Recensione su Killer Joe

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13 Maggio 2013

Prendendo spunto dalla recensione di lithops, credo di poter dire che questo film va oltre il familismo amorale, che per definizione contempla un’amoralità soltanto all’esterno della famiglia, per salvaguardare la morale e gli interessi interni alla stessa. Qui invece s’ammazzano pure fra consanguinei! E io che pensavo che i redneck fra consanguinei facessero altro…
Comunque la sorpresa più grande del film è stata l’interpretazione di McConaughey, che per una volta è uscito dai suoi ruoli tipo e si è messo a recitare, anche se verso la fine del film il suo personaggio ha lasciato un po’ troppo spazio al sadismo psicopatico e instabile. Se c’è una cosa che apprezzo è il male freddo, calcolatore, imperturbabile e quando lo vedo scivolare verso l’emotività irrazionale mi delude sempre un po’.
Al di là di questo, però, ho trovato che, nella sua corsa verso il climax finale, il film abbia cominciato un po’ a diventare fine a se stesso, indugiando compiaciuto sui dettagli più truculenti, forse per compensare la previdibilità della trama. Su questo versante è da segnalare un alto grado di misoginia: non c’è un uomo che si salva in questa pellicola, ma Friedkin non perde davvero occasione per degradare l’universo femminile, ora con le sevizie, con la caratterizzazione dei personaggi o infine con l’esposizione di carne un tanto al chilo.
Al netto delle riserve espresse sopra, si può considerare Killer Joe un buon film, girato con mano ferma da un regista affermato che ha fiutato la pista di Tarantino e dei Coen e ha saputo farla propria, inscenando un neo-noir con la maestria di chi conosce il suo mestiere.

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