Recensione su Confessions

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25 Settembre 2013

I film più recenti ambientati nel mondo dell’insegnamento e che mi hanno colpito sono stati Monsierur Lazhar e The Detachment. Confessions per qualche verso si infila nel gruppo, senza farne parte veramente.
In questo film il disagio giovanile è il punto di partenza del racconto ma le articolazioni della sceneggiatura spingono il film in diverse direzioni: sembra un pò un’ameba la cui struttura si riformula sempre ad ogni tentativo di muoversi. Il paragone è un pò tirato per i capelli ma l’impressione che il film dà allo spettatore è questa, dal momento che si tocca anche la tematica della giustizia inetta e limitata, incapace di far luce su un caso relativamente semplice e di perseguire un colpevole estremamente pericoloso. L’autore del libro tenta di entrare nella mente di questi giovani e inutili ragazzetti che non danno alcun valore alla vita e si porta in mezzo a loro, esplorando le loro storie personali senza giustificare ma sottolinenando la vacuità dei loro pensieri e il regista ripropone con un certo cinismo la stessa idea, abbattendo il loro delirio di onnipotenza (che nel film sin traduce nell’invenzione di bombe e aggeggi apparentemente rivoluzionari come il giochino che dà la scarica) e la loro pretesa di sapere tutto della vita prima ancora di affrontare la pubertà.
Ma la sferzante critica di autore e regista si abbatte anche sul corpo docenti spesso inadatto, volutamente moderno, “amico”, ma al contempo superficiale e sui genitori egoisti e ignoranti che giustificano i loro figli anche di fronte ad azioni impietose e si rifiutano di condannarne i comportamenti più abietti.
Infine, il discorso della vendetta che è prima di tutto psicologica. Nonostante qualche schizzo di sangue qua e là e nonostante si voglia apparentemente indurre alla riflessione, il meccanismo della vendetta diventa parte di chi guarda. Non ci si può esimere dal dare ragione alla professoressa e a sostenerla quasi con rabbia.
La storia esagera in alcuni passaggi ma il parossismo è funzionale ad un discorso più ampio. Meno funzionale al racconto è il manierismo stilistico del regista, anche se da un punto di vista estetico il film è davvero ben realizzato.
Ottima la colonna sonora.

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