La La Land
/ 20167.7589 votiLos Angeles. Mia e Sebastian sono due giovani, innamorati e sognatori, che, mentre lavorano come cameriera e musicista, tentano di soddisfare le proprie aspirazioni artistiche.
Stefania ha scritto questa trama
Titolo Originale: La La Land
Attori principali:
Ryan Gosling
Emma Stone
John Legend
Rosemarie DeWitt
J.K. SimmonsAmiée Conn, Terry Walters, Thom Shelton, Cinda Adams, Callie Hernandez, Jessica Rothe, Sonoya Mizuno, Claudine Claudio, Jason Fuchs, D.A. Wallach, Trevor Lissauer, Olivia Hamilton, Anna Chazelle, Marius de Vries, Finn Wittrock, Josh Pence, Nicole Coulon, Damon Gupton, Christopher Michael Stevens, Keith Harris, Kaveh Rastegar, Briana Lee, David Douglas, Miles Anderson, Bobo Chang, Meagen Fay, John Hindman, Valarie Rae Miller, Nicole Wolf, Corrin Evans, Kiff VandenHeuvel, Tom Everett Scott, Hemky Madera, Zoë Hall, Dempsey Pappion, Sandra Rosko, Reshma Gajjar, Candice Coke, Hunter Hamilton, Damian Gomez, Amanda Balen, Dominic Chaiduang, Cindera Che, Chris Moss, Marissa Labog, Tiffany Daniels, Melinda Sullivan, Stephanie Landwehr, Britt Stewart, Clarice Ordaz, Nathan Prevost, Scott Hislop, Kc Monnie, Krystal Ellsworth, Sarah Mitchell, Khasan Brailsford, Morgan Larson, Becca Sweitzer, Gakenia Muigai, Michael Stein, Mario Diaz, Julie Schmid, Lexie Contursi, Eartha Robinson, Sybil Azur, Tara Nicole Hughes, Kayla Kalbfleisch, Martha Nichols, Anthony Marciona, Bill Prudich, Robert Roldan, Ryan Novak, Demian Boergadine, Gustavo Vargas, Robert Haynes, Ana Flavia Gavlak, Andres Perez-Molina, Phillip E. Walker, Milica Govich, Kaye L. Morris, Nilla Elizabeth Watkins, Holly Houk, Jesse Houk, Kristin Slaysman, Cameron Brinkman, Jordan Ray Fox, C.J. Stussi, Margaret Newborn, Nadia Tumanova, Crystal Nichol, Kristin Elliott, Andrea Lareo, Christopher Aber, Anna Lunberry, Shannon Leann, Jenna Curtis, Noah James, Tommy Cooley, Morgan Cohen, Jeremy Nathan Tisser, Patty Tobin, Heather Turman, Susie Ganiere, Ottavio Taddei, April Martucci, Trent Kerpsack, Lynn Moore, Vince Donvito, Steffen Dziczek, Melvin LaThomas Brimm, Kelly Kennedy, Clarence Robinson, Dapo Torimiro, Destinee Handly, Tommy Otis, Amanda Fields, Frederick Keeve, Ali Arda Özdeniz, Sasha Fine, Eren Kayakıran, Corey Anderson, Mostra tutti
Regia:
Damien Chazelle
Sceneggiatura/Autore: Damien Chazelle
Colonna sonora: Justin Hurwitz
Fotografia: Linus Sandgren
Costumi: Mary Zophres, Lynda Foote
Produttore: Gary Gilbert, Marc Platt, Michael Beugg, John Legend, Jordan Horowitz, Mike Jackson, Ty Stiklorius, Fred Berger
Produzione: Usa
Genere: Drammatico, Commedia, Musica, Romantico, Musical
Durata: 129 minuti
Dove vedere in streaming La La Land
Divertente, colorato, con un fascino leggermente vintage enfatizzato dalla colonna sonora con qualche pezzo jazz, non è mai banale né melenso, ma sognante e con un che di fiabesco che però affonda nella vita di tutti i giorni.
Chi non lo apprezza non ama il genere o dovrebbe mettere da parte il cinismo da intellettuale arroccato sulla torre d’avorio ogni tanto.
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ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama
Diciamolo fin da subito: “La La land” è la classica storia d’amore piena di romanticismo a fiumi che abbiamo visto e rivisto tantissime volte. Mia (Emma Stone) è una giovane cameriera di Los Angeles che sogna di sfondare nel mondo del cinema, senza però essere mai presa in seria considerazione nei provini. Sebastian (Ryan Gosling) è un jazzista altrettanto ambizioso che suona in un misero piano bar specializzato in tapas e desideroso di aprire un locale tutto suo. Complice la volontà di voler vedere realizzati i propri desideri, i due ragazzi si innamorano e attraversano un rapporto fatto di alti e bassi, dove presto capiscono che il prezzo da pagare per i propri sogni non è tanto basso..
A livello di trama, come si è detto, “La La land” è la classica storia d’amore ambientata nella “City of stars” (citando una delle canzoni del film) che abbiamo visto tantissime volte sullo schermo (mi vengono in mente titoli come “A star is born”, “The Artist”. “Cantando sotto la pioggia”). L’originalità, a parer mio, di Damien Chazelle sta nell’aver sfruttato questo canovaccio tanto antico quanto il mondo per ricavare una pellicola che risulta essere prima di tutto una dichiarazione d’amore nei confronti di un tipo di cinema, quello “classico” degli anni ’50. Per essere precisi, come si vede dall’incredibile long take all’inizio, è una dichiarazione al musical di quegli anni che viene “rimodernizzato” ai giorni nostri. Il tributo non si limita ad un citazionismo sfarzoso e autocompiacente (la proiezione di “Gioventù Bruciata” di Nicolas Ray in un cinema o i continui echi di “Cantando sotto la pioggia” di Gene Keley), ma si espande anche al modo di girare .Mi vengono in mente le dissolvenze incrociate, usate come dei flashforward e ai titoli di testa e di coda, che richiamano a quell’atmosfera da spettacolo colorato e luccicante.
