Recensione su L'enfant - Una storia d'amore

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Il bambino d’oro. / 28 Ottobre 2013 in L'enfant - Una storia d'amore

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Devastante e affatto consolatorio: due giovani di età indefinita, alla mercé dei propri istinti (cibo, casa, maternità, per esempio), sembrano concepire a malapena quale sia lo spessore della realtà e quali siano gli effetti delle loro azioni.
Ad esser sinceri, essi sono immersi nel vero più vero fin sopra i capelli, al punto da esserne pressoché assuefatti. Sembrano innocenti ed ignari: forzo la similitudine, ma Bruno e Sofia mi hanno fatto venire in mente Adamo ed Eva alle prese con la novità della vita, praticamente sconosciuta ed inaspettata, assolutamente primigenia. Però, mentre la ragazza sviluppa quasi inconsapevolmente una propensione materna, Bruno, senza malizia né cattiveria, senza alcun calcolo, resta indifferente sia alla presenza del bambino che alle “nuove” inclinazioni della compagna.

Tra i due, Bruno pare quello che, pur conoscendo bene le durezze della vita, ragiona come se fosse totalmente privo di maturità (es.: avremmo fatto un altro bambino, che ci vuole? Tu mi hai denunciato: siamo pari, no? Ecc.) e la sua presa di coscienza, nella sequenza finale, suona davvero liberatoria: ma essa porterà davvero a qualcosa? Ora che si trova in prigione, ha ragion d’essere? Non sappiamo per quanto tempo rimarrà in carcere o se Sonia avrà davvero ancora pazienza con lui, perciò non è chiaro se e come sarà mai d’aiuto a suo figlio.
Lancinante.

Bella regia, oserei dire naturalista.

2 commenti

  1. tragicomix / 29 Ottobre 2013

    Più fratelli dardenne per tutti!
    Li hai visti quelli prima? Perché la loro camera che segue i protagonisti è una scelta che portano avanti da anni, con ottimi risultati, anche se a volte un po’ (e intenzionalmente) ansiogeni

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