Swimming Pool

Odio quei film che seguono un filo logico già claudicante fin dall’inizio, ma che nel finale non si capisce niente, ma proprio niente e lo spettatore deve decidere lui. Come a volte capita alla fine del film rimani allibito in silenzio a vedere scorrere i titoli di coda, poi la tua compagna in un millisecondo decide e ti tira fuori una sentenza, “é così, così e così” e tu zitto perché può essere qualsiasi cosa, che le dici? É pure inutile pensare che lo stesso regista di possa dire di più.
Li odio questi film.

Film avvincente fino a 3/4 , dove la magistrale interpretazione della Rampling e il misterioso quanto favolesco paesino francese, incuriosisce lo spettatore per vedere dove si va a parare.
Ecco, in un bel cavolo di niente.
Si va a parare nella solita farraginosa e facilotta “interpretazione” , dove lo spettattore deve raggruppare tutti i pezzetti e pezzettini di ciò che ha visto, metterli insieme e dargli la forma che più gli piace (se esiste).
Odio questi film…

Davvero un bel noir a sfondo erotico, con una smagliante Charlotte Rampling e una maliziosa Ludivine Sagnier. L’ aggraziata scenografia e una colonna sonora tintinnante e misteriosa sono l’ottima cornice di una spirale morbosa con finale aperto. C’è pure Charles Dance dagli occhi color piscina, che in fondo è sempre stato un po’ Twyin Lannister, anche quando non sapeva di esserlo.
A Ozon piace la circostanza pruriginosa ma controllata, e in questo la frigida scrittrice inglese impersonata dalla Rampling è semplicemente perfetta.