Molière in bicicletta

Perchè la commedia amara, quella che sa unire il divertente all’insitamente doloroso, riesce così naturale, originale e spumeggiante a questi dannati francesi? Resta un mistero insondabile. In mano francese questi soggetti si trasformano in oro puro, per un misterioso effetto Mida (accento sull’ultima vocale, comme il faut). Se l’avesse girato un italiano sarebbe risultato irritante, con ogni probabilità; non è esterofilia, assolutamente, anzi i francesi a volte risultano spocchiosi e elegantemente antipatici, ma accidenti è così.
Luchini e Wilson sembrano essere nati per fare la loro rispettiva parte. Un omaggio al teatro, un po’ sciovinista e calibrato come una palla da biliardo, ma pure una stoccata contro la vanità e la perfidia dell’attore, il vero misantropo.

Garbatissima pellicola supportata da attori convincenti (Luchini mi piace sempre di più, di film in film) che si fa forte di un’ambientazione discreta ma fascinosa (l’Ile de Ré) esaltata da una fotografia nitida e da scenografie essenziali eppure graziose e di un prevedibile ma non per questo sciapo parallelismo finzione-realtà: l’Alceste di Molière, ruolo ambito da entrambi gli attori, è chiaramente l’alter ego dell’accidioso, avaro e sincero Serge (forse, è anche per questo che Gauthier non riesce a far completamente suo il personaggio, sbagliando sempre la stessa battuta).

Finale amarissimo, come, in fondo, è giusto che sia.
Gira, il mondo gira…

Avrei dovuto guardare questo film in lingua originale,magari lo farò. Per i Francesi che studiano Molière a scuola è sicuramente ancora più interessante. A me è piaciuto . Mi è anche venuta voglia di leggere “il Misantropo”..
Il film è divertente con classe, un’ottima prova dei due attori. Tra i films “teatrali” lo preferisco di gran lunga a “Venere in pelliccia”.
Un film “teatrale” che sa comunque essere un film ,pieno anche di immagini e primi piani.