In solitario
/ 20136.424 votiUn velista è impegnato in una difficile regata in solitaria che prevede il giro del mondo in barca. Improvvisamente, scopre di avere un clandestino a bordo: cosa fare? Tenerlo a bordo e rischiare in ogni momento di venire squalificato o liberarsi di lui?
Stefania ha scritto questa trama
Titolo Originale: En solitaire
Attori principali: François Cluzet, Samy Seghir, Virginie Efira, Guillaume Canet, Karine Vanasse, Arly Jover, Jose Coronado, Jean-Paul Rouve, Guillaume Nicloux, Dana Prigent, François Jerosme, Emmanuelle Bercot, Philippe Lefebvre, Lucas Bonnifait, Laure Duthilleul, Léa Fazer, Stéphan Guérin-Tillié, Steve Suissa, Mostra tutti
Regia: Christophe Offenstein
Sceneggiatura/Autore: Christophe Offenstein, Jean Cottin
Colonna sonora: Víctor Reyes, Patrice Renson
Fotografia: Guillaume Schiffman
Costumi: Muriel Legrand
Produttore: Jean Cottin, Sidonie Dumas, Laurent Taïeb, Manuel Monzón
Produzione: Francia
Genere: Drammatico, Azione, Sport
Durata: 97 minuti
Dove vedere in streaming In solitario
Niente da dire sulle scene della barca, delle onde, insomma, del mare e la sua forza e quanto di “tecnico” c’è in questo film.
I personaggi però, sono deboli ed un po’ stereotipati.
A parte il passaggio repentino dall’odio all’amore della figlia del protagonista nei confronti della compagna di questi, che lascia lo spettatore un po’ perplesso, mi chiedo perché il personaggio di Frank ( fratello della compagna di Yann,lo skipper che appunto, lo sostituisce in quella che potrebbe essere la regata della sua vita) sia stato lasciato un po’ nell’angolo,quando si sarebbe potuta “forzare la mano” sulla sua frustrazione ( a causa dell’infortunio che, appunto, lo costringe a cedere il posto a Yann) ed il rapporto col cognato.
anyway, nel complesso non è male, anche se, lo ammetto, mi ha un po’ deluso.
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Ma il film è un pò deboluccio !
di quelli che ti fa apprezzare il grande schermo per le immagini e per il tipo di riprese. La vicenda è banale in se per se ma coinvolge lo spettatore per un’ora e mezza su una barca da regata in mezzo all’oceano con situazioni a volte spettacolari.
Sia inteso, non è un film da buttare, ma un lavoro non totalmente gestito, e la conseguenza di questa cattiva gestione è principalmente un lento ritmo narrativo, lentezza non sempre densa, ma spesso opaca, quasi vuota. Il pregio principale è un protagonista molto reale, sfaccettato, complesso e a tratti ambiguo, combattuto, tutto sulle spalle di un ben più che bravo Cluzet, adagio in un ruolo che gli riesce. Regia frettolosa nonostante tutto il tempo morto, scene tagliate velocemente, lì dove sarebbero serviti attimi per far entrare. Bel pre-finale. Pessimo finale. Colonna sonora pessima, esempio del “da non fare”. Più in generale un peccato, gli spunti c’erano, il regista e lo scrittore non se ne sono accorti con prontezza.
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ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama
Due mondi che si incontrano, due modi di affrontare la solitudine.
Yann, lo skipper, affronta l’avventura per sfida, si tratta pur sempre del vecchio gioco di chi arriva prima, ma non è mai veramente solo, grazie al suo equipaggiamento iper tecnologico può sempre mettersi in contatto con qualcuno. Manu invece è un clandestino, scappa dal suo paese completamente solo, con sé ha solo i suoi sogni e le sue credenze (confonde la malattia con il malocchio) ed una foto, null’altro.
I due uomini, costretti alla convivenza piano piano iniziano a conoscersi e a diventare quasi amici tanto che alla fine lo skipper rinuncia alla vittoria.
Ogni tanto c’è qualche cosa che non quadra ma non bisogna farci troppo caso per non perdere il gusto della visione di questa avventura epica ma soprattutto umana.
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