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The Fountain - L'albero della vita

/ 20066.3178 voti

Un film forse un pò troppo ambizioso ma visionario e poetico. / 16 Giugno 2018 in The Fountain - L'albero della vita

Film molto particolare, visivamente bellissimo e molto difficile da comprendere. Ho letto che la maggior parte della critica l’ha ridotto a brandelli, a me invece è piaciuto molto, l’ho trovato affascinante e coinvolgente, girato in modo superlativo, con una fotografia e una colonna sonora parecchio suggestive, degli ottimi effetti speciali e una sceneggiatura criptica ma che stimola la mente dello spettatore.
La recitazione di Hugh Jackman e di Rachel Weisz sono di altissimo livello(quella della Weisz particolarmente commovente).
Molti ci hanno visto solo l’esperienza metafisica mista a new-age(che alla maggioranza non è piaciuta), io ci ho visto un’intensa storia d’amore trattata con dolcezza e sensibilità e senza fastidiose e inutili melensaggini.
Aronofsky si conferma un regista talentuoso e fuori dagli schemi, originale nella realizzazione dei suoi film e in questo caso propositore di una storia d’amore talmente forte da andare oltre la morte.
Un’opera visionaria e poetica, forse un po’ troppo ambiziosa ma per me molto emozionante.

“I nostri corpi sono prigioni per le nostre anime. Il sangue e la pelle non sono che le sbarre del nostro confino ma non dovete temere, la carne è destinata a decomporsi, la morte trasforma tutto in cenere e così facendo libera l’anima del suo carceriere.”

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6.5 / 3 Aprile 2014 in The Fountain - L'albero della vita

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Ok io ho capito che la ragazza è l’albero della vita e lui ne beve e dal momento che lei muore lui è disperato poi esplode la stella che non mi ricordo cosa faceva e il lui del libro è il primo padre per i maya, quello che morendo dà vita al creato, ma è un fake e trova l’albero ma non è completo quindi non può mettere l’anello e in realtà il padre di tutto è il lui pelato perché riesce a mettere l’anello e poi c’è il big bang e la crescita dell’albero ecc… e da quel momento lui vero capisce tutto e pianta un seme sopra la sua tomba. Mi aspettavo alla fine l’uccello che mangiava i frutti dell’albero… Vabè non ci ho capito quasi niente. Peccato, secondo me una trama un po’ più accessibile avrebbe reso questo film un davvero buon film, ma così l’enigma paradossalmente perde energia mistica e atmosfera. Stupende le musiche di Mansell che, cioè, quell’uomo è un grosso. Che altro dire? Secondo me Jackman era poco preciso per la parte perché ci avrei visto bene un volto meno conosciuto, belle immagini, a tratti mi sono un po’ commossa, un 6.5 perché comunque mi ha lasciato qualcosa e meno di 6.5 ai film che mi hanno lasciato qualcosa non lo posso dare. Metto ufficialmente 6 ma il futuro è incerto e potrei cambiarlo in 7.

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23 Febbraio 2014 in The Fountain - L'albero della vita

Vogliamo definirlo il peggior film di Aronofsky? ..bè, mi sembra il minimo.
E non mi stupisce affatto che sia stato un flop anche al botteghino.

Dopo la depravata bellezza di Requiem for a dream, il regista statunitense torna al cinema con un film scritto e diretto da lui stesso.
Un prodotto onirico, surreale, dai toni biblici e pagani.
Un’opera confusionaria, inconcludente, o semplicemente troppo difficile da capire ai più (il mio è un cervello nella media, con una cultura medio-bassa).

Per più di mezzo film è incomprensibile dove si voglia andare a parare. Si continua a mostrarci questo Hugh Jackman versione oracolo/guru immerso in una dimensione mistica, magnifica a vedersi, ma del tutto enigmatica ed indefinita.

L’alternanza fra realtà, congetture mentali e trasposizioni letterarie è insostenibile e il bipolarismo vita-morte non ha basi su cui svilupparsi (chi era con me ha iniziato a russare dopo mezzo film), perciò è costretta a tingersi d’incomprensibilità.

Per non parlare dell’esasperazione della tragedia coniugale in cui affogano i due protagonisti. Di una drammaticità esistenziale, spicciola e troppo ostentata per i miei gusti (poco) raffinati.
E poi un Jackman piagnone non s’è mai visto..

Anche hli effetti speciali sono eccessivi e spesso fastidiosi. La luce è accecante, il giallo della consapevolezza onnipresente.
E la trama stride, non essendo affatto omogenea nei suoi continui salti temporali.

Il genio creativo e visionario di Aronofsky è impresso nell’immagine, più che nella sceneggiatura. Ed è l’unica cosa che salverei, oltre l’incantevole e tormentata colonna sonora di Clint Mansell, che come al solito sembra dare il meglio di sé.

Insomma, io non c’ho capito un ca**o, ma sono sicura che The Fountain sia uno di quei film che divide il pubblico a metà.
O si urla al capolavoro o si finisce per pisciarci sopra, come ho fatto io.

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18 Febbraio 2014 in The Fountain - L'albero della vita

Un film visionario, un viaggio di 96 minuti attraverso il tempo, la vita e la morte.
Tre epoche, tre storie, una sola condizione, quella umana.
La vita eterna è un miraggio che ci asseta, che ci fa sentire echi di infinito, ma, al contempo, non si lascia raggiungere, ci sfugge.
Il film è molto contorto, poco organico e difficilmente accessibile. Questa oscurità di alcuni passaggi rende la visione del film, nonostante la meravigliosa esperienza visiva, alquanto faticosa, privando tra l’altro lo spettatore anche di una “ricompensa” finale, della tanto agognata chiave di lettura.
La mia interpretazione del messaggio del film è che come esseri mortali dobbiamo accettare che il tempo nostro e delle persone che amiamo su questa terra è destinato a finire, a volte prima di quanto vorremmo. Non siamo fatti per vivere in eterno su questa terra, ma per aspirare alla completezza e all’immortalità oltre la vita.
Una sceneggiatura meno oscura e lacunosa avrebbe permesso di percepire più compiutamente il significato di alcuni passaggi, liberando lo spettatore da quel senso di frustrazione che sopraggiunge al comparire dei titoli di coda.
Meravigliosa la colonna sonora, sublime tutto il comparto tecnico – visivo, ma carente la sceneggiatura nel momento in cui rende la storia a tratti inaccessibile, straniando lo spettatore dalle immagini e lasciandolo con un senso di incompiutezza.
Peccato, poteva essere un’esperienza a tutto tondo e invece rimane un esperimento visivo notevole, con un messaggio di fondo trattato in modo anche originale, ma senza organicità e coerenza.

Più appropriato sarebbe un 5.5.

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24 Gennaio 2014 in The Fountain - L'albero della vita

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Concordo sui pareri che ho letto riguardanti la fotografia, bella e che vale forse tutto il film… compreso il buon Hugh che non è mai un brutto spettacolo… ma la storia è troppo complessa per essere seguita facilmente e il tema mistico… mitologico… tanatologico (esiste come termine?) sono alla fine pesanti e ridondnati, mentre qualcosa di meno epico sarebbe forse stato compreso meglio da tutti.

Le tre storie, in realtà una sola, sono abbastanza ben comprensibili e si seguono abbastanza facilmente… se non ci si fa prendere dalla noia o dalla sindrome di Stendhal data dalle immagine.
Interessante l’utilizzo della mitologia Maya, collegata ad una rappresentazione dell’Inquisizione (adorabile McHattie come inquisitore) un po’ rivisitata (Isabella era la Regina Cattolica di Spagna per eccellenza e non mi pare abbia mai avuto problema con gli Inquisitori, se non che favorì la loro installazione nel Regno).
Conquistadores spagnoli piazzati un po’ a caso (con come ammutinato Cliff Curtis, che non fa mai male) e l’inquietante sacerdote maya che fa da buona introduzione all’albero della vita… trovata che invece ho gradito.

Nell’insieme non posso dire che non mi sia piaciuto, ma ho trovato tutto troppo macchinoso e non troppo oscuro (sono riuscita a seguire i vari passaggi e i vari salti tra un filo narrativo e l’altro, rendendo la ricerca di significato profondo inutile) per goderlo appieno.

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13 Gennaio 2014 in The Fountain - L'albero della vita

Dopo due film di successo, Pi Greco e Requiem for a dream, che lo hanno fatto assurgere in breve tempo a regista cult, Aronofsky si inerpica e si intestardisce su un progetto più grande di lui, originale ma pretenzioso nella sua ambizione di voler metaforizzare il tema trascendente dell’immortalità.
Ne esce fuori un saggio di botanica astronomica febbricitante e, a tratti, ridondante.
La storia del film è travagliata: un progetto che è stato prodotto solo dopo diversi anni, la scelta dell’attore principale che è mutata varie volte, virando infine su un Jackman che fornisce un’interpretazione abbastanza piatta e cerebrale di tre ruoli completamente diversi.
Originale il soggetto, ma non il modo in cui è sviluppato: troppi dejavu, alcuni assai palesi (Memento, Il signore degli anelli), oltre a un continuo rimando al 2001 di Kubrick, nel tentativo di cercare una metafora galattica dell’esistenza.
6 di stima ad Aronosfky per il coraggio, ma probabilmente non era da sufficienza.

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11 Luglio 2013 in The Fountain - L'albero della vita

Aronofsky non aveva nulla da raccontare in questo film…e ci è riuscito benissimo.
Un paio di concetti ripetuti fino allo sfinimento tra passato, presente ed un futuro “onirico”. Il tema della malattia in cui il malato accetta la morte più di chi gli sta vicino è stra-abusato, la storia d’amore tra i 2 è di un patetismo insopportabile. Gli ultimi 20 minuti sono narrativamente vuoti e terribilmente ridondanti.

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16 Novembre 2011 in The Fountain - L'albero della vita

le parti ambientate nella contemporaneità sono intense e ben recitate, con entrambi i protagonisti convincenti ed appassionati. il passato e il futuro, invece, sono l’uno stridente con il resto della narrazione e l’altro spesso risibile: il monaco pelato chiuso dentro una bolla nell’eterna posizione (scomodissima, oltretutto) del loto è eccessivo; il giallo dell’illuminazione (intesa come conoscenza e consapevolezza) imperversa senza motivo, molto meglio gli ambienti chiusi, cupi, quasi claustrofobici del presente e l’apertura finale sulla neve. infine, la trama risulta spesso difficile da seguire e poco omogenea, la sensazione è quella di un brodo allungato per un’ora e mezza prima della rivelazione finale: rassegnatevi, ci tocca di morire.

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Opinioni discordanti. / 14 Giugno 2011 in The Fountain - L'albero della vita

A parte il fatto che sulla descrizione viene menzionato un astronauta ( che film avranno visto? Era si nello spazio, ma era una cosa mentale e metaforica ). Film abbastanza difficile da capire, e viene gustato solo da chi ha tempo da dedicargli… un po’ come si fa con una pianta per l’appunto. Isabel sta morendo di cancro mentre suo marito ( medico ricercatore ) tenta disperatamente di trovare una cura mentre fa dei sogni sul libro scritto e non finito di lei che fanno capire il punto di vista della malata. Film singolare.

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