Recensione su Noi e la Giulia

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Noi e la Giulia: favola contemporanea accomodante / 23 Febbraio 2015 in Noi e la Giulia

Sorta di favoletta contemporanea che insiste sullo stereotipo dei neo-quarantenni italiani inespressi, falliti e/o frustrati che cercano un riscatto basato sull’unione-che-fa-la-forza.
Nel panorama dell’attuale commedia italiana, questo lavoro da regista di Edoardo Leo non è esattamente una boccata d’aria fresca, vista la riproposizione di stilemi abusati, però bisogna rendergli merito di aver confezionato decisamente bene il prodotto, affidandosi in primis ad un bel cast composto da notevoli caratteristi (lasciatemelo dire: ho una predilezione per Carlo Buccirosso).

Buon ritmo (eccetto la dilatata e sognante “festa” in cortile), dialoghi e caratterizzazioni abbastanza riuscite: ciò che non mi ha soddisfatto appieno di questo film è lo sviluppo della vicenda, il suo eccessivo distacco dalla realtà.
Mentre la prima parte della pellicola, con l’affastellarsi di situazioni al limite del grottesco (dalla concessionaria alle visite camorriste), è caustica e pungente, da un certo punto in poi risulta abbastanza chiaro l’andazzo accomodante della storia.
Probabilmente, sono allergica alle semplificazioni narrative e, pur essendo conscia dell’impianto (appunto) un po’ favolistico della situazione, trovo che snellire al limite dell’incoerenza alcune situazioni di carattere pratico sia (nei miei confronti, spettatore-tipo) un po’ avvilente.

Il messaggio veicolato dal film è bello nella sua semplicità (provate a cambiare, avete aspettato una vita per sentirvi vivi), ma non ho trovato altrettanto riuscito il modo in cui esso è stato sviluppato. Ben venga la leggerezza, in momenti storici e sociali cupi come quelli attuali, ma non so se i buoni sentimenti, da soli, siano in grado di riparare un tetto o di far crescere ortaggi in tempo zero, come accade in questo film. Ok, stop, il mio cinismo ed il mio puntiglio stanno prendendo pericolosamente il sopravvento.

La sufficienza piena è dovuta alla citata qualità complessiva del prodotto, sicuramente al di sopra della media della stragrande maggioranza delle commedie nostrane che troppo spesso approdano in sala.

4 commenti

  1. Francesco / 11 Marzo 2015

    Sinceramente non sono proprio riuscito a farmelo piacere. Però condivido volentieri la tua nota su Buccirosso. Trovo, per dirla in breve, che sia il classico attore che ovunque lo metti fa sempre la sua porca figura 😀

  2. Stefania / 11 Marzo 2015

    @Francesco_Macaluso: guarda, a posteriori, mi sono quasi pentita di avergli dato la sufficienza. Benché continui a ritenerlo un prodotto comunque migliore di altre commedie italiane distribuite in sala per oscuri motivi, mi ha deluso, se così possiamo dire, il fatto di aver visto questo film spacciato per una pellicola che parla di “lotta alle mafie”. Non l’ho letto così e non mi piace sentirmi “obbligata” a leggerlo così, perciò un po’ mi urta averlo sentito pubblicizzare dai diretti interessati in questa maniera. Se l’intento era quello, mi viene da dire, per quel che mi riguarda è stato mancato platealmente e non perché io manchi di sensibilità sull’argomento, ma perché, a differenza, per esempio de La mafia uccide solo d’estate, qui l’artificio della “favola” è troppo spinto, troppo improponibile in questi termini: va bene la speranza, ma qui si esagera (ribadisco, tendo ad essere cinica, limite mio). Spingere su un presunto “indirizzo anti-illegalità” per portare la gente al cinema non mi è piaciuto affatto. Sì, sono un po’ risentita, oh! Forse, a torto, ma… oh! :p

  3. Francesco / 11 Marzo 2015

    @Stefania Capisco. Comunque, se devo essere sincero, non sapevo che fosse stato pubblicizzato in questo modo. Sono andato a vederlo a scatola chiusa su invito di amici 😀

    • Stefania / 11 Marzo 2015

      @Francesco_Macaluso: sono andata al cinema due o tre giorni dopo che il film era uscito, senza sapere nulla e senza neanche “apprenderlo” dal film (per cui, per me, obiettivo mancato). Pochi giorni dopo, in varie interviste in tv, su twitter, su FB, i vari Amendola, Leo, ecc. parlavano del film come di uno strumento di sensibilizzazione nella lotta alle mafie. Mah. Sia chiaro: non che il film non possa proporsi come tale, ma non porta a casa il risultato, secondo me.

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