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Solo gli amanti sopravvivono

/ 20137.4262 voti

Esistenzialmente vampiri / 15 Novembre 2019 in Solo gli amanti sopravvivono

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Ad un primo sguardo i vampiri protagonisti di “Solo gli amanti sopravvivono” sembrano degli enigmatici tossicodipendenti e niente più, infatti il film contiene molte scene nelle quali è mostrato come Adam ed Eve si procurino e consumino il sangue nel XXI secolo.
L’analogia con la dipendenza dalle droghe è particolarmente evidente nelle scene in cui il sangue viene assimilato dai vampiri i quali sembrano provare un’autentica estasi rappresentata, nel film, da una serie di primi piani che al rallentatore seguono i protagonisti mentre lasciano cadere la loro testa all’indietro.
In queste scene Adam, Eve, Marlowe ed Ava lasciano vedere la loro bocca aperta, coperta di sangue, e si possono notare i famigerati canini appuntiti.
I canini sono una delle caratteristiche fondamentali nelle narrazioni sui vampiri almeno tanto quanto la sete di sangue umano, anzi direi che sono elementi dipendenti l’uno dall’altro.
Un vampiro che non beve sangue, non è per definizione un vampiro.
Un vampiro che non ha canini appuntiti ma beve sangue umano sembra più uno psicotico alquanto bizzarro più che una creatura soprannaturale della notte.
Possiamo avere un vampiro che spezzi un crocifisso o che riesca a vedersi tranquillamente allo specchio oppure ancora che adori gli spaghetti aglio, olio e peperoncino ma non si potrà mai rinunciare a quelle caratteristiche primarie, lo esige categoricamente la formula: canini e sete di sangue.
Tutta questa digressione per osservare che Adam ed Eve non mostrano praticamente mai i loro canini se non nelle scene delle estasi e poche altre del film ( Ad esempio, quando un passeggero si taglia accidentalmente il dito sull’aereo su cui si trova Eve ).
Sembrano quasi restii a fare sfoggio della loro “vampiricità”, Jim Jarmusch sembra indicarci in modo indiretto l’appartenenza dei protagonisti al mondo dei vampiri, non ha bisogno di farci vedere apertamente scene di donne e uomini che continuano ad alzare il labbro per lasciare scoperta una fila di denti di cui due particolarmente acuminati.
Riassumendo, ad un primo sguardo Jim Jarmusch non avrebbe fatto altro che raccontare dei vampiri come forte analogia della tossicodipendenza, analogia che comunque si voglia guardarla è abbastanza palese, ma a mio avviso aggiunge anche altra carne al fuoco.

Può passare in secondo piano ma la narrazione di questa storia è basata per buona parte sulla rievocazione delle abitudini e delle vicende passate.
Poco alla volta scopriamo chi siano Adam ed Eve, quali sono stati i momenti del passato che hanno vissuto assieme e quali no, ad esempio, si accenna ad un “terzo matrimonio” come ad indicare più separazioni avvenute nel passato e, in un’altra scena, Eve rimprovera ad Adam di essersi perso un sacco di eventi epocali nella storia europea.
La storia, così come i suoi personaggi, si costruisce pezzo per pezzo, fornendo indizi allo spettatore.
Non c’è una voce narrante che ci illustri le vicende dei diversi personaggi, dobbiamo figurarcele noi stessi ed in un certo senso anche inventarcele.
Durante la visione siamo lasciati con parecchie domande a cui, poco alla volta, giunge qualche risposta nei dialoghi tra i personaggi anche se queste non esauriscono il mistero ed in un certo senso lo infittiscono.
Per fare un esempio, Adam sembra godere di una grande fama in quanto musicista eppure ci appare come un’artista che rifiuta di apparire in pubblico, o meglio che rifiuta di uscire da casa sua.
Sorge quindi una domanda: Perché ? Cosa gli ha fatto cambiare idea ? Da dove proviene quest’avversione ?
Analizziamo gli indizi:
Adam elargisce grandi quantità di denaro ai suoi “fornitori”, se così li vogliamo chiamare, facendo così intendere una certa redditività della sua attività da musicista, viene cercato da dei “Rocker” che sembrano avere un forte interesse per lui dato che riprovano più volte ad incontrarlo e in una scena, in cui assiste assieme ad Eve ad una perfomance di una giovane cantante a Tangeri, Adam si lascia sfuggire un particolare aforisma riferito alla giovane: “E’ troppo brava per diventare famosa” come ad augurarle di non dover mai conoscere le sofferenze e le insoddisfazioni date dalla fama.
Sono sicuro che molti vedranno sconnessi questi elementi ma a mio avviso sono indice di un filo che si può seguire nella ricostruzione del passato di Adam.

