Recensione su La grande bellezza

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Tecnica, mestiere e … Roma / 2 Gennaio 2014 in La grande bellezza

Forse sono arrivato sovraeccitato alla visione del film di Sorrentino, sta di fatto che dopo la prima mezzora di ambientamento, sforzandomi di intuire una trama, ho gettato la spugna e mi sono lasciato andare alla visione come fosse un film ad episodi. I rimandi a Fellini, i personaggi grotteschi, la sontuosa colonna sonora, non riescono purtroppo a regalarci un film indimenticabile. La sola presenza e maestria di Tony Servillo completamente a proprio agio nei panni di Gep, riescono a mascherare le falle narrative di un opera tecnicamente ineccepibile, ma piena di nulla, in cui i dialoghi, spesso ermetici, non decollano mai. Un cast molto discutibile a cominciare da Verdone, forse non più adatto nel ruolo di caratterista, passando per la Ferilli buona oramai solo per la pubblicità dei divani. Questo film denota la voglia di stupire a tutti i costi, di imporre e seguire la regola che un film per essere culturalmente apprezzabile debba per fora essere anche noioso.
Gli scorci e tante carrellate su Roma sono tecnicamente ineccepibili, emozionanti, ma non bastano certamente a riempire un film lento, noioso, pieno solo di se stesso, forse come il suo regista.

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