22 Giugno 2015
Il confronto con il libro di Lem e con il film di Tarkovsky è impietoso: sparita ogni riflessione sull’incomprensibilità dei fini dell’oceano alieno, ridotto a un’ombra il conflitto tra i personaggi sulla natura delle repliche. Quello che rimane è la storia di un uomo che non riesce ad accettare la scomparsa della donna amata. Da qui il peso spropositato concesso ai flash-back della vita sulla Terra, che non avrebbero ragione d’essere, visto che per tutti – meno il protagonista – la Rheya della Terra non è palesemente la stessa persona della Rheya di Solaris.
Anche così la storia avrebbe avuto una sua dignità, cui contribuiscono anche i costumi e una scenografia claustrofobica molto azzeccati. Ma il finale disastroso, che risolve il dramma con una soluzione new-age che più fasulla non si può, segna il fallimento del film, di cui alla fine apprezziamo con un sospiro di sollievo la breve durata.
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