ha convinta.

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21 Aprile 2013 in Vita di Pi

Molto poetico, mi pento di non averlo visto al cinema, sicuramente avrebbe acquistato più fascino.

12 Aprile 2013 in Vita di Pi

Fantastico!!! poetico ma allo stesso tempo crudo. Mai banale e con un finale a sorpresa. Consigliato veramente!

2 Aprile 2013 in Vita di Pi

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Ho trovato questo film veramente stupendo, mi è piaciuto tantissimo, e dire che avevo seri dubbi a riguardo. Quando ho visto il trailer per la prima volta, l’avevo snobbato. Ora, mi pento di non averlo visto al cinema!
Sarà, per la bravura del giovane attore, o per il contrasto realtà/ fantasia su cui è basata la storia, ma tutto mi ha colpito, anche lo stesso finale. Perchè, alla fine lo stesso spettatore, preferisce la storia ‘Fantastica’ di Pi al piccolo assaggio di quella vera, come risponderà lo stesso scrittore alla domanda postagli dal Pi ormai adulto, sposato e con famiglia. Probabilmente, mi è piaciuto così tanto appunto perchè mostra, come le persone preferiscano e si attacchino con tutte le loro forze all’immaginazione (anche se in questo contesto era causata dalla disperazione e dal trauma subito), piuttosto che alla cruda realtà.

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8.5 / 29 Marzo 2013 in Vita di Pi

Regia di una poesia e tecnica sbalorditiva, storia degna di nota per spessore e profondità, soluzioni notevoli, stimoli notevoli: le riflessioni innescate dal film non sembrano essere mai abbastanza. Sottile e sfarzoso allo stesso tempo, intimo e universale. Inutile parlare degli effetti speciali, i migliori mai osservati sul grande schermo.

23 Febbraio 2013 in Vita di Pi

Ang Lee trasporta su schermo una storia dai presupposti semplici ma con grandi intenzioni. Il film è attraversato tutto il tempo da un sottotesto religioso esplicitato fin dall’inizio che guida l’azione e accompagna le peripezie di Pi, prima bambino e poi ragazzo, indiano, credente in 3 religione, fortemente affascinato dalla fede e in seguito naufrago nel Pacifico con Richard Parker, la tigre dello zoo del padre, la tigre più umana e al tempo stesso più bestiale della storia del cinema degli ultimi anni. Mi sono innamorata di questo animale, così perfetto e affascinante, figlio di una CGI eccellente, che rende le movenze, gli occhi, gli scatti e perché no la personalità di Richard al meglio, facendo dimenticare a chi guarda che con l’attore ( esordiente e bravo) effettivamente non c’è nessuno sulla scialuppa. Visivamente spettacolare, bello come un quadro, accompagnato da una OST dolce ed evocativa, presenta uno script che ha il grande vantaggio di attingere, credo, da un romanzo che non obbliga lo spettatore verso una direzione o un altra, e come dice lo stesso Pi, sta a chi ascolta decidere quale storia accettare e di conseguenza se e come credere in Dio. Il relativismo in questo caso premia, e lascia che l’attenzione sia concentrata anche sul rapporto tra Pi e Richard Parker, così bello e capace di farmi scendere anche un lacrima al momento della sua fine, e in generale sulla magnificenza estetica di un’opera grande e riuscita.

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18 Febbraio 2013 in Vita di Pi

La presa emotiva è forte come una tigre adulta del Bengala, l’occhio gioisce allo spettacolo visivo e ad Ang Lee si perdonano eccessi e ingenuità. Vita attraverso la natura, fede attraverso la confortante finzione della Settima Arte.

