Lourdes

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Lourdes

Malata di sclerosi multipla, la paraplegica Christine si reca in pellegrinaggio a Lourdes nella speranza che un miracolo le faccia riacquistare l'uso delle gambe e delle braccia. Le giornate al santuario trascorrono senza che accada nulla di significativo, finché una notte Christine non riesce ad alzarsi dal letto da sola... Il film ha vinto il Premio FIPRESCI, il Premio SIGNIS e il Premio Brian alla Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia (2009). Sylvie Testud si è aggiudicata un European Film Awards come Miglior Attrice (2010).
schizoidman ha scritto questa trama

Titolo Originale: Lourdes
Attori principali: Sylvie Testud, Léa Seydoux, Elina Löwensohn, Bruno Todeschini, Gilette Barbier, Gerhard Liebmann, Linde Prelog, Heidi Baratta, Hubert Kramar, Helga Illich, Walter Benn, Petra Morzé, Orsolya Tóth, Katharina Flicker, Thomas Uhlir, Mostra tutti

Regia: Jessica Hausner
Sceneggiatura/Autore: Jessica Hausner
Fotografia: Martin Gschlacht
Costumi: Tanja Hausner
Produttore: Philippe Bober, Martin Gschlacht, Susanne Marian, Antonin Svoboda, Isabell Wiegand
Produzione: Austria, Francia, Germania
Genere: Drammatico
Durata: 95 minuti

Dove vedere in streaming Lourdes

14 Marzo 2013 in Lourdes

(Sette stelline e mezza)

Si tratta di un film che, con spietata lucidità, mette in scena i quid più “comuni” tra quelli che affliggono i credenti che non riescono o non vogliono esulare il raziocinio dalla Fede.

Dialoghi ridotti all’essenziale, la fotografia nitida e la gestualità degli interpreti calcolata con precisione quasi esasperante, come in un affascinante tableau vivent, concorrono a comporre un racconto spietato, ma affatto irriverente, sul bisogno di affidare il concetto di vita, morte, malattia, solitudine, amore, sacrificio al divino.

E’ un film che lavora ai fianchi, silenziosamente, e che pone dilemmi, solletica riflessioni, non ammette scappatoie.

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deus absconditus (caproni e creduloni) / 10 Marzo 2012 in Lourdes

Un semplice dato:
dio non s’è nascosto.
dio s’è suicidato.

Postilla:
(Non ha saputo resistere
al suo non esistere)

9 Marzo 2012 in Lourdes

sinceramente non l’ho capito
credo che la regista abbia preferito raccontare la storia come fosse un documentario ma io mi sono annoiato lo stesso

Bosch al cinema / 4 Settembre 2011 in Lourdes

Cinematograficamente interessante, ma sopratutto, vale forse dirne qualcosa dal punto di vista dei contenuti. Sintetizzando: è come guardare un quadro di Bosch: non ci sono mezzi termini per la grettezza dell'”umano troppo umano” – compresa quell’idea, tutta sua, che ha di dio (cosa sia o debba essere) e del divino – una meschinità che non si può descrivere in modo diverso, che non si può dipingere se non senza pietà e senza sconti. Ancor più non si può addolcire la pillola quando tale piccolezza – anche se scaturita da semplice puerile ignoranza, o miope buona fede – vuole eleggersi a morale, a guida per una strada di edificazione, o perfino di giustizia. Ma, sopratutto… non si può non descrivere. La Hausner – come Bosch – l’ha capito.

Su tutto, una battuta: “Padre, perché lei (è stata miracolata) e non un altro?” – Risposta: “Dio è libero”.
Nemmeno Marx avrebbe saputo dire meglio! 😉

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15 Marzo 2011 in Lourdes

Film cattivo. O meglio realistico. Ha il pregio di guardare all’umano e di parlare di dio e della sua grazia, della sua onnipotenza irrazionale senza nessuna condiscendenza. E se da un lato i temi sono altissimi, il miracolo, il perchè del male nel mondo, il perchè della sua profonda totale ingiustizia , da un altro lato indaga scrupolosamente gli uomini che ne escono malissimo, anzi solamente molto umani: invidie, cinismi, egoismi, il pellegrinaggio come modo di uscire di casa, il volontariato come modo di passare le vacanze, il servizio dentro la macchina del santuario vissuto come opportunità di corteggiamento, la religione come un insieme di ricette vuote che non sanno neppure consolare, ma inchiodano il credente ad una realtà terribile.

Il film è costellato di molti quadri non sense in cui convivono barzellete e preghiere, in cui piccole feste assolutamente illogiche inscenano una sorta di lotteria per il miglior pellegrino (migliore in che senso?)

Molto pudica la regia e la storia tutta, dove il miracolo tocca la persona meno credente scatenando una ridda di scetticismi, invidie e attenzioni legate semplicemente alla salute ritrovata (ma il film parla anche della dipendenza dalla malattia) e quindi racconta il mondo per come è: spaccato in due fra malati e sani, senza nessuna possibile relazione fra loro, se non casuale, se non data da uno stretto legame di sangue, là dove la malattia scava fossati facendo fuggire i sani e riempie i malati di una totale solitudine, dimenticati, cancellati alla vita

FIL MPREMIATO DA ASSOCIAZIONI CATTOLICHE E DAGLI ATEI AGNOSTICI.

Probabilmente le associazioni cattoliche plaudono al fatto che il tema del miracolo è trattato in maniera molto oggettiva, inoltre ciò che da un punto di vista laico è vuoto, pieno di fuffa, temo che da un punto di vista religioso sia invece perfettamente in linea con i dettami cattolici.
L’idea che la tipa guarisca senza avere nessuna parvenza di ispirazione divina, tanto che lei chiede “ma vale lo stesso?” al prete che in effetti nicchia, perchè interessato alla “guarigione dell’anima”, deve avere una sua logica e coerenza interna che a noi sfugge.

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