Recensione su Lost

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18 Luglio 2013

Le serie tv rappresentano l’unica forma di epica oggi possibile. Lost è la nostra Odissea, perché sviluppa non semplicemente un racconto ma un mondo e una domanda sul mondo – l’Isola, erede della Loggia Nera di Twin Peaks -, una propria mitologia, una propria aura, sempre in tensione fra solennità e ironia, fra cultura popolare ed elitaria. Dall’altra parte, in Lost v’è anche la logica del romanzo d’appendice, dell’improvvisazione sulla base di un canovaccio iniziale, tale che a partire dalla quarta stagione il delicato meccanismo si inceppa e inevitabilmente stanca, delude. Ma alla fine si scopre che qualcosa della magia di quell’universo è rimasto, fosse anche il mistero di una botola, di un misero buco celato nel terreno.

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