13 Febbraio 2013 in Vita di Pi

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Morire se ho trovato qualcuno che volesse venire a vederlo con me. E morire se sarei andato a vederlo in 3D, ne avranno fatti due o tre finora di film che valeva la pena vedere in 3D, e uno era un documentario di Herzog che tanto non avrà visto quasi nessuno. Comunque, l’ho trovato al cinema in modesti 2D, e bel bello sono ito.
Pi è questo ragazzetto, vabbè, tutto è a flashback, raccontato da un indiano emigrato in Canada a un tontissimo scrittore senza idee canadese, è ‘sto ragazzetto che non si sa perché sa tutti i numeri del pi greco a memoria. Ma non che gli serva, che sia più intelligento o migliore di qualcun altro, sa i numeri e basta. E poi è sincretista abbbomba, nel senso che a 12 anni è già cristiano, induista e musulmano, tutto insieme. Molto pop.
E molto pop sarà anche il prosieguo.
Pi e la sua famiglia hanno uno zoo a non-so-dove in India, lo chiudono e partono, con tutti i loro animali stivati, verso altrove. Ma. Ma tempesta, tra l’altro abbastanza finta, è inutile avere gli effetti speciali del miocardio se poi i muri d’acqua sembrano finti, anyway, su di una scialuppa restano solo Pi e una tigre del Bengala che si chiama Richard Parker. Non sto a raccontare oltre, ma solo perché non ne ho voglia. Si salveranno, e sul finale verrà proposta, artificiosamente troppo in qualche modo, una doppia lettura della storia che nega l’intera storia sostenendo che quella storia non fosse la vera storia ma una metafora della storia. Nel frattempo abbiamo attraversato un orgasmo di immagini scintillanti e fluorescenti, dove una natura colorata e indifferente mostrava agli occhi viziati paesaggi incredibili e fantastici, tanto da perdere la bussola del sogno e del reale. Che un po’ era il fine, un po’ è anche riuscito, un po’ dopo una certa tutta questa fosforescenza da dei principi di epilessia. Cela dit, il film e il suo taglio sono personali e relativamente originali, e non si può dire che il buon (o cattivo) Ang non abbia provato a girare un sacco di film diversi, mettendo in tutti qualcosa di personale pur senza mai girare filmissimi. Poi beh, io son di parte, perché basta mettere qualcosa che abbia vagamente una ispirazione bollywoodiana e son contento, e gli indiani ormai ricoprono circa questa funzione, la terra lontana, i colori, la fantasia, l’esotismo, blabla. Non so quanto durerà, per ora it works.

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Vita di Pi, l’immaginazione come arma di sopravvivenza / 3 Febbraio 2013 in Vita di Pi

Un film d’avventura, mistico, onirico e nello stesso tempo una parabola sul ruolo che gioca la memoria nella vita di ognuno di noi.
Con questa pellicola il pluripremiato Ang Lee si cimenta in un genere diverso da tutti quelli già affrontati e nello stesso tempo compie il miracolo di avvicinare a sé un pubblico più ampio, confezionando una pellicola che solo in apparenza sembra più facile da digerire.
Infatti, Vita di Pi è uno dei quei film il cui senso può essere compreso a più livelli: quello immediato, della storia fantastica e avventurosa di un giovane ragazzo indiano che sopravvive ad un naufragio, e quello più profondo che si interroga sul ruolo della memoria e dell’immaginazione nella costruzione del proprio io.

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26 Gennaio 2013 in Vita di Pi

Visivamente fantastico, sufficiente per tutto il resto.

22 Gennaio 2013 in Vita di Pi

Film spettacolare, tra realtà e favola, di un ragazzo che, assieme a una feroce tigre del Bengala, è l’unico superstite di un misterioso naufragio.
Sarà vera la fantastica storia di Pi? Ma non è questa la cosa importante, la cosa importante è che la fede, e non importa in quale divinità, che sostenga la volontà di vita.
La storia forse è un po’ debole, ma il film è di grandissimo impatto visivo.

