Recensione su Killer in viaggio

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Le belve / 14 Maggio 2013 in Killer in viaggio

“Da quando avevo incontrato Chris non avevo più avuto un attimo di pace, la vita che avevo condotto fino ad ora mi sembrava piatta e insignificante. La mia casa mi stava stretta, e non sopportavo più mia madre. Una vera strega!
Per questo, quando lui mi propose una vacanza in roulotte mi sembrò un dono del cielo, una meraviglia, un incanto. Avrei passato momenti indimenticabili con l’uomo che amavo, io e lui e nessun altro. Ci saremmo conosciuti meglio, avrei carpito ogni suo segreto. E avrei scavato anche nel fondo della mia anima. C’era qualcosa che mi sfuggiva, a ben vedere. Non puoi sapere tutto di te stesso, forse mi mancava semplicemente il coraggio di scavare fino in fondo. Avevo il terrore di scoperchiare un orrendo verminaio, di liberare i mostri che si dibattevano in silenzio dentro di me. E anche dentro di lui. Sì, perché credevo di conoscerlo, ma in realtà non sapevo nulla di lui. Il mio istinto mi diceva che anche nei bui recessi della sua anima si agitava una belva orrenda, che cercava di liberarsi. Sentivo che eravamo anime gemelle. Eravamo come il simun, il vento che soffoca e uccide ogni cosa che incontra.”

Un film cinico, cattivo, grottesco, tipicamente anglosassone, una comicità nera, per nulla banale. Certo, la trama non è particolarmente originale: si sono visti tante volte personaggi simili, “assassini nati”, Bonnie e Clyde spietati, che uccidono senza motivo, solo per un divertimento macabro. Ma il film regge, Chris e Tina sono davvero una bella coppia di “depravati”. Ingenui, all’apparenza innocui e rassicuranti, fanno a gara a chi sia dei due il più spietato, il più crudele, il vero “mostro”.
qui la “colonna sonora”.

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