Recensione su La finestra di fronte

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Ozpetek ha colto nel segno, di nuovo. / 3 Gennaio 2014 in La finestra di fronte

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Raramente guardo con piacere film ‘made in Italy’, li trovo scialbi, noiosi e la recitazione degli attori spesso e volentieri lascia molto a desiderare.
Però, devo dire la verità, le opere di Ozpetek son sempre delle piccole perle.
Ho notato che quasi sempre tratta il tema dell’omosessualità in moltissime delle sue opere (l’unica in cui mi sembra di non averla vista nemmeno di sfuggita è in ‘cuore sacro’), ma devo dire che in questo film.. l’ho apprezzata decisamente.
Spesso e volentieri si parla della deportazione degli ebrei, del periodo ‘buio’ dell’Europa, raramente viene toccato il discorso degli ‘ultimi’, dei ‘diversi’, in un’epoca chiusa, ancorata alle credenze religiose e per di più nel bel mezzo di una guerra.

Qui si parla di Simone, o meglio, di Davide.
Davide che è un ebreo ed è gay. Davide che è innamorato di Simone, ricambiato, amore che non viene tollerato molto dall’ambiente circostante.
Troviamo un ghetto nel ghetto, l’esclusione di una persona da parte di una comunità già messa ai margini della società e ‘ghettizzata’ per un credo diverso.
E’ questa, secondo me, la piccola ‘rivoluzione’ che ha creato Ozpetek con questo film, il perno su cui si basa tutta la trama e su cui ruotano tutte le azioni a seguire.
Ed è appunto per la voglia di riscattarsi agli occhi della comunità, di far vedere che anche lui può contribuire ed essere d’aiuto, avvisa prima gli altri mettendo in secondo piano Simone, il suo amato Simone, quando verrà a sapere che i tedeschi hanno intenzione di deportare in massa gli ebrei verso i campi di concentramento…cosa che gli costerà cara, carissima.
E qui si pone un’altra domanda, di rito..Ha fatto bene? Ha fatto male?
Passare un’intera vita senza il suo amato con la consapevolezza, però, di aver dato la vita a molte persone..
Tornasse indietro, lo rifarebbe?

P.S. Udite, udite: Bova, oltre che bello, sa recitare, quando vuole.

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