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20 Gennaio 2013 in Vita di Pi

Un film (?) che sono sicura colpisca dritto nella vita di chiunque. Non può lasciare indifferenti nel ripercorrere le nostre esperienze, i nostri naufragi, le nostre perdite, gli addii non pronunciati. Non è solo un film su Dio o sulla religione: è un film sull’amore. E’ il cammino che ogni uomo dovrebbe intraprendere, senza necessariamente sapere dove sta andando. E’ una ricerca, la Ricerca.
Non si hanno sempre spiegazioni, a volte le cose succedono, e basta, e gli eventi si susseguono senza un significato preciso. Sta a noi trovarlo, volerlo vedere. Oppure no.

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15 Gennaio 2013 in Vita di Pi

affascinante!
Sia la storia ma soprattutto l’immagine, l’inizio pieno di colori poi il mare, il mare e ancora il mare. Non sembrava proprio un film realizzato in studio ma per la maggior parte del tempo avevi l’impressione di essere davvero in mezzo all’oceano.
Spaventosa la calma piatta con la superficie liscia come una tavola, magico il fondo illuminato dalle meduse come fosse un cielo capovolto.

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15 Gennaio 2013 in Vita di Pi

Una fotografia ed un colore che hanno qualcosa di magico, effetti sontuosi (che meraviglia i giochi di trasparenza e luce!), la convivenza forzata di uomo e tigre nella barca è resa alla perfezione. Tutto questo fa da cornice ad una storia in precario equilibrio tra tutte le religioni possibili; sì, il pastone sincretista rasenta il ridicolo, ma il film vale la pena comunque.

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Parliamo di Ang Lee / 10 Gennaio 2013 in Vita di Pi

Allora io lo considero un regista furbo e furbi sono i suoi film. Furbo è perche usa il registro del kitsch inteso non come cattivo gusto o esagerazione ma bensì come immediatamente comprensibile e privo di diversi livelli di lettura. Ovviamente il film mi è piaciuto ma questo modo di impostare i racconto fa sì che non possa esserci una interpretazione diversa , è tutto già previsto e anche il momento più commovente è lì apposta per esserlo.
Boh credo di essermi un po’ incartata comunque, al di là della regia di Lee, la storia è bella e avvincente, la fotografia splendida e l’attore azzeccato ne consiglio sicuramente la visione.

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Magnifico / 8 Gennaio 2013 in Vita di Pi

È un film che ha tutto di fantastico. Le immagini, la trama, gli effetti speciali, il contenuto, le scene, i paesaggi… Solo guardando i primi 3-5minuti dell’inizio mi è venuta una voglia immensa di farmi un viaggio in India! Solo una piccola pecca sul finale (per quello non ho dato 10come voto) NON avrei voluto sapere il finale vero. Ero troppo presa dalla magia della storia. Lo rivedrei assolutamente ( non al cinema che essendo SOLO in 3D mi hanno ciulato troppi soldi).

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Vita di Pi / 5 Gennaio 2013 in Vita di Pi

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Diretto da Ang Lee (la tigre e il dragone, Hulk e Brokeback Mountain), siamo di fronte a un film incredibile, un’esperienza unica nel suo genere e forse il 3d ha contribuito molto a questo.
Andrò a rivederlo, colpisce eccome se colpisce, è un’opera che merita tantissimo. Magnifico ed è proprio la sua semplicità a renderlo tale. Il pathos che il protagonista trasmette, le vicende di un ragazzo che alza la testa, si pone sopra di tutto e tutti, non perde mai la speranza. La sua recitazione, il rapporto con dio (un dio universale) frutto dell’unione di più religioni. La fotografia magnifica e una colonna sonora incantevole all’insegna dell’India che (ci) accompagna dalla fanciullezza alla maturità, maturità arrivata fin troppo presto per il nostro giovane protagonista. Pellicola multietnica che incontra Oriente ed Occidente, natura selvaggia, sopravvivenza, gioie e dolori.
Un film drammatico, ironico a tratti.
Castaway ? Una minchiata a confronto (senza nulla da togliere a Castaway ma qua siamo ad altri livelli)
Non capisco come si possa paragonare un’opera così profonda a un film carino (che a me personalmente non ha lasciato un cazzo) come Avatar.

