Recensione su Potiche - La bella statuina

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11 Ottobre 2013

L’impressione che mi ha dato questo film è la tipica “Vorrei, ma non riesco”.
Ozon allestisce una pantomima (comunque basata su una piéce teatrale) ricca di spunti interessanti: tra questi, spiccano l’evoluzione delle dinamiche di coppia post ’68 e dei rapporti tra capitalisti e proletariato, nonché l’emancipazione femminile, declinata attraverso le tre figure femminili in scena.

Peccato che tutti questi elementi restino solo abbozzati e, a tratti, perfino mal caratterizzati: la Deneuve (cosa cosa cosa, dico io, è accaduto al suo viso? E’, letteralmente, plastificato) sembra la zia sia di Luchini che di Depardieu, Luchini stesso pasticcia un po’, i figli sono decisamente poco definiti e l’omosessualità chiaramente inespressa del maschio è una delle incertezze più lampanti del film.
Sporadicamente, compaiono particolati mordaci e promettenti, ma, alla fine, la pellicola approda stancamente ad una risoluzione prevedibile e noiosa.

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