Recensione su I giorni del cielo

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Sopravvalutato. / 25 Giugno 2012 in I giorni del cielo

Non è il miglior film di Malick,nè è il più poetico e commovente e,seppur essendo accattivante,non esplora un’epopea melodrammatica col gusto dell’impresa.”I Giorni del Cielo” è un melodramma rurale,incorniciato in una piantagione texana(ricreata in Canada),dove si svolge questa piccola storia di anime.Una mano autorevole,per dirigere un film privo del mordente necessario per entrare nell’albo dei migliori film della Storia.Eppure,le componenti per il successo,il film di Malick ce le avrebbe tutte:un giovane attore,già bravo;una fotografia meravigliosa,che ha vinto anche il premio Oscar;una colonna sonora geniale ed emozionante,di Ennio Morricone;la possibilità,per gioia del regista,di ricreare un mondo perduto,rivangare il passato,così da scoprire il presente.Ma il film non è il capolavoro che dicono:Nella parte centrale gira spesso a vuoto,prima di riprendere quota,e non semplifica uno sguardo,relativo che riprende un’opera-epoca,con la gioia di una nuova avventura.Malick,fa un passo indietro rispetto allo straordinario esordio con “La Rabbia Giovane”,lancia un’altra icona per il futuro(Richard Gere) e rettifica il suo talento nel ricreare epopee del passato che sembrano (troppo)moderne.Una chiave di svolta nel film stà nella scelta,inconsapevole,di spedire l’amata in un turbinio di passione,una passione lungimirante e non ricreata perfettamente.L’atmosfera è quella da cinema classico,le pretese sono altissime,e Malick punta alto.Non fa un tonfo colossale:il melodramma intriga senza appassionare,il mondo da lui ricreato perfettamente è splendido nella sua finzione,il cast è superlativo.La storia non regge il confronto con le altre regie del maestro(a parte il non classificabile New World),e finisce per scivolare in un baratro di frivolezze e luoghi comuni,che dovrebbero essere estranei a Malick.Sopravvalutatissimo da tutti,a distanza di anni non è che un veicolo per passare una serata in compagnia,per vedere un film che distrae.Le ambizioni poetiche ed emozionanti sono abolite dal regista.Per concludere,gli anni de “I Giorni del cielo”,purtroppo,non contano niente.L’opera,lirica,è moderna,anche se si attende un respiro di classicismo e un colpo di scena che non arriva.Tra le cose meno riuscite del maestro.

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