Recensione su Matrix Resurrections

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Deja vu / 20 Marzo 2022 in Matrix Resurrections

C’è un gatto in Matrix Resurrections che si chiama Deja Vu; e il déjà vu è la sensazione predominante che si prova vedendo questo film. C’è pochissimo di originale, al punto che l’intera trama sembra un ammasso di citazioni dei tre episodi precedenti. Ma il risultato non è solo risaputo: è anche privo di vitalità, esangue, proprio come il pallidissimo protagonista Keanu Reeves, che appare disorientato e frastornato per tutta la durata del film, ben al di là di quanto richiederebbe il copione.

Se gli autori avessero insistito sull’ambiguo confine tra realtà e illusione che è in parte il tema della prima metà del film, magari arrivando al punto di lasciare irrisolta la distinzione, avremmo avuto un film forse meno apprezzabile dai fan della serie, ma sicuramente più originale. Invece si è seguita la strada più semplice; e l’autoironia sul crasso spirito commerciale che sta alla base dei sequel (vedi le discussioni del gruppo che nel film deve creare un seguito a una serie di videogiochi) suona molto come un mettere le mani avanti, un’excusatio non petita che non assolve naturalmente nessuno.

Si sente molto l’assenza di Laurence Fishburne e Hugo Weaving, incongruamente sostituiti da altri attori, mentre si apprezza molto la presenza di Jessica Henwick, qui adorabile più che mai con i capelli tinti di blu.

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