Recensione su Cloud Atlas

/ 20127.0559 voti
Cloud Atlas
Regia:
Lilly Wachowski, Lana Wachowski, Tom Tykwer,
9

Bruno

Un senso forse c’è, ma non è alla portata di tutti.. / 3 Marzo 2016 in Cloud Atlas

Ha tutto l’aspetto d’essere un film pretenzioso ed esagerato nella composizione, ma solo chi assorbe sufficiente pazienza puo’ effettivamente gustare le raffinate sottigliezze che raggiungono le 6 storie che s’alternano minuto dopo minuto.
Nessuno per esempio di coloro che non ha apprezzato la pellicola s’è chiesto cosa possa significare il titolo o perchè determinati eventi accadono a solo determinate persone nelle varie, possiam chiamarle quasi favole, che ci vengono intavolate con una capacità tecnica da apprezzare non troppo sofisticata.
“Passiamo e ripassiamo sulle nostre vecchie orme come pattinatori artistici e proprio mentre leggevo un nuovo manoscritto un fortissimo déjà vu mi è penetrato nelle ossa! Ero già stato qui, un’altra vita fa…”

3 commenti

  1. Foto del Profilo
    Stefania / 4 Marzo 2016

    (Parla “una” che non ha apprezzato il film 😉 )
    Mah, avendo letto il romanzo da cui è tratto il film, non ho avuto bisogno di domandarmi il significato del titolo e, conoscendone l’origine, non gli ho comunque attribuito nessun valore epifanico: nonostante il “precedente” letterario (che, guardando il film, ho evitato di considerare, poiché -per quel che ricordo- se ne discosta assai, soprattutto per quanto riguarda il preciso e tangibile senso di circolarità del racconto) e fossi in questo modo preparata all’architettura narrativa delle vicende, il lavoro dei Wachowski mi ha, semplicemente, annoiata.
    Sono contenta, invece, che alcuni aspetti di questa idea abbiano trovato migliore (a parer mio) sviluppo nella serie tv Sense 8.

  2. Foto del Profilo
    Stefania / 4 Marzo 2016

    Nota personale a latere un po’ polemica, pardon: perché esordire con “un senso forse c’è, ma non tutti possono coglierlo”? Perché basare le proprie riflessioni su quello che pensano o non pensano gli altri? Perché ritenersi più “sensibili” di altri e non esporre, semplicemente, le proprie opinioni, a prescindere da ciò che pensa Tizio o Caio? 🙂

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