DonMax

Ho preferito iniziare dalle note perché è un film che vi consiglio vivamente. Stiamo parlando di VITA DI PI.
Siamo in India, nell’India Francese.
Pi è il nostro protagonista, il suo vero nome quello per intero è Piscine Molitor Pate, suggerito al padre da un suo amico, un nuotatore con una cassa toracica enorme e gambe secche. I bambini sono dolcissimi ma possono essere terribili, il suo nome infatti è frutto di prese in giro: “Piscio, Pisciasotto et al.”.
Ma il piccoletto non molla la presa e abbrevia, il primo giorno di scuola si rinomina PI come il PI GRECO. Proprio a scuola diventa leggenda, una sorta di profeta poiché riesce a scrivere per intero tutti i numeri dopo la virgola del 3,14… Profetico dicevamo? Profetico in tutto, si interessa della religione grazie alla madre, il padre segue la ragione.
Sarà Inuidista, Cristiano e pure Musulmano (da adulto seguirà un corso sull’Ebraismo all’università). Ha un bellissimo rapporto con la religione e questo lo aiuta a crescere. Proprio crescendo iniziano i guai, i genitori lavorano nello zoo del proprio paese, sono costretti a vendere i loro animali e a trasferirsi in Canada. Il tutto succede quando si è innamorato perdutamente di una bellissima ragazza, i tratti dolci e i movimenti sensuali della giovane, lo hanno colpito.
Chi lo interpreta ? Suraj Sharma(da giovane), perfetto e semplice ed è difficile essere semplici oggi.
Ve l’ho detto che è il suo primo ruolo? Si è il suo primo ruolo e recita da dio.
Iniza così quello che sarà il viaggio per il Canada per rifarsi una nuova vita e trovare il Paradiso.
Quello che incontrerà sarà un Inferno d’acqua salata, la nave affonda, la famiglia muore affogata, è l’unico superstite… fra gli umani. Specifico fra gli umani poiché si salveranno: “Una iena, una zebra, un orango e una tigre”. No ragazzi, non sarà una convivenza pacifica, ci sarà la lotta per la sopravvivenza all’interno della scialuppa di salvataggio e rimarranno in due: “L’uomo e la tigre”.
L’uomo è una parolona, Pi è un ragazzo e questa esperienza lo segnerà profondamente.
Diventa più uomo di noi sicuramente, sopravvive al peggio, in una situazione dove molti si sarebbero tagliati le vene o avrebbero preferito esser mangiati dalla iena o dalla tigre, cosa fa Pi? Resiste.
Si pone al di sopra di tutto e non getta la spugna, rimane con la speranza.

Diciamocelo pure, la pellicola è surreale. Rimane da solo con la tigre su una scialuppa, vorrei ricordare le parole del padre di Pi: “La tigre non è un uomo, non ha sentimenti come noi, è un animale”.
Pi se le scorderà queste parole, si affezionerà e piangerà. Dicevo, è surreale o al tipo non gli dice per nulla bene. Poco realistica la seconda parte dove trova un ecosistema a sé buono di giorno, implacabile di notte. Non è una critica, l’essere surreale intendo o il poco realistico.
La seconda parte merita tanto quanto la prima e rende l’Odissea personale rocambolesca e degna di una favola bella e terribile allo stesso tempo.
Il tutto è un’esperienza che nella pellicola viene raccontata per far ritrovare Dio a una persona.

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4 Gennaio 2013 in Vita di Pi

Ho messo 7 per la natura maestosa e per la bravura del ragazzo…..ma il film è lento da morire e troppo lungo. Non lo rivedrei.

