Recensione su Hotarubi no mori e

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La volpe e le lucciole. / 5 Aprile 2014 in Hotarubi no mori e

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Un mediometraggio animato gradevole e dolceamaro.
Il romanticismo non scivola nella melensaggine e si fa valore morale e formativo della protagonista.
La qualità grafica è sufficiente, la semplicità delle forme ben si coniuga con la linearità della storia.

Mi piace pensare che il “vincolo” di Gin e, per controparte, il suo desiderio di essere toccato da un essere umano siano dovuti al fatto che, abbandonato in fasce nel bosco, non abbia mai potuto godere del calore derivante dall’affetto di una persona in carne ed ossa (della serie, questa sarà la tua maledizione, se intenderai vivere in eterno).

Altrettanto semplice, ma efficace l’uso della maschera da volpe, animale che, nella tradizione shintoista, è considerato un tramite tra il mondo dei vivi e quello dei morti, e la trasformazione di Gin in lucciole, simbolo della reincarnazione dell’anima.

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