Dopo aver sviscerato il piano formale e tecnico del film, mi soffermo su un particolare che forse ne è anche la chiave di lettura. Almeno nella locandina italiana del film il sottotitolo recita “dedicato ai folli e ai sognatori”: nulla di più adatto e veritiero. Infatti “La La land” è un film sui sogni e sulla difficoltà di vederli concretizzati, un messaggio filtrato sotto la lente di una commedia musicale colorata e scintillante. Ma è anche un film sul cinema come desiderio, come macchina capace di rendere veritiero quello che non possiamo (e non osiamo) realizzare. E non posso a questo punto ricollegarmi al finale: dopo un paio di anni Mia è riuscita a diventare un’attrice affermata, con un marito e una figlia. Sebastian ha finalmente aperto il proprio agognato locale di musica jazz. Il destino vuole che una sera Mia e suo marito entrino nel locale di Sebastian il quale, avendo visto il suo vecchio amore, fa partire nella sua mente un vero e proprio “what if” che ripercorre in pochi minuti tutto il film visto da una prospettiva diversa che risponde alla domanda: “cosa sarebbe successo, se avessi fatto delle scelte diverse?”.
Questo è il punto cruciale che rende “La la land” un film spettacolare e meraviglioso, che risveglia l’empatia nascosta nell’anima dello spettatore. Anche noi siamo dei Sebastian e delle Mia, che lottano contro ogni avversità pronta ad infrangere i nostri sogni e in cerca di qualche sognatore altrettanto folle quanto noi disposto a condividere i rischi e il coraggio che scaturiscono da quei sogni. E quale mezzo capace di dar forma ai nostri desideri reconditi è più adatto al compito, se non il cinema?
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Il film, curiosamente, consiste di due metà piuttosto diverse, quasi due film in uno: la prima leggera, umoristica, appena venata di nostalgia (il jazz di una volta che muore, i vecchi cinema che chiudono – e in fondo lo stesso musical è un genere nostalgico), in una Los Angeles da cartolina; la seconda più drammatica, piena di rimpianti, di occasioni perdute, di tradimenti delle proprie vocazioni. Il passaggio è abbastanza brusco, e lascia un poco spiazzati; ma contribuisce a rendere più vivace il film – anche se questo rimane nel complesso ancorato a formule molto collaudate e prevedibili. Nel finale i due film si ricompongono, e vediamo in un certo senso cosa sarebbe successo se la prima parte fosse arrivata fino in fondo (il che ci fa apprezzare di più la seconda).
Stone e l’impassibile Gosling sono più bravi a danzare che a cantare, ma lo sforzo rimane encomiabile.
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Era dai tempi di Titanic che non si vedeva un consenso così unanime, coinvolgente, trascinante per una pellicola. Damien Chazelle forse non eguaglia o supera la precisione tecnica di quella meraviglia quale è Whiplash, ma va ben oltre, mostrando estro, padronanza del mezzo, unito ad una cultura ed enorme passione per la settima arte che fanno di La La Land un film visionario, coraggioso e fantasioso come non se ne vedeva da tempo. La pellicola riesce a comunicare tutta quella passione e amore verso un’arte e un tipo di cinema che ormai appartiene al passato, riportando in auge un genere come il musical, attingendo dal cinema degli anni d’oro, senza però fermarsi al sentimento della nostalgia, ma rimanendo ben ancorato alla realtà contemporanea, con un mix perfetto di musiche – meravigliose – e una coppia che funziona sin dalle prime scene. La chimica tra Gosling e Stone è unica, vera, al punto da non avere nulla da invidiare a quella dei mitici Roger e Astaire, o Kelly e Reynolds. I due attori sembrano davvero due divi, che si scontrano, incontrano e si amano in questa magica, sognante e colorata “City of Stars”, cantata con tale trasporto da farti venir voglio di ballare e cantare insieme a loro.
Citando i grandi musical che hanno fatto la storia del cinema, da Cantando sotto la pioggia a Moulin Rouge, Chazelle riesce, con virtuosismi registici mirabolanti e precisissimi, a raccontare una storia convenzionale eppure estremamente innovativa, senza perdere quel tocco autoriale che si sente fin dalla ormai mitica sequenza di apertura. L’unica pecca potrebbe essere solo una. Tutto questo amore nel fare un film, a cui si vede tiene moltissimo, potrebbe avegli fatto perdere un po’ le redini nella seconda parte, dove il regista sembra si sia lasciato trascinare troppo dall’entusiasmo. Dall’altra parte, però, la stessa passione e inventiva è anche la grande forza di La La Land, che riesce ad arrivare dritto allo spettatore, che esce dalla sala sognante e con un pizzico di malinconia, ma entusiasta da tanta bellezza.
Il finale, velato di romantica tristezza, ricorda proprio quello di Cameron in Titanic, evitando in maniera furba il cliché del lieto fine che vorrebbe il cinema di genere, e allo stesso tempo, riprendendo e continuando con coerenza il discorso già iniziato con Whiplash.
La La Land è dunque un film pieno di ottimismo, un inno e tributo ai folli sognatori, che però mantiene comunque i piedi per terra: sogno e realtà si fondono magistralmente in una pellicola che trasuda passione e inventiva.
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Un musical dove tra una canzone ed l’altra si intrecciano sogni e realtà di due artisti. Sinceramente visto le grandi critiche e i premi vinti mi aspettavo molto molto di più….alla fine la cosa che mi è piaciuta di più è stato il finale che non è stato così scontato.