Recensione su The call

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Sospensione dell’incredulità / 28 Novembre 2020 in The call

Non esiste film al mondo per cui sia importante attuare una sospensione dell’incredulità più di quanto lo sia per questo film. Sono le premesse stesse, davvero peculiari, a rendere impossibile mantenere una coerenza per tutti gli snodi della trama. Inoltre, il film fatica davvero a carburare, entrando nel vivo soltanto nella seconda metà, dopo un’oretta circa.
Dopo tutte queste premesse poco lusinghiere, c’è da dire però che, appena la storia entra nel vivo, ti tiene incollato come solo i thriller coreani degli ultimi 15 anni sanno fare, trovando anche un “senso” nel finale che fa in modo che il film non sia soltanto un groviglio di situazioni surreali e di tensione.
Grida comunque vendetta il fatto che ci sia il concetto di tempo – cioè di come i cambiamenti nel passato influenzino il futuro – più ingenuo che abbia mai visto, cosa che stona tantissimo in un’epoca come questa in cui alla fantascienza si cerca di dare basi scientifiche.

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