Recensione su Tredici vite

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Tredici vite
Regia:

Film lineare, piacevolmente retorico / 9 Agosto 2022 in Tredici vite

Film onesto, lineare, pulito, colmo di buone intenzioni, piacevolmente retorico.
Se non avessi saputo che Tredici vite è un lavoro di Ron Howard, avrei potuto attribuirlo a Clint Eastwood. Per alcuni versi, dopotutto, certe scelte stilistiche, i toni, i generi e gli argomenti che, nel bene e nel male, compongono le rispettive filmografie trovano vari punti di contatto, secondo me.

Un grosso elemento discriminante fra i due registi, ormai, è l’età: non credo che Clint possa affrontare set fisicamente impegnativi come si è dimostrato questo di Howard. Praticamente, infatti, Tredici vite è un film immerso nell’acqua dall’inizio alla fine. Ron Howard ha saputo gestire allestimenti complessi e affollati, conciliando una storia emotivamente forte con un buon ritmo narrativo (e, da quel che so, senza stravolgere troppo ciò che le cronache dell’epoca hanno riportato dei fatti legati all’incidente di Tham Luang, avvenuto in Thailandia nel 2018).

Insomma, una storia appassionante, ben girata, ben montata, con attori solidi e credibili come Mortensen, Farrell ed Edgerton: nel complesso, un buon intrattenimento.

6 commenti

  1. rust cohle / 15 Agosto 2022

    Io l’ho trovato quasi hitchcockiano a tratti. Perché lo definisci (piacevolmente) retorico?

  2. Stefania / 16 Agosto 2022

    @rustcohle: l’ho definito così perché disegna i personaggi e le situazioni con l’accetta e, scientemente (immagino per esaltare ciò che di estremamente buono ed edificante c’è in questa storia) ha scelto di eliminare ogni “negatività” (vedi, per esempio, l’affaire Elon Musk). In generale, Howard è un regista molto retorico (anche per questo lo accomuno a Eastwood e, comunque, con qualche episodica eccezione, apprezzo il lavoro e la filmografia di entrambi). In questo caso, penso che questa sua tendenza si sposi bene con la materia che ha scelto di affrontare, perciò è “piacevolmente retorico” (ma, per fortuna, non stucchevole).

    Ora tocca a te 🙂 Perché “hitchcockiano”?

    • rust cohle / 17 Agosto 2022

      Perché credo che abbia saputo gestire la tensione in maniera egregia, mi ha letteralmente cotto a fuoco lento nell’angoscia, anche perché l’acqua mi spaventa da morire, anche se mi piace e le iniezioni con le siringhe mi fanno venire voglia di svenire.

      Tutte le scene sott’acqua in quelle cavità cosi strette sono girate con mano veramente esperta(so che fa il regista da una vita ma non essendo un suo grande fan lo avevo un po’ sottovalutato), per non parlare dell’estrazione finale con l’aiuto dell’anestesista.

      Ho provato quasi la stessa spiacevole sensazione dopo aver visto Gli Uccelli di Hitchcock, la paura che in quel contesto ti assaliva se solo un personaggio avesse pensato di mettere il muso fuori casa qui la provi non appena qualcuno entra in acqua, per questo li ho paragonati, forse è un paragone esagerato ma personalmente non avrei mai creduto Ron Howard in grado di mettere in scena una narrazione filmica del genere, che richiedesse una costruzione della tensione, e dei suoi vari gradi, così importante e ne sono rimasto piacevolmente colpito.
      Insomma, l’ho trovato notevole.

      • Stefania / 29 Agosto 2022

        @rustcohle: ok, il paragone mi sembrava un po’ azzardato, ma credo di aver capito cosa intendi.
        Penso che Howard sia un bravo “mestierante” e, bada bene, non intendo usare questo termine in senso dispregiativo, anzi! Howard conosce bene il mondo del cinema, sa dirigere gli attori e ha uno spiccato senso della narrazione e dello spettacolo e, secondo me, spaziando fra generi e toni, ha sempre messo a frutto queste sue attitudini nell’alveo del cinema “popolare”, dei blockbuster (come Spielberg, per esempio, e, appunto, Eastwood: credo che, con entrambi, abbia diverse cose da condividere). Perciò, personalmente, non mi sono stupita della sua capacità di coinvolgere una bella percentuale di pubblico, con questo film, ed è interessante apprendere che abbia colpito positivamente molti, come nel tuo caso 🙂 Pensi che (ri)guarderai i suoi film con altri occhi, d’ora in poi? 😉
        La sua filmografia è punteggiata da titoli cult. Diciamo che la mia top 3 (in ordine sparso) è: “Cuori ribelli” (1992), “Splash” (1983), “A Beautiful Mind” (2001). Il film che (finora) non gli perdono (XD): “Elegia americana” (2020).

        • rust cohle / 29 Agosto 2022

          Come giustamente hai appena detto tu, in senso non dispregiativo, è un buon mestierante, solo che mi sembra abbia avuto una sorta di bipolarismo cinematografico negli ultimi vent’anni, con degli alti di buon livello che però non reputo eccellenti(Cinderella Man, A Beautiful Mind, Rush, quest’ultimo uno dei migliori a mio avviso) e dei bassi molto bassi;
          ok faccio nomi e cognomi, per me la trilogia del codice da vinci è un mappazzone di roba storica, miti, leggende e verità ufficiose senza capo ne coda.
          Il film su Moby Dick l’ho trovato gradevole ma nulla di che.

          Qualche suo film me lo sono perso, lo ammetto, magari erano dei buoni prodotti, non lo metto in dubbio, fatto sta che mi sono ritrovato a guardare 13 Vite senza sapere chi fosse il regista e dopo una 40ina di minuti dall’inizio del film mi sono detto :”aspetta, o questo è un giovane cineasta con tanto potenziale o è un regista con esperienza alle spalle”.
          Era la seconda opzione.

  3. rust cohle / 29 Agosto 2022

    Comunque si, d’ora in poi guarderò i suoi film con molta meno sufficienza

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