Recensione su Solo gli amanti sopravvivono

/ 20137.4262 voti

6 Settembre 2014

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Vampiri hipster, che vivono lontani per motivi ignoti così possono limonare su skype come universitari in erasmus, leggono Infinite Jest, amano il rock e tutto ciò che sublime e bello è. Loro sono Adam e Eve, come se ci fossero sempre stati, vivono lui a Detroit e lei a Tangeri. Lui compone musica e colleziona chitarre, entrambe le cose elettriche e cicliche come la storia, le storie, le scorie del passato multistrato come un gelato, in cui dei centenari mercenari di vita possono rispecchiarsi. Hanno visto tutto, le opere a Shakespeare le passava sottobanco un amico loro e così via, e poi le brutture di un’umanità, e la presente e viva e il suon di lei, con la quale tuttavia hanno imparato a convivere, isolandosene e in un materasso di solitudine sprofondandosi. Lei va da lui, a volte anche gli immortali sembrano plutôt morti, e l’amore ecc. La sorella Wasikeccetera è l’elemento di disturbo ecc. Immortalmente giovani per definizione, lei Tilda è vecchiavecchissima rispetto a lui, ma tirata con le mollette del bucato. Fai qualsiasi cosa, ma quando proporranno il ruolo principale in Alice in wonderland is back in town rifiutare non sarà bestemmia. Musica gajardissima e maniacalmente ricercata, atmosfera ovviamente crepuscolare a dir poco, entrambi si muovono annoiati e sicuri e dandyeggiando in una vita (?) dove la ricerca del senso a tratti riaffiora, dopo essere stata annegata dalla coa(gula)zione a ripetere e dall’ebbrezza trovata nel piacere intellettuale. Jarmusch rielabora una visione sua propria del romanticismo ai temp questi, quello triste e testardo e con i giorni contati, utilizzando una batteria delle sue preferite armi, la notte, solitudine, musica, amore e chissà poi.

Lascia un commento