21 Settembre 2013
Lo stile registico di Anderson, nonostante la giovane età, è già solidamente definito, ma è un meccanismo fragile, che si gioca sul limite dell’autocompiacimento. La sua straordinaria potenza visiva trascina sapientemente lo spettatore in un gioco fruitivo che coinvolge fin da subito, rimescola le carte, infine stanca: come di fronte a una sfilata visiva e musicale del vintage, o a un album di figurine che appartengono al passato, ti colpiscono e si dimenticano.
Recensione da Oscar (2)
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