3 Gennaio 2013 in Vita di Pi

Piuttosto fedele al romanzo da cui è stato tratto a mio giudizio è uno di quei casi in cui il film riesce ad eguagliare , se non addirittura a superare , le emozioni trasmesse dal libro .
Sorvolando solo per un attimo sul condannabile ricorso ad animali selvaggi nel cinema (ma inevitabile in una trasposizione come questa ) ma dando per certo che tutte le riprese riguardanti gli “attori” che hanno condiviso la scialuppa di Pi(scine Molitor Patel) , in particolare le maestose tigri del Bengala (perché sono sicuramente almeno due : una all’inizio , quando Richard Parker vi sale , e un’altra alla fine quando è ormai ridotto pelle e ossa ) siano frutto di un accurato lavoro di montaggio con tecnica digitale e nessuno di essi abbia subito il minimo maltrattamento , la pellicola privilegia la parte centrale del romanzo offrendo immagini altamente spettacolari e riprese di stupefacente bellezza (eccezionali quelle dei suricati sull’isola galleggiante e dei pesci volanti inseguiti dai tonni) .
La conclusione , nella quale ci si interroga su quale tra le versioni del racconto di Pi sia quella più accettabile e moralmente giustificabile , viene liquidata un po’ troppo sbrigativamente rispetto al libro ma il film resta assolutamente imperdibile , almeno per quanto riguarda l’aspetto scenografico.
Concludo dicendo che questo è stato il mio primo lungometraggio in 3D , artificio che ho sempre presuntuosamente snobbato e sul quale ero fortemente prevenuto , ma sulla cui validità , se finalizzata a lavori come questo , devo completamente rivedere le mie convinzioni .

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Grazie Vishnu per avermi fatto conoscere Cristo… / 2 Gennaio 2013 in Vita di Pi

Sicuramente gli effetti speciali di questo film sono superlativi ma per il fatto che si vede una natura come mai forse in un film.
L’oceano e tutte le sue sfumature e colori nella drammaticità di un ragazzo naufrago insieme ad una tigre.
Non si può raccontare ma solo consigliare.
” La religione non lo salvò, la medicina occidentale si…”
Per me è molto piacevole.
Consigliato.
Ad maiora!

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visivamente anche 7 / 27 Dicembre 2012 in Vita di Pi

Perplessa. Sono la persona meno adatta a indagare le valenze spiritual religiose di qualunque cosa, io vedo tutto sotto la lente del raziocino fino ad accecarmi , metto le mani avanti!
Però indipendentemente da tutto è giocata male la fase con Pi adulto che racconta al più improbabile degli scrittori, per quanto è stolidamente insignificante, insomma tutta la storia è posta in maniera molto convenzionale.
Visivamente: spettacolare tutta la parte centrale, il viaggio insomma, bello e fantasmagorico a mio parere manca di magia e non so neppure spiegare perchè, ossia è tutto freddamente bello, ho apprezzato la staticità più del movimento, la solitudine della barca nella quiete immobile del mare che specchia l’egotismo nella centralità di se stessi con se stessi.
Il racconto: un ragazzo dall’improbabile nome vive la fortuna di una educazione aperta al tutto e quindi allo scetticismo, ma lo scetticismo non è un valore dell’adolescenza che chiede verità e sicurezza. Eppure è lui per primo che razionalizza l’impossibile infinito del pi greco. Il fato, direi, lo costringe ad una prova estrema e lui razionalizza di nuovo, ossia attraverso il medium della narrazione conserva il suo equilibrio e sopravvive. Perchè ciò che affronta è la violenza dentro e fuori di sè, il dolore, la solitudine assoluta, la natura intesa come ciò che non si può gestire, ma con cui si può convivere, non si può addomesticare, ma addestrare insomma, la bellezza cruda e senza difese. Un inno al potere della parola e alla forza dell’affabulazione che piega il reale, che costruisce il reale e l’immaginario.
Bello, freddo, senza punte di profondità, decisamente non memorabile, convenzionale.

Anche questo film conferma una mia radicata idea: il 3d è funzionale ai documentari e a poco altro, non c’è nulla di veramente ben reso come la natura con questa nuova tecnica

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