Recensione su The Village

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25 Febbraio 2023

Uno dei migliori film per me del regista indiano, il suo villaggio è un luogo misterioso e affascinante nella sua cupezza, un luogo che rapisce lo spettatore con quella sua aurea di spettralità e di mistero, con quella scenografia così cupa, ombrosa e ipnotica, con i suoi personaggi grotteschi e controversi che vi dimorano, una meraviglia da vedere ma che ti mette addosso un senso di paura e di terrore che ti accompagna per tutta la durata del film.
Come tutti i suoi film è davvero difficile riuscire a dargli un’interpretazione valida, le tematiche sono talmente molteplici e complesse che è davvero difficile venirne a capo( si passa dalla fuga da una società chiusa, crudele e violenta al terrore psicologico che deriva dalle convinzioni superstiziose, senza dimenticare le dissertazioni filosofiche e religiose presenti) e Shamalyan riesce a trattare tutti questi difficili temi con una certa abilità e maestria(come ho scritto per “bussano alla porta” conosce molto bene la psicologia umana).
La comunità isolata rappresenta un po’ l’inconscio desiderio dell’uomo di fuggire dalla brutalità del proprio mondo e di chiudersi in una sorta di paradiso terrestre, lontano da tutto e da tutti, la vita semplice che conducono rappresenta una critica verso una società come la nostra basata tutta sul possesso e sulla commercializzazione, una società in cui ciò che dovrebbe contare veramente sono i sentimenti(l’amore su tutti) ma che sono sempre più soffocati dal mondo caotico, freddo e impersonale in cui viviamo.
E’ un film difficile e su cui riflettere ma a mio parere di una bellezza e di una raffinatezza quasi sconvolgente, a partire dalla sua ambientazione antica e molto accurata, la sua capacità di creare uno stato di tensione continuo nello spettatore senza l’uso di sangue, massacri e mostri vari, la bravura degli attori(fantastici Joaquin Phoenix, Bruce Dallas Howard e Adrian Brody, senza dimenticare William Hurt e Sigourney Weaver), la splendida fotografia, la capacità evocativa che il regista crea in ogni fotogramma, la sublime colonna sonora, la sorpresa finale.
Un film da rivedere e da riscoprire, casomai ne aveste voglia.

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