Recensione su In solitario

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19 Novembre 2013

Prima di Quasi amici c’è stato Troppo amici (troppo brutto) ed ora c’è questo In solitario, a tentare di perpetuare la formula vincente del film che ha incassato più d’ogni altro in Francia. Stessi produttori, stesso attore (che se la cava abbastanza bene), ambientazioni aventurose, mare in tempesta, tramonti infuocati, l’avventura del solitario sulle onde.Tutto fa pensare ad un altro successo. Macchè. In solitario pecca di presunzione o di ignoranza, pretende di raccontare una storia senza dare un minimo di attenzione ai personaggi che la vivono, si perde in sciocchezze ed esagera fino all’incredibile.
SPOILER
La maestra che ai bambini delle elementari propina una lezione di navigazione con studio dei venti e delle correnti e pretende di far chiamare dalla figlia tramite skype il “solitario” atleta avventuriero per chiedere spiegazioni di meterorologia….un pò come chiamare Vettel alla radio durante un gp e chiedergli di tenere una lezione di fisica agli alunni di una seconda elementare….

Altra assurdità…senza neppure un esame del sangue e solo auscultando il respiro del paziente e misurando la pressione il medico (che riceve i dati sul pc direttamente) diagnostica un’anemia microcitica…c’è da conferire un nobel per la medicina per una cosa del genere…

FINE SPOILER

Sono solo due esempi di come tirando troppo la corda si rischia davvero di far irritare lo spettatore. In solitario (che poi in soitario è una parola grossa visto che il protagonista è sempre al telefono…) tralascia la cosa più importante: dare spessore al rapporto tra il navigatore e il suo ospite. No ne approfitta per fare neppure una rflessione su un tema scottante come quello dell’immigrazione clandestina, non dà alcun senso al gesto del povero ragazzo e non fa crescere il rapporto tra i due portagonisti.
Le belle scenografie e la colonna sonora non bastano proprio…

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