Come è fragile l’uomo, debole e piccolo / 19 Giugno 2014 in Dersu Uzala
Tenera e intensa storia d’amicizia tra un capitano russo e un buffo ma abile cacciatore tunguso nella tajga gelata dell’Oblast’ Amur. La natura selvaggia è la vera protagonista di questo film, nell’alternarsi delle stagioni e dei colori.
Kurosawa è un poeta del cinema, e la metrica della sua poesia si esprime con una tecnica tanto semplice quanto esemplare; sequenze e dialoghi distesi, paesaggio sonoro di uccelli e acque alternato da pezzi sinfonici, bellissima mimesi cromatica tra attori e “set” naturale, inquadratura raffinata senza ricercatezze.
Tuttavia la sintesi perfetta della semplicità, proprio come un magnifico paesaggio al calare del sole, si può superficialmente confondere con faciloneria e scontatezza. Per lo stolto l’haiku equivale allo scontrino del Billa; per lo stolto l’uomo è un dio, mentre è solo fragile, debole, piccolo. Un’onda lo travolge, una fredda tempesta lo lascia stecchito. Per cui, keep calm and watch Kurosawa before you die.
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