15 Marzo 2011
Film cattivo. O meglio realistico. Ha il pregio di guardare all’umano e di parlare di dio e della sua grazia, della sua onnipotenza irrazionale senza nessuna condiscendenza. E se da un lato i temi sono altissimi, il miracolo, il perchè del male nel mondo, il perchè della sua profonda totale ingiustizia , da un altro lato indaga scrupolosamente gli uomini che ne escono malissimo, anzi solamente molto umani: invidie, cinismi, egoismi, il pellegrinaggio come modo di uscire di casa, il volontariato come modo di passare le vacanze, il servizio dentro la macchina del santuario vissuto come opportunità di corteggiamento, la religione come un insieme di ricette vuote che non sanno neppure consolare, ma inchiodano il credente ad una realtà terribile.
Il film è costellato di molti quadri non sense in cui convivono barzellete e preghiere, in cui piccole feste assolutamente illogiche inscenano una sorta di lotteria per il miglior pellegrino (migliore in che senso?)
Molto pudica la regia e la storia tutta, dove il miracolo tocca la persona meno credente scatenando una ridda di scetticismi, invidie e attenzioni legate semplicemente alla salute ritrovata (ma il film parla anche della dipendenza dalla malattia) e quindi racconta il mondo per come è: spaccato in due fra malati e sani, senza nessuna possibile relazione fra loro, se non casuale, se non data da uno stretto legame di sangue, là dove la malattia scava fossati facendo fuggire i sani e riempie i malati di una totale solitudine, dimenticati, cancellati alla vita
FIL MPREMIATO DA ASSOCIAZIONI CATTOLICHE E DAGLI ATEI AGNOSTICI.
Probabilmente le associazioni cattoliche plaudono al fatto che il tema del miracolo è trattato in maniera molto oggettiva, inoltre ciò che da un punto di vista laico è vuoto, pieno di fuffa, temo che da un punto di vista religioso sia invece perfettamente in linea con i dettami cattolici.
L’idea che la tipa guarisca senza avere nessuna parvenza di ispirazione divina, tanto che lei chiede “ma vale lo stesso?” al prete che in effetti nicchia, perchè interessato alla “guarigione dell’anima”, deve avere una sua logica e coerenza interna che a noi sfugge.

Il premo Brian a questo film è così motivato: «La regista esamina lucidamente il fenomeno Lourdes: le motivazioni e le aspettative che muovono i pellegrini… Ne risulta un quadro eminentemente umano, a partire dal quale vengono proposti alcuni dubbi radicali in materia di fede.. ..». La giuria cattolica che lo ha premiato ha preso un granchio pazzesco. Chissà che film hanno visto. Non si sono neanche accorti che il “miracolo” è fasullo. Una patacca.
la fuffa è fuffa per me, altro non riesco a capire :-))