Ovvio, anche avendo trovato così una supposta direzione sorgono molti dubbi, anzi sorgono più dubbi che altro e ci si trova inevitabilmente a riempire gli spazi mancanti con la nostra fantasia.
Questo però, a mio avviso,è la particolarità di questo film, non ha flash back, dobbiamo essere noi immaginare ad il passato di questi protagonisti.
Siamo noi a doverci immaginare cosa sia successo esattamente ad Adam, Jim Jarmusch non ce lo mostra e non ce lo dice ma ce lo accenna.
Possiamo essere in disaccordo su quale sia l’origine del malessere del vampiro musicista poiché qualcuno potrebbe vedere una radice della depressione di Adam nel suo contatto con gli artisti del Romanticismo inglese, almeno questo è ciò che accusa Eve a Byron ed i suoi compagni.
Comprendo perché il film non sia piaciuto ad alcuni ( L’ho visto e commentato in gruppo ) dato che se non lo si “elabora” si rischia di rimanere con ben poco.
I racconti sono accumunati dall’essere narrazioni detto questo sappiamo bene che ognuno ha il suo modo di narrare le storie.
A loro volta le storie vogliono comunicarci contenuti diversi e “Solo gli amanti sopravvivono” è una di quelle storie che sono create perché possano esser gustate non solo durante la visione ma anche subito dopo, lasciando un alone di mistero e fantasia.
In poche parole, volenti o nolenti, questo film lascia una traccia e questo, secondo me, è il suo scopo.

Tra le particolarità del film è da notare come i vampiri, definiti solitamente come “Non morti”, siano coloro che danno agli esseri umani il sprannome di “zombie” a connotazione ironica.
Anche questa definizione che può sembrare immotivata ed estemporanea ma mi ha suscitato un’interessante questione: Chi, tra umani e vampiri, non vive ( Nel senso poetico del termine ) ?
Forse Adam ed Eve si recipscono come normali, come “esseri umani più completi” rispetto a quanto non lo siano, teoricamente a pieno diritto, gli “zombie”.
In una scena, Eve mette in mostra la sua incredibile capacità di assimilazione dei testi poco prima di partire per Detroit, dimostrando un profondo amore per la conoscenza e una capacità sovraumana nell’accumulare stimoli ed informazioni.

In questo film ho apprezzato moltissimo la colonna sonora anche se devo ammettere che tendenzilamente la musica ricca di distorsioni non è il mio genere.
Tuttavia trovo che le tonalità si addicano in modo particolare allo stato d’animo dei personaggi.
Una delle mie tracce preferite è “Funnel of love”.

In conclusione, è un film che vale possedere nella propria collezione di DVD.

P.S: Tilda Swinton è stata una scelta particolarmente azzeccata in questo film, tra tutti i personaggi è quella che il physique du role della vampira.

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Il mio 1000° film sul muro! / 17 Febbraio 2017 in Solo gli amanti sopravvivono

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

(Un abbraccione a Niente Popcorn, a tutta la community e alla capa @stefania per i primi 1000 belli e bellissimi film visti insieme [piú 60 brutti nel cesso, buuuuh!])

Un po’ meno coinvolgente di “Paterson”, che ho adorato (uno può pure avere velleità da poeta e/o autista d’autobus, ma le velleità da vampiro ce le hanno solo gli emo), ma similmente suggestivo, nonostante il setting completamente differente. Devo anche ammettere che non l’ho visto in condizioni ideali, avendo dovuto tenere il volume basso, per un film che invece ha una forte componente sonora e musicale.

Il buon Hiddleston, ovviamente bravisssimo, non è però nelle mie corde. Con un altro attore, magari della generazione di Tilda, avrei seguito con maggiore reverenza i patemi di questa coppia di demoni romantici.

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Eleganza e depressione vampiresca. / 8 Marzo 2015 in Solo gli amanti sopravvivono

Eve ed Adam sono una coppia di vampiri innamorata. Così vicini eppure così lontani, sia fisicamente che caratterialmente: lei vive a Tangeri, lui a Detroit. Lei si può definire più “aperta” e “solare” rispetto alla cupezza e al vuoto del suo amante, il quale ha tendenze suicide.
Attraverso questa storia particolare Jarmusch ci parla e definisce noi umani “zombie”: l’essere umano è ormai vuoto e inutile, non riesce più a vedere la bellezza che lo circonda, concentrandosi solo su cose inutili.
Film di una eleganza sopraffina, anche grazie alle grandissime interpretazioni di Tilda Swinton e Tom Hiddleston. Come sempre bravissima anche Mia Wasikowska che interpreta l’impertinente sorellina di Eve.

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Dal punto di vista del vampiro / 25 Febbraio 2015 in Solo gli amanti sopravvivono

Pellicola con una resa davvero elegante e piacevole per gli occhi. Un racconto dove l’emergere della persistente decadenza dell’umanità viene raccontata attraverso il punto di vista di due vampiri, due figure arricchite e allo stesso tempo provate dal peso del tempo.
Intense e sentite le interpretazioni di Tom Hiddlestone e Tilda Swinton, a cui fa fronte comunque una buona prova dell’intero cast in generale.
Un film caratteristico, che ha il pregio di rimettere la figura del vampiro classico in mostra, ponendola di fronte ad un interessante parallelo con il contesto moderno. Il tutto senza risultare per nulla fuori posto, ma anzi, creando un affascinante e riflessivo contrasto.

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6 Settembre 2014 in Solo gli amanti sopravvivono

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Vampiri hipster, che vivono lontani per motivi ignoti così possono limonare su skype come universitari in erasmus, leggono Infinite Jest, amano il rock e tutto ciò che sublime e bello è. Loro sono Adam e Eve, come se ci fossero sempre stati, vivono lui a Detroit e lei a Tangeri. Lui compone musica e colleziona chitarre, entrambe le cose elettriche e cicliche come la storia, le storie, le scorie del passato multistrato come un gelato, in cui dei centenari mercenari di vita possono rispecchiarsi. Hanno visto tutto, le opere a Shakespeare le passava sottobanco un amico loro e così via, e poi le brutture di un’umanità, e la presente e viva e il suon di lei, con la quale tuttavia hanno imparato a convivere, isolandosene e in un materasso di solitudine sprofondandosi. Lei va da lui, a volte anche gli immortali sembrano plutôt morti, e l’amore ecc. La sorella Wasikeccetera è l’elemento di disturbo ecc. Immortalmente giovani per definizione, lei Tilda è vecchiavecchissima rispetto a lui, ma tirata con le mollette del bucato. Fai qualsiasi cosa, ma quando proporranno il ruolo principale in Alice in wonderland is back in town rifiutare non sarà bestemmia. Musica gajardissima e maniacalmente ricercata, atmosfera ovviamente crepuscolare a dir poco, entrambi si muovono annoiati e sicuri e dandyeggiando in una vita (?) dove la ricerca del senso a tratti riaffiora, dopo essere stata annegata dalla coa(gula)zione a ripetere e dall’ebbrezza trovata nel piacere intellettuale. Jarmusch rielabora una visione sua propria del romanticismo ai temp questi, quello triste e testardo e con i giorni contati, utilizzando una batteria delle sue preferite armi, la notte, solitudine, musica, amore e chissà poi.

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Una piccola perla incastonata in un diadema di vanità. / 23 Luglio 2014 in Solo gli amanti sopravvivono

Vi sono film che tracciano linee essenziali del proprio modello, affidando alla mente il compito di ricomporne lo scheletro. Altre in cui l’immagine proiettata non è che il ridotto amplesso di un mito ormai caduto in disgrazia.
Only Lovers Left Alive è una pellicola che si insinua fra i due generi, abbattendoli, costituendone l’ossatura, e ripristinandone il folkrore.
Ormai dilaniato nella sua arcana ed austera figura, il vampiro, arrancava fra serie tv, film e libri di poco spessore, discostandosi sempre di più dal suo personaggio.
Compito arduo del regista e dei due talentuosi attori protagonisti ( nonché di un John Hurt d’annata) è stato di ridare valore a tale categoria, imprimendole un’aura, si di romanticismo e poesia, ma non quella adolescenziale che traspare da ogni odierna rappresentazione dello stesso. Qui vi è trasporto, passione, inquietudine, desiderio, rimpianto, rimorso, e soprattutto una triste e malinconica visione dell’essere umano, che ha sepolto l’arte sotto metri di ipocrisia e vanità. La stessa che ora sfuma nella monotonia e nel placido ricordo, lontano ormai mille vite.
I vampiri, i sepolcrali ed eterni amanti della passione, del sangue che dona vita e calore , sono le pallide memorie dei tempi che furono, e che trovano nel loro imperituro amore, un assaggio di sopravvivenza, e di conseguenza di umanità, tale da renderli inermi di fronte alle crude verità della vita.
Un piccola perla incastonata in un diadema di vanità.

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facile essere innamorati a detroit / 25 Maggio 2014 in Solo gli amanti sopravvivono

Quanti di voi possono passeggiare romanticamente per le strade della propria città e ad un certo punto farsi un vanto dicendo “questra è la casa d’infanzia di Jack White”?
Gli unici a cui può andare meglio sono gli abitanti di Albuquerqeu che possono dire “questa è la casa di Walter White”!
Un vero capolavoro glamour questo film di Jarmusch con una colonna sonora incredibile, evviva il decadentismo!

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L’eleganza del vampiro. / 16 Maggio 2014 in Solo gli amanti sopravvivono

Jarmusch ha creato quello che mi azzardo a definire l’universo vampiresco definitivo: una coppia di vampiri si muove sulla Terra da millenni, forse dall’origine del mondo (i loro nomi, Adam e Eve, si portano addosso una caterva di ipotesi, a riguardo), apprezzando il genio intellettuale dell’uomo, che ai giorni nostri pare essersi esaurito, e rigettandone la bestialità e l’ottusità mentale che pare escludere scientemente e con sistematicità la bellezza dalla propria vita.
Gli esseri umani sono definiti zombie, letteralmente morti che camminano, ciechi davanti allo spirito creativo che pervade il reale e l’apparentemente intangibile, mossi da una filosofia che riduce tutto ad una sterile triade produci-consuma-crepa.
Al contrario, i non-morti, in quanto tali svegli, sveglissimi, con i sei sensi- sei, si badi bene- all’erta, sanno cogliere in maniera inconoscibilmente profonda la grazia del mondo, ne sentono il battito, percepiscono le vibrazioni siderali, sono in letterale comunione con il tutto.

Il vampiro di Jarmusch è arte in perenne movimento: ama la musica, la letteratura, l’estetica, la natura, l’astronomia, ama l’amore, conosce l’amicizia.
Il culto quasi inconscio per gli oggetti del passato è il riflesso della pressoché totale incapacità di valutare il trascorrere ed il trascolorare del tempo, il quale costituisce una variabile fine a sé stessa, un accessorio risibile se considerato come elemento costituente della vita. Ed ecco che il ritmo del film, languido ed ipnotico, quasi al ralenti, tenta di riflettere la velocità dell’esistenza delle due creature protagoniste, le cui uniche necessità sembrano essere quelle di un feto: mangiare, dormire, amare ed essere amato.

La natura tradizionalmente vampiresca, il desiderio di compiere il male che si presuppone sia caratteristica preponderante del principe della notte, è tenuto a freno da Adam ed Eve dalla consapevolezza che la loro eternità può essere ravvivata da altre, profonde gioie. E quando vi si dedicano, trascinati da eventi inevitabili, da un curioso desiderio di protrarre l’infinito all’infinito, domandano elegantemente scusa. Perché anche l’egoismo sa essere gentile.
Ava, invece, ha commutato la violenza in capriccio infantile, ingenuamente malizioso, insensato e disattento, privo della ricerca del dolo o di uno scopo.

Nel complesso, il film di Jarmusch è una pellicola profondamente ammaliante, fascinosa, ricca, dandy e, sì, snob. Ma il suo è uno snobismo piacevole, conciliante, l’unione di svariate antitesi, è un gradevolissimo dramma che, con nonchalance, accenna ad una cultura “alta” coniugata a contenuti pop, e la parete della casa di Adam su cui campeggiano le foto dei suoi eroi, da Robert Johnson a Oscar Wilde, è la rappresentazione di questa sovrumana, felicissima sintesi.

Note personali: interpreti eccellenti che, dalla Swinton a Hurt, fanno della propria inconfondibile fisicità un elemento fondante ed imprescindibile del racconto.
La bella sequenza di apertura del film accompagnata da Funnel of Love di Wanda Jackson (ri-arrangiata): oh, Jim! Tu sì che sai come emozionarmi…

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Vampiri depressi.. DEprime anche me / 4 Maggio 2014 in Solo gli amanti sopravvivono

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Allucinogeno-filosofico come i film di Jarmush, però i vampiri depressi stanno deprimendo anche me. Da rendere merito che almeno sono vampiri insoliti e particolari.

23 Marzo 2014 in Solo gli amanti sopravvivono

L’immagine, per me, conta molto più della trama che, in questo film, è un po’ inesistente. I personaggi sono ben delineati, sicuramente, ma il racconto non è niente di esaltante o nuovo, cose già viste.
C’è una ricercatezza della scenografia che è davvero fantastica, le cose non sono buttate lì a caso, case camere e luoghi raccontano tanto quanto i personaggi. La fotografia e le inquadrature sono davvero molto belle e ben studiate, in più ho apprezzato particolarmente i colori (la cromia delle immagini, al cinema, è la maggior causa del mio storcere il naso, spesso). Questa cupidigia, questo alone grigio, l’atmosfera un po’ dark, sono fattori che influenzano l’immagine della pellicola, in modo positivo ovviamente.
Ci stanno bene anche i vampiri depressi ed hipster, voglio dire.
Tom e Tilda sono assolutamente meravigliosi, due attori molto capaci, nulla da dire sulla loro interpretazione.
Insomma, mi è piaciuto (per quanto mi possa piacere un film sui vampiri).

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