16 Novembre 2011
le parti ambientate nella contemporaneità sono intense e ben recitate, con entrambi i protagonisti convincenti ed appassionati. il passato e il futuro, invece, sono l’uno stridente con il resto della narrazione e l’altro spesso risibile: il monaco pelato chiuso dentro una bolla nell’eterna posizione (scomodissima, oltretutto) del loto è eccessivo; il giallo dell’illuminazione (intesa come conoscenza e consapevolezza) imperversa senza motivo, molto meglio gli ambienti chiusi, cupi, quasi claustrofobici del presente e l’apertura finale sulla neve. infine, la trama risulta spesso difficile da seguire e poco omogenea, la sensazione è quella di un brodo allungato per un’ora e mezza prima della rivelazione finale: rassegnatevi, ci tocca di morire.
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