Recensione su La sorgente dell'amore

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20 Luglio 2012

Ho scelto di vedere questo film sull’onda del successo de Il concerto e mi sono ripromesso di recuperare anche i precedenti film di Radu Mihaileanu (Train de Vie e Vai e Vivrai!) oltre che non perdermene alcuno dei futuri.
Innanzitutto uno dei pregi di questo film è la fotografia. Gli abiti colorati delle donne mentre ballano alla festa, la luce ambrata nelle case al tramonto, le tinte color sabbia delle case, del deserto, tutto è reso con grande eleganza e ritrae questo sconosciuto paese del Medio Oriente in maniera deliziosa.
L’islam della parte giovane di questo film è quello che tutti vorremmo conoscere. Uomini comprensivi, progressisti e desiderosi di crescere e donne forti, caparbie, decise a sfidare vetuste tradizioni in nome del rispetto e guidate dallo spirito di emancipazione.
Purtroppo, la parte più anziana del film è quella del mondo islamico più tristemente noto. Uomini pigri e lascivi, fondamentalisti ed ignoranti e donne assoggettate e perennemente vincolate alla tradizione.
Parlare di amore e non di matrimoni combinati, di progresso e non di riottosa (e per certi versi comoda) povertà, di cultura ed ignoranza, nel mondo islamico non è facile ma Mihaileanu lo fa con una leggerezza ed una sensibilità di un artista. La sorgente dell’amore è un po’ una commedia ma più ancora è un film che tratta un tema difficile (il ruolo della donna nella tradizione musulmana) che ho visto svolto con tanta abilità solo (per ora) da Khaled Hosseini, autore de Il cacciatore di aquiloni e Mille splendidi soli, con cui questo film ha qualcosa in comune.
Assolutamente da